di riccardo mastrorillo
Pensavamo di averle viste tutte, ma ci sbagliavamo. L’ennesimo sedicente liberale si è dimostrato un populista peggiore dei populisti. Quando a ottobre del 2019 dichiarò, senza vergogna “Per 30 anni ho ripetuto tutte le banalità del liberismo ideologico”, specificando che “Queste cazzate le abbiamo sostenute, io le ho sostenute, per 30 anni. E poi dice che vincono i sovranisti…”, noi non credemmo ad un sincero ripensamento.
Tendenzialmente siamo portati a ritenere che uno che per trent’anni spara cazzate, difficilmente possa smettere, e per questo, a differenza di tanti troppi orfani di liberalismo, non abbiamo mai creduto nel ravvedimento di Calenda, ma non pensavamo che la sua “pienezza di sé” potesse mai arrivare a cotanto epilogo. L’ultima “cazzata” di Calenda è senz’altro la mitologica “agenda Draghi”, dimenticando che Draghi ha presieduto un governo di “unità nazionale”, non ha mai proposto un suo progetto politico e tantomeno fissato un’agenda politica, ma il suo governo è stato pesantemente condizionato dall’agenda politica di Forza Italia e della Lega, insomma più un’agenda Putin in Italia che l’agenda di un personaggio, Draghi, che si è definito liberalsocialista. Del resto anche le proposte di Calenda ci sembrano più simili a quelle di Salvini che a quelle di Einaudi. “Conoscere per deliberale” era uno dei motti einaudiani e Calenda dimostra quotidianamente di non conoscere nulla quando propone soluzioni ideologiche quali centrali nucleari e inceneritori, che rappresentano soluzioni estremamente costose e piuttosto lontane nel tempo, rispetto all’esigenza immediata di reperire energia per rendersi indipendenti dal gas Russo e rispetto alla necessità urgente di risolvere l’emergenza immondizia nella capitale. Ma più che a Calenda la nostra indignazione la rivolgiamo ai tanti, troppi, orfani di liberalismo che hanno potuto credere che un simile personaggio potesse interpretare la cultura politica liberale. Il Partito democratico, al quale non abbiamo mai smesso di muovere critiche anche molto aspre, ha proposto un meccanismo di alleanze politiche, per contendere alla destra la vittoria alle prossime elezioni. Una destra pericolosa perché o Putiniana o neofascista che poi, nei fatti, sarebbe lo stesso. L’accordo con Sinistra italiana e i Verdi, siglato il 6 agosto da Letta, era un ulteriore tassello di questa santa alleanza democratica per sconfiggere le destre. Quando nel 1994 Silvio Berlusconi siglò due accordi separati uno con la Lega Nord e uno con Alleanza Nazionale, riuscì ad ottenere una netta vittoria elettorale, contro ogni previsione. Quando si ha a che fare con un sistema elettorale di fatto maggioritario, l’ampiezza delle alleanze è l’unica possibilità di vittoria, ma a Calenda non interessa né vincere né fare il bene del paese, solo dare fiato al suo ego smisurato ed ottenere un’affermazione personale. Sinistra Italiana e Verdi non hanno mai votato la fiducia al governo Draghi, ma lo hanno fatto dopo attenta valutazione e mantenendo una coerenza di fondo per la quale va, comunque, dimostrato rispetto. Non è la stessa situazione del movimento 5 stelle, che pur facendo parte del Governo Draghi ha scelto di non votare la fiducia, creando i presupposti perché i due inaffidabili alleati, Forza Italia e Lega, precipitassero il paese alle elezioni politiche più pericolose dopo quelle del 1948. Qualunque sia la scelta di Calenda si è indubbiamente schierato dalla parte sbagliata.
Un’ultima considerazione la vorremmo riservare alla minoranza malpancista di Sinistra italiana e, sebbene meno consistente, di Europa Verde: semmai i vostri dirigenti avessