di Pier Virgilio Dastoli
La Conferenza sul futuro dell’Europa nasce in un periodo di incertezza sui destini del processo di integrazione europea perché – nonostante l’ottimismo diffuso dalle istituzioni europee – non si sa ancora quando partirà il programma per la ripresa dell’economia europea dopo la pandemia bloccato ancora davanti a cinque parlamenti nazionali, perché le prospettive di dotare l’Unione di una sua autonomia strategica sono molto fumose in settori sensibili dell’agenda digitale e dell’intelligenza artificiale per non parlare della politica estera e di sicurezza, perché i governi gestiscono gelosamente senza spirito di solidarietà la gestione dei flussi migratori e perché la dimensione sociale (che implica l’equilibrio intergenerazionale, la parità di genere, la lotta alla precarietà e alla povertà) è apparsa ancora una volta nel Vertice di Porto come un settore quasi totalmente chiuso nei confini nazionali.
Eppure, la speranza risiede nel fatto che l’innovazione al centro della Conferenza di far discutere su un piano di uguaglianza cittadini e istituzioni possa scardinare un ingranaggio che, dal Trattato di Lisbona in poi, è stato preso in ostaggio dal metodo confederale e nel fatto che la democrazia partecipativa, usando tutti gli strumenti della società digitale, sia in grado di far riaprire il cantiere delle riforme dell’Unione europea.
Affinché la speranza si tramuti in realtà il Movimento europeo sottopone qui di seguito all’attenzione dell’opinione pubblica prima italiana e poi europee la sua analisi, le sue critiche e un catalogo di proposte costruttive.
Apriamo subito i cancelli del cantiere europeo
Come omaggio alla Francia e al suo Presidente Emmanuel Macron che ha lanciato l’idea della Conferenza il 4 marzo 2019 con la sua lettera ai cittadini europei “per un rinascimento europeo”, è stato deciso che la maggior parte dei lavori sul futuro dell’Europa si svolgeranno nell’emiciclo del Parlamento europeo a Strasburgo nel Palazzo dedicato a Louise Weiss, un palazzo inaugurato nel 1999 per ospitare l’Assemblea della nuova Unione ampliata ai paesi dell’Europa centrale.
La scelta di Strasburgo è del resto simbolicamente significativa perché in base al Trattato di Lisbona è la sede ufficiale del Parlamento europeo, l’unica istituzione che rappresenta l’insieme delle cittadine e dei cittadini europei.
Come sa chi sta seguendo l’avvio della Conferenza sul futuro dell’Europa, la principale innovazione rispetto alle precedenti esperienze (sei conferenze intergovernative dall’Atto Unico al Trattato di Lisbona e due Convenzioni sulla Carta dei diritti fondamentali e sul Trattato-costituzionale) dovrebbe risiedere nell’apertura del cantiere europeo ai “non addetti ai lavori” e cioè alle cittadine e ai cittadini con un’attenzione particolare ai giovani nel quadro della democrazia partecipativa.
Nel passare dagli auspici ai fatti affidando questo passaggio ad un ristretto comitato di rappresentanti delle istituzioni (Executive Board), la preparazione della Conferenza ha fino ad ora subito alcuni tentativi di modifiche sostanziali ed altri tentativi rischiano di aver luogo in un complesso o complicato esercizio di democrazia partecipativa dove l’orientamento di alcuni governi sembra quello di trasformare il confronto fra la società civile ancora inadeguatamente organizzata e le istituzioni in una vasta consultazione lasciando poi alle stesse istituzioni il compito di trarre le conseguenze del confronto.
È stata innanzitutto creata dalle tre istituzioni europee ma gestita dalla Commissione una piattaforma online (https://futureu.europa.eu) per offrire alle cittadine e ai cittadini uno strumento di circolazione di idee, commenti, eventi e condivisioni.
