LA DEMOCRAZIA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

di riccardo mastrorillo

Rigorosamente chiusi nelle nostre case, nel rispetto assoluto delle disposizioni dell’autorità e prima ancora del buon senso, non possiamo esimerci da alcune considerazioni di principio, e quindi di sostanza, sull’attività del Governo.

In questi giorni abbiamo apprezzato la coscienziosa serietà del Governo nell’affrontare un’emergenza finora mai accaduta, e soprattutto l’attento uso proporzionale e prudente delle norme di riduzione, via via sempre più drastica, della libertà dei cittadini, al fine di garantire il più possibile un efficace e soprattutto sufficiente assistenza sanitaria per tutti.

Cionondimeno non possiamo tacere di fronte a proposte indecenti di esponenti politici, di maggioranza e di opposizione, ma soprattutto di scelte procedurali, prese in assoluta buona fede, ma che possono configurare precedenti di diritto estremamente pericolosi.

Comprendiamo il dilemma del Governo: di fronte all’abitudine degli italiani a non seguire le raccomandazioni, si sono dovuti inventare un modo efficace per limitare il diffondersi del virus, ma, perché un Decreto del presidente del Consiglio? I Decreti Ministeriali o Decreti del presidente del consiglio sono atti amministrativi, sono atti secondari, ad esempio regolamenti, che ovviamente possono derivare da norme di legge, ma non possono autonomamente promuovere norme. Disposizioni che limitano, quandanche per motivazioni giuste, la libertà di circolazione dei cittadini, libertà espressamente garantita dalla Costituzione, dovrebbero avere, almeno, carattere di legge, sarebbe stato corretto emettere un decreto legge. Il DPCM è un atto che non viene sottoposto ad alcun intervento di verifica, nel principio dell’equilibrio dei poteri. Il decreto legge, necessitando della firma del Capo dello Stato, avrebbe almeno un minimo controllo preventivo e, soprattutto, entro 60 giorni, dovendo essere convertito dalle Camere, verrebbe sottoposto all’organo legislativo corretto. Anche un ex presidente della Corte Costituzionale come giovani Maria Flick, invita il governo a correggere lo strumento https://www.open.online/2020/03/13/giovanni-maria-flick-coronavirus-attenzione-a-quegli-agli-arresti-potrebbero-essere-illegittimi/ .

Citiamo anche per completezza un breve ma efficace Post dell’Avvocato Gianfranco Passalacqua, noto avvocato esperto di diritto amministrativo: «Articolo 77 Costituzione: Il Governo non può, senza delegazione delle Camere [cfr. art. 76], emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni [cfr. artt. 61 c. 2, 62 c. 2].
I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.
La domanda sorge spontanea.
Perché si è utilizzato un atto amministrativo ( DPCM) invece che uno strumento normativo, previsto “ in casi straordinari di necessità e di urgenza” , dato che si incide su diritti e libertà fondamentali? L’immediatezza sarebbe stata garantita, ed insieme la copertura costituzionale.
Non si vuole il controllo del Presidente della Repubblica e del Parlamento?
Il DL 6/20, art.3 , atto avente valore di legge, dal quale il PdC trae legittimazione, non può delegare all’autorità amministrativa l’adozione di misure che intacchino libertà fondamentali (tra tutte libertà di circolazione ex art. 16 cost). Trattasi di riserva di legge assoluta.
Pertanto è anticostituzionale l’intero impianto.
Si pensi alla salute della democrazia non solo ai problemi organizzativi del sistema sanitario nazionale».

Per non parlare delle follie di alcuni Sindaci e Presidenti di Regioni che hanno emesso ordinanze assolutamente inaccettabili. Molti considerano la Cina un modello, dimenticando che è una dittatura, come ci spiega Piero Ignazi. https://www.huffingtonpost.it/entry/il-modello-cina-si-insinua-pericolosamente-nella-politica-italiana_it_5e6a7f8ec5b6dda30fc5558f?fbclid=IwAR3ioIx1Ef-bE0sjmApPZXJQir2e46WZsXWTzd0PtUb0LQzx7xRyUvYwbVA

La citazione, fatta da Conte de “L’ora più buia”, termine usato da Churchill per definire la II Guerra Mondiale, non è appropriato: prima di assumere poteri straordinari il Governo di Churchill, dovette convincere un parlamento propenso alla resa e farsi comunque autorizzare da esso.

La nostra Costituzione prevede solo in caso di Guerra, previa deliberazione delle Camere, la possibilità di conferire poteri straordinari al governo, e comunque sempre e soltanto su delega del parlamento, forse sarebbe il caso di colmare questa lacuna ampliando e stabilendo esattamente i casi in cui il parlamento possa conferire al governo poteri eccezionali, fermo restando che già la normativa attuale predispone lo strumento della Legge Delega, che conferisce al governo potestà legislativa. Lo strumento di delegare il Governo avrebbe dovuto essere attivato subito, e soprattutto doveva essere proposto, principalmente dalle opposizioni, a tutela della Costituzione. Mentre le opposizioni invece chiedevano a gran voce la dittatura, il commissario unico, la legge marziale.

