di e.ma.
Riporto da Oreste Pivetta: «Leggo il “Corriere” del 15 maggio e a pagina 11 mi imbatto in un bel riquadro di pubblicità, le tre ragazze di [un marchio di biancheria intima] (le stesse che si fanno ammirare in decine di manifesti sparsi qui e là). Pubblicità. Perfetto. Continuo a sfogliare e a pagina 35 mi imbatto in una bella foto con due delle tre ragazze del manifesto, negli stessi eleganti indumenti. Mi attira il titolo: Il ritorno del cotone/ L’intimo che si usa/ anche come crop top. Che cosa sarà mai. Leggo l’articolo, una colonna: Il cotone è una fibra rassicurante… e ha a che fare con una nuova consapevolezza della femminilità... . Boh… Chi lo dice ? Lo dice Giorgia Fuini, responsabile dell’ufficio stile corsetteria e abbigliamento di… indovinate… [lo stesso marchio della pubblicità]. Cerco qualcosa che spieghi che si tratta di una pubblicità redazionale, un bollino rosso o un bollino blu o una sigla che sintetizzi il concetto. Niente. Ricontrollo. Niente. Ma qui, mi chiedo, non c’è di mezzo una questione di deontologia professionale? Non è questione che riguarderebbe l’Ordine dei giornalisti ? Chi fa i giornali ? La redazione, il direttore oppure un capo dell’area commerciale?».
Intanto sappiamo chi ha firmato la “marchetta”, …
Maria Teresa Veneziani in un “intervista” alla responsabile dell’ufficio stile corsetteria dello stesso brand, intervista ovviamente accompagnata da una foto non si sa se pubblicitaria o no. Naturalmente la povera ”giornalista” è la meno colpevole, anche se è la sola che ci mette la faccia su una grave scorrettezza deontologica. Il suo “articolo” è impaginato in una sezione intitolata “Liberi tutti” in cui tutti gli articoli, una decina, sono redazionali-“marchette” di imprese, ditte, aziende. Senza eccezione. Senza che sia indicato che quello è materiale pubblicitario mascherato. Lo stesso giorno vi sono pagine che con la scusa del Giro d’Italia sono inzeppate di altre “marchette, addirittura c’è la pubblicità “occulta” di chi produce la maglia dei ciclisti.
Il “Corriere della sera” si sputtana, l’editore Cairo incassa, il direttore Fontana obbedisce, il giornalista è schiavo, il sindacato interno dorme sonni tranquilli, il lettore è truffato. Ovviamente la Federazione della stampa acconsente e l’Ordine dei giornalisti è complice.