Alla data del 19 maggio 2021 e cioè esattamente un mese dopo il suo lancio sono stati creati poco più di tredicimila profili largamente individuali (l’accesso delle associazioni è ancora molto problematico anche se il Movimento europeo in Italia è stata la prima organizzazione a creare un suo profilo il 19 aprile[1] seguito dal Movimento Federalista Europeo il 22 aprile[2]) se si considera che mediamente il 78 % della famiglie europee ha accesso a internet e che sono stati per ora creati meno di seicento eventi in tutta l’Unione europea.
Il multilinguismo non è ancora assicurato totalmente e automaticamente, l’accesso alla piattaforma non è per ora consentito ai cittadini non-UE che vivono nell’Unione europea escludendo dunque il 5% della popolazione europea residente così come dal dibattito sul futuro dell’Europa (e non dell’Unione europea) sono stati per ora esclusi i paesi dei Balcani candidati all’adesione cosa che non avvenne nella Convenzione sul trattato-costituzionale.
Poiché la piattaforma prevede dieci “argomenti” (“Cambiamento climatico e ambiente”, “salute”, “un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione”, “l’UE nel mondo”, “valori e diritti, Stato di diritto e sicurezza”, “trasformazione digitale”, “democrazia europea”, “migrazione”, “istruzione, cultura, gioventù e sport” che non corrispondono esattamente ai temi della “dichiarazione comune” del 10 marzo a cui si è aggiunto l’argomento “altre idee”) e poiché molti eventi toccano più argomenti, un “amministratore” innominato si è auto-attribuito il diritto di censura cancellando dalla piattaforma il resoconto di eventi realizzati o di idee nel caso in cui gli uni e le altre stiano in più argomenti decidendo arbitrariamente in quale argomento debbano stare. Si tratta evidentemente di una censura preventiva o successiva inaccettabile che deve essere denunciata e sottratta al potere dell’“amministratore”.
Per assicurare un’ampia partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla piattaforma – che la Commissione considera come “il cuore della Conferenza” – è necessaria e urgente una campagna di comunicazione, informazione e sensibilizzazione perché la mobilitazione delle opinioni pubbliche sarà uno dei criteri per misurare il successo del dibattito sul futuro dell’Europa e per aprire dopo la Conferenza una fase di riforma dell’Unione europea che il Movimento Europeo ritiene debba essere costituente con al centro il ruolo del Parlamento europeo.
Non è previsto un coinvolgimento diretto nella Conferenza dei poteri locali e regionali – al di là della partecipazione del Comitato delle Regioni – affinché all’ipotesi della democrazia partecipativa si affianchi la democrazia di prossimità e non è stato concepito il coinvolgimento diretto del mondo accademico e dei centri di ricerca, come era invece avvenuto al tempo della Convenzione sulla costituzione europea, o della rete delle fondazioni culturali in Europa[3] o delle organizzazioni che partecipano a Europa creativa.
La dimensione culturale non era stata compresa del resto fra i temi indicati nella “dichiarazione comune” del 10 marzo ma è stata aggiunta – insieme alla salute – dalla Commissione sulla piattaforma online.
Sarebbe utile in questo quadro coinvolgere nel dibattito sul futuro dell’Europa l’associazione degli istituti culturali degli Stati membri dell’Unione europea, creata a Bruxelles nel 2007 (EUNIC European Union National Institutes for Culture).
Rientra in questo quadro l’ipotesi di un progetto su cui sta riflettendo il Movimento europeo di proporre ai promotori dei molti festival culturali che s i svolgeranno in Italia nei prossimi mesi di introdurre nel programma un evento dedicato al dibattito sul futuro dell’Europa[4]
Varrebbe anche la pena di riflettere sulle modalità di un coinvolgimento diretto dei partiti europei, il cui ruolo è specificatamente previsto nel Trattato di Lisbona e la cui partecipazione dovrebbe andare al di là dei parlamentari europei e nazionali poiché ai partiti europei è attribuita la missione di “formare la coscienza europea dei cittadini” (art. 10 TFUE).
