d.R

Alcuni giorni fa su questo sito abbiamo scritto che il M5s non dovrebbe neppure “osare” chiedere il voto agli elettori senza, prima, aver definito la sua collocazione politica e il suo concetto di democrazia. Per non far correre il rischio all’elettore (come nel passato e nel presente) di votare un cripto-leghista o un cripto-nazista o un cripto-stalinista. O di votare un Movimento nelle mani di un’azienda privata che non subisce alcun controllo né pubblico né privato.

Sotto il sole ferragostano il Movimento ha dimostrato di persistere nella sua linea dell’ambiguità, della contraddizione opportunistica, della presa per i fondelli dei cittadini spacciando per virtuosi metodi e comportamenti che sono soltanto truffaldini. Di Maio esulta per i risultati della ultima consultazione dei grillini. Essendo affezionato alle iperbole infantili, dopo aver abolito la povertà stavolta se ne è uscito con «l’inizio di una nuova èra». Nella sua mente il voto, di fatto cucito ad personam  su Virginia Raggi, equivale a una rivoluzione. Forse è una rivoluzione ma solo matematica. Da ora in avanti le numerazioni cominceranno non più da 1 ma da 0. Vedremo se cambieranno tutte le tabelline. Da questo ferragosto si dà inizio al d.R, che sostituirà il vetusto d.C.. L’èra del Dopo Raggi, quando finalmente conta anche lo Zero.

Ma vediamo nei particolari come una mancata riforma si è trasformata in una rivoluzione nella mente dell’unico “Capo” politico del mondo che è riuscito a dimezzare i consensi del suo partito in appena sei mesi. Alcuni giorni fa la sindaca di Roma , ha dichiarato di volere ricandidarsi. Più che legittimo per qualunque cittadino, ma non per le regole del M5S. E allora che si fa? Si cambiano le regole. Senza alcun dibattito interno, addosso al Ferragosto, si mette su in fretta e in furia un baraccone fornito da un’azienda privata e con l’assenza assoluta di controllo pubblico. Basta chiamarla “democrazia diretta”, ad uso e consumo di chi è così “innocente” da credere a una truffa di questo tipo e alla possibilità di comprare Fontana di Trevi con qualche spicciolo. E dal cappello si tirano fuori dei numeri. Senza alcuna garanzia, né vergogna.

Prendiamo quelli forniti dal “Corriere della sera”. Avrebbero votato ai due quesiti 48.975 aventi diritto , con una percentuale positiva dell’80,1% e del 59,9%. Nelle cinque precedenti consultazioni si erano espressi dai 44 mila ai 79 mila iscritti. Sul “mandato zero” hanno votato positivamente in 39.235. Naturalmente tutte queste cifre non hanno alcun valore perché non si conosce il numero esatto degli aventi diritto al voto. Che non è stato reso noto. Al 31 agosto dello scorso anno la Piattaforma Rousseau, per autodichiarazione, ha fornito la cifra di 115.372 iscritti. Wikipedia per quest’anno indica 175.281 iscritti, ma non indica la fonte. È l’ultima cifra che siamo riusciti a rintracciare. Nessun quotidiano ne fa cenno oggi. Ma prendiamo per buoni i numeri su indicati. E ci chiediamo: è possibile che la democrazia diretta alla grillina apra una nuova èra (la d.R.) con il suffragio di 39.235 voti su 115 mila o su addirittura 175 mila?

Due anni fa si sono svolte le elezioni politiche in Italia col metodo preistorico del voto su scheda per tutti i cittadini, che si sono dovuti affaticare, raggiungere i seggi, fare interminabili file, e quando è uscito il dato che il 27,1% di loro aveva disertato le urne per motivi di salute o per disinteresse o per disgusto si è alzato un vespaio e ogni politologo si è sentito in dovere di esprimere la sua vibrante preoccupazione per un astensionismo così alto. E la “democrazia diretta alla Casaleggio”, che richiede, non a tutti ma a coloro che iscrivendosi hanno manifestato interesse a partecipare alla vita del partito scelto, lo sfinimento di premere un tasto nel salotto di casa propria, dà inizio a un’èra con un astensionismo del 73% circa?

Possiamo affermare che non si è mai visto un fallimento così clamoroso di una classe dirigente?

I primi a non dover cantare vittoria e aprire una seria riflessione sui propri iscritti e sui sistemi avveniristici quanto casarecci che sono proposti con grande presunzione e avventatezza dovrebbero essere soprattutto loro. Ma devono fare presto, altrimenti non prenderanno il voto neppure dei parenti più stretti.

Un commento su “d.R”

  1. I grillini sono una patologia nazionale della politica, in quanto fieramente impolitici. La loro finta ingenuità spacciata per spontaneismo è disarmante. Ma ancor di più l’approccio alla cosa pubblica del loro elettorato! Basta fare due chiacchiere con un “cittadino” militante per avere la netta sensazione di parlare ad un ragazzino delle medie…Dopo aver sconfitto la povertà farebbero bene ad iscriversi alla scuola serale…
    Cosa crede di guadagnare chi li ha votati da una classe dirigente così scarsa e qualunquista?

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