Il ruolo del parlamento è centrale proprio nelle situazioni di emergenza, su questo il costituzionalista Andrea Pertici ci apre gli occhi in una pregevole intervista su La Stampa. https://www.lastampa.it/politica/2020/03/11/news/coronavirus-oggi-le-camere-dimezzate-votano-il-bilancio-precedente-pericoloso-secondo-un-costituzionalista-1.38578554

Il vero e definitivo attacco alla democrazia, sfruttando la contingenza del coronavirus, lo stanno portando avanti i fautori del voto da casa dei parlamentari. Uno fra tutti, il nemico storico della democrazia parlamentare, è il deputato democratico (un ossimoro nel suo caso) Ceccanti, che pur definendosi costituzionalista, non perde occasione di promuovere idee e proposte assolutamente contrarie alla costituzione, ai principi di democrazia liberale e al buon senso. Per fortuna che il Senatore Zanda, suo compagno di partito, ha assunto una posizione diametralmente opposta.https://www.huffingtonpost.it/entry/la-democrazia-non-e-un-negozio_it_5e6a583dc5b6747ef118bd9d?dq&utm_hp_ref=it-homepage&fbclid=IwAR3OLGTr5BA1Ta1n1Oq1JcE0cD5wmOcJ5cAA_UPPta-AFktHhvQrkt4wbqQ

Chi ha uno spirito critico e una mente laica oggi, con noi, resta a casa per buon senso e per senso di responsabilità, ma non può in cuor suo non criticare l’uso eccessivo del potere, anche se a fin di bene.

5 commenti su “LA DEMOCRAZIA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS”

  1. Siamo tormentati da vessazioni che non hanno (per ora) limiti di tempo nè di luogo. Applicate su tutto il territorio nazionale, di giorno in giorno in modo soffocante. Psicologicamente devastante . Bella, quella martellante immagine televisiva della sfilata di bare replicata all’infinito! Ottima per tenere alto il morale! Sono una disciplinata anziana che, in piedi fa, per almeno un’ora, a Roma, la fila davanti al supermercato. Voglio far presente che accolgo con sgomento l’idea insensata di ridurre l”orario di apertura dei negozi di generi alimentari.
    Restringerne gli orari significa, per noi cittadini, veder aumentare i disagi,
    nonchè un incremento della concentrazione di persone che – in un lasso di tempo più ristretto – “si ammasseranno”. Ci costringeranno ad attese (e file) più lunghe. Per non parlare dell’incentivo all’accaparramento!
    Più difficile ci renderanno il fare la spesa e più generi alimentari si compreranno in una volta sola.Vedremo vecchietti senza auto nè aiuti, carichi come muli.Tutta salute!
    Per poter fare la spesa con l’orario degli alimentari ridotto, inoltre, dovremo rimanere in strada, all’aperto (e fuori casa per più tempo ) aumentando i contatti con altre persone i disagi e lo stress . (Di contro, ci raccomandano di non uscire di casa o di rimanere fuori casa il meno possibile: ma, riducendo l’orario di apertura degli alimentari, di fatto, concentreremo più persone fuori dei negozi) Cosa diremo, a chi avrá atteso ore in piedi e si vedrá chiudere il negozio sul naso perchè gli acquirenti erano tanti e l’orario di vendita è stato ridotto? Che senso ha, se non quello di complicarci una vita giá di colpo così complicata? Veniteci incontro! Non si muore solo di coronavrus ma anche d’infarto, ansia fatica e stress! E che senso ha, permettere di portare fuori il cane (ci mancherebbe altro) specificando” non vicino casa”, ma: “sotto casa?”
    Avete idea di che assembramento di persone ed animali si creerebbe lungo lo stesso tratto di strada? Non dovremmo distanziarci tutti? Non entro nel merito della emergenza, del diritto alla salute e a quanto necessario (e sacrosanto) vada fatto per difenderci dal virus (grazie) ed anche per rispettare il sacrificio di medici ed infermieri, ma trovo invivibili le condizioni ogni giorno peggiorative che si stanno instaurando. Un pò di buonsenso! Sono incompatibili con il diritto alla salute dei cittadini (quelli senza coronavirus, ma con un carico di difficoltá esistenziali che li sta schiacciando) Perseguite chi non rispetta le regole, ma non infierite sugli altri! Usare un “pugno di ferro” indiscriminato, ci rende (anche nell’osservare, giustamente le regole) più difficile e punitiva del necessario la vita ai tempi del coronavirus. Anche il non infierire sugli anziani aiuta ed è “diritto alla salute! Poi ci sarebbe il discorso dei “tagli ” alla Sanitá ed ai “posti letto” e degli ospedali chiusi come fossero pizzerie in un Paese di anziani e dei mancati concorsi per le assunzioni di medici paramedici E ora le sottoscrizioni che” chiedono la caritá” per curare chi si ammala perche “non c’è posto” Ma non voglio infierire. Basta ricordarselo per un futuro che sia più degno e dignitoso per tutti .
    Grazie per l’attenzione
    Antonella Ricca

  2. Trovo intollerabile che si comprimano alcune libertà inalienabili sancite dalla Costituzione con i DPCM di Conte, cioè con provvedimenti amministrativi (invece che legislativi) non soggetti ad alcun vaglio, né del Presidente della Repubblica, né del Parlamento. Il tutto è ulteriormente aggravato dal fatto che per alcuni divieti (come allontanarsi da casa) non vi è alcuna correlazione (né empirica né statistica) con un rischio per la salute, quindi del tutto ingiustificabili. Trovo che Conte dovrebbe essere posto in stato d’accusa per attentato alla Costituzione.

    1. Non hai colto il senso di questa discussione. La premessa è importante e si puo’ leggere nella prima frase.
      Ti rispondo a distanza di quasi due settimane, spero che nel frattempo tu abbia maturato il senso di questo fondamentale articolo.

    2. Se per te la COSTITUZIONE è una “sega mentale”, ringrazio il
      cielo che tu sia un signor nessuno privo di qualsivoglia potere
      decisionale!!!!!!
      Vergogna.

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