Il dialogo transnazionale in cui saranno coinvolti i cittadini, selezionati per sorteggio da una società incaricata dalla Commissione europea, sarà limitato a quattro panel tematici su temi non ancora scelti fra le dieci priorità indicate sulla piattaforma con il coinvolgimento totale di ottocento persone di cui un decimo sarà invitato ad entrare nel cantiere di Strasburgo insieme ad una cittadina o a un cittadino per paese per un totale di 108 pari al numero dei parlamentari europei e dei parlamentari nazionali.
Se ci si basa sulle esperienze di democrazia partecipativa vissute più recentemente ma con alterne fortune in Belgio, Irlanda e Islanda in processi di scrittura collettiva di riforme costituzionali vediamo una differenza sostanziale non soltanto dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo che avvalora il timore di chi ritiene che il coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini sarà di fatto limitato ad una vasta consultazione (citizen’s dialogue o citizen’s consultation) ben lontana dall’idea di un ampio dibattito pubblico.
Poiché i temi dei panel non sono ancora stati scelti, le cittadine e i cittadini non sono stati sorteggiati e gli ottanta predestinati ad entrare nel cantiere europeo saranno verosimilmente selezionati solo a conclusione dei panel, l’emiciclo di Strasburgo si aprirà ai “non addetti ai lavori” in autunno e la prima sessione plenaria del 19 giugno potrebbe essere aperta solo alle istituzioni nella misura in cui i parlamenti nazionali e i governi avranno scelto preventivamente i loro rappresentanti.
Per quanto riguarda i giovani, che avrebbero dovuto essere i protagonisti del loro futuro, l’idea iniziale dei tre co-presidenti del comitato esecutivo era quella di far entrare nel cantiere solo un giovane e cioè il presidente del Forum europeo della gioventù.
Quest’idea inaccettabile è stata immediatamente e parzialmente corretta dal Comitato esecutivo che ha chiesto di introdurre nel sorteggio degli ottanta predestinati al cantiere un terzo di giovani al di sotto di 25 anni portando la percentuale dei giovani nella Conferenza dallo 0,23% al 6,23% e comunque meno della metà della percentuale di giovani europei fra i 15 e i 25 anni (12,7%) sul totale della popolazione europea.
In questo quadro si pone la questione del coinvolgimento delle scuole e delle università (docenti e discenti) anche attraverso iniziative europee come il programma del Parlamento europeo rivolto al mondo educativo (le 50 Scuole Ambasciatrici del Parlamento Europeo – EPAS), le scuole di Open Coesione, il programma Europa=Noi o le reti che partecipano al programma Erasmus Plus e il coinvolgimento degli studenti universitari in mobilità transfrontaliera attraverso Erasmus Student Network[5]
Il Movimento europeo ritiene che sia nello stesso tempo un errore ed un segnale negativo organizzare la prima sessione plenaria della Conferenza il 19 giugno senza la partecipazione diretta delle cittadine e dei cittadini e non avendo ancora dato una risposta alla richiesta delle reti europee della società civile (in particolare Civil Society Convention) e delle organizzazioni europeiste (UEF, MEI e JEF) di essere associate alla Conferenza ed è convinto che il cantiere debba essere immediatamente aperto alla democrazia partecipativa con una prima selezione fra le cittadine e i cittadini che hanno creato un loro profilo sulla piattaforma online.
Il Movimento europeo propone inoltre di ampliare la composizione della Conferenza ad alcune organizzazioni europee dei poteri locali e regionali come il CCRE, Eurocities, la rete delle città europee della cultura e una delegazione del Patto dei Sindaci per il clima e l’energia.
Nel riflettere sull’ampliamento della composizione della Conferenza, il Movimento europeo ritiene che sia essenziale associare ai suoi lavori la Corte di Giustizia dell’Unione europea e la Banca Centrale europea i cui compiti e i cui poteri sono parte essenziale dell’Unione così come essa è oggi ma certamente del futuro dell’Europa nelle sue dimensioni giuridica e monetaria.
Il Movimento europeo attira inoltre l’attenzione sulle seguenti modalità che appaiono indispensabili per allargare il coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini insieme alla società civile europea in via di organizzazione e rafforzare la democrazia partecipativa:
– garantire la pubblicità e la ritrasmissione di tutti i lavori, dai panel alle sessioni plenarie fino alle riunioni del Comitato esecutivo
– mettere a disposizione del dibattito sul futuro dell’Europa i servizi pubblici radiotelevisivi attraverso spazi speciali o all’interno di trasmissioni sui lavori dei parlamenti e coinvolgere la rete delle radio universitarie EUROPHONICA[6]
– introdurre nella “Carta dei cittadini” e nelle modalità di funzionamento della Conferenza una fase di monitoraggio sui risultati raggiunti e sul seguito che ad essi sarà dato dalle istituzioni da parte delle cittadine e dei cittadini insieme ai partner sociali e alle reti della società civile a partire dai panel, sulla piattaforma online ed in una valutazione nell’ambito della componente della Conferenza consacrata ai “non addetti ai lavori”.
Contemporaneamente all’apertura immediata del cantiere alla democrazia partecipativa e di prossimità il 19 giugno, il Movimento europeo invita tutti i suoi membri collettivi e chi ha aderito alla “piattaforma italiana” nata il 6 settembre 2019 in cooperazione con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL):
– a creare un loro profilo su futureu.europa.eu così come il Movimento europeo ha già fatto il 19 aprile e il Movimento federalista Europeo ha fatto il 22 aprile,
– a caricare sulla piattaforma i loro eventi e le idee che dagli eventi sono emerse,
– ad assicurarne la diffusione in inglese fino a quando il multilinguismo automatico non sarà totalmente garantito,
– a condividere e/o sottoscrivere le idee di ciascun membro collettivo,
– a introdurre nuovi temi su priorità non previste nella “dichiarazione comune” del 10 marzo inserendoli nella sezione “altre idee” a partire dalla riforma dei trattati, dalla capacità fiscale dell’UE, dalla governance democratica dell’UEM e dall’autonomia strategica dell’UE nel mondo,
– a moltiplicare gli eventi locali e a promuovere dibattiti transnazionali,
– a creare gruppi di riflessione e di proposta,
– a comunicare attraverso gli strumenti social (web, newsletters, Facebook, Instagram, Twitter, YouTube, WhatsApp, Signal ecc.) l’esistenza della piattaforma online e le modalità per accedere.
Il Movimento europeo intende coinvolgere altri attori della società italiana che appartengono ai corpi intermedi in una dimensione europea[7] , le organizzazioni che operano nell’economia sociale e i promotori italiani delle iniziative dei cittadini europei (ICE) in collaborazione con EUMANS[8] .
Per mantenere e arricchire la partecipazione a livello italiano e dopo la giornata del 30 aprile – dedicata alle nostre priorità, alla democrazia partecipativa, al ruolo e agli interessi dell’Italia, al cantiere delle riforme – il Movimento europeo ha deciso di promuovere una seconda giornata di riflessione sul futuro dell’Europa il 18 giugno alla vigilia della prima sessione plenaria della Conferenza del 19 giugno.
Le nostre proposte
Per quanto riguarda la piattaforma online
– Assicurare la traduzione automatica e totale di tutti materiali nelle ventiquattro lingue europee
– Assicurare l’accesso ai profili, alle idee, ai commenti, alle condivisioni e all’organizzazione di eventi ai cittadini non-UE che risiedono sul territorio dell’Unione europea
– Garantire la facilità di accesso alle associazioni rappresentative e alla società civile, al mondo dell’accademia e della ricerca, ai poteri locali e regionali, ai partiti europei, alle fondazioni culturali e agli istituti nazionali di cultura, ai promotori di ICE, ai vincitori dello Spinelli Prize, alle organizzazioni studentesche senza censure preventive o successive
– Creare uno spazio per la pubblicizzazione di eventi nei paesi dei Balcani occidentali candidati all’adesione
– Prevedere l’operatività della piattaforma dopo la conclusione della Conferenza per dare la possibilità alle cittadine e ai cittadini, alle associazioni rappresentative e alla società civile di monitorare il seguito della Conferenza e per reagire alle proposte operative delle istituzioni europee e nazionali fino alle elezioni europee nel maggio 2024
Per quanto riguarda la composizione della Conferenza nelle sessioni plenarie
– Garantire la partecipazione di una percentuale di giovani fra i 15 e i 25 anni pari a quella esistente nella popolazione europea (12.7%) e cioè un totale di almeno 55 giovani sui 433 partecipanti alle sessioni plenarie
– Prevedere la presenza come osservatori di rappresentanti dei poteri locali e regionali e delle loro reti europee (CCRE, Eurocities, Rete delle capitali europee della cultura, Patto dei sindaci per il clima e l’energia, Macroregioni…) al di là dei rappresentanti del Comitato delle Regioni
– Rafforzare la dimensione culturale con la partecipazione come osservatori degli Istituti nazionali di cultura associati nell’EUNIC, delle università delle capitali d’Europa, dei centri di ricerca europei, dei partenariati dei progetti di Europa Creativa…
– Rafforzare il rapporto con il mondo della scuola (docenti e discenti) associando ad esempio ad una plenaria dei rappresentanti dei programmi del PE (Scuola Ambasciatrice del PE, Euroscola.) ed usando strumenti pedagogicamente innovativi come il “Processo all’Europa” o “l’Europa a teatro”.
Campagna di comunicazione, informazione e sensibilizzazione
– Coinvolgere i servizi pubblici radio-televisivi così come altre reti come Euronews o le radio universitarie (ad esempio EUROPHONICA)
– Garantire la pubblicità e la ritrasmissione di tutti i lavori della Conferenza, non solo nelle plenarie ma anche nei panel e delle riunioni dell’Executive Board
– Sollecitare i partiti europei e le loro fondazioni a svolgere la missione che è stata loro affidata dal Trattato di Lisbona (art. 10 “formare la coscienza europea dei cittadini”)
– Facilitare l’organizzazione di consigli comunali e regionali aperti alla cittadinanza
– Dare mandato – e fornire loro le risorse necessarie – alle rappresentanze dell’Unione europea nei paesi membri (e alle delegazioni nei paesi candidati all’adesione) di promuovere eventi di dibattito sul futuro dell’Europa nei numerosi festival culturali utilizzando anche lo strumento innovativo dei fringe festival
Roma, 25 maggio 2021
per scaricare il PDF clicca qui
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- https://futureu.europa.eu/profiles/movimento_europeo/
- https://futureu.europa.eu/profiles/movimento_federalist/activity?locale=it
- Molte delle quali fanno parte di European Foundations Centre
- Citiamo per memoria i più importanti festival cultural che, COVID permettendo, avranno luogo in Italia nel 2021- 2022: Festival Internazionale della Storia di Gorizia, Festival dei diritti Umani di Milano, Festival della Comunicazione di Camogli, Festival della Mente di La Spezia, Festival della Scienza di Genova, Festival dell’Economia di Trento, Festival Internazionale di Ferrara, Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS in molte città italiane, Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, Festival della Letteratura di Mantova, Festival della Filosofia di Modena, Fiera del Levante di Bari, Forum PA di Roma, Meeting per l’amicizia dei Popoli di Rimini, Più Libri più liberi di Roma, Pordenonelegge di Pordenone, Salone Internazionale del Libro di Torino, Festival Leggere&Scrivere di Vibo Valentia ma potremmo citare anche alcuni festival del cinema che sono occasioni di dibattiti culturali come il MedFilmFestival di Roma e il Festival del Cinema del Mediterraneo di Lecce
- A EPAS si aggiungono le iniziative Euroscola, European Youth Event, Insieme-per-eu, la Casa della storia europea, il Parlamentarium e il Premio europeo Carlo Magno della Gioventù.
- www.raduni.org
- Illuminanti a questo proposito gli studi dell’ASTRID e in particolare quelli su “corpi intermedi nella democrazia di oggi e di domani” (Franco Bassanini, Tiziano Treu e Giorgio Vittadini)
- www.formyrights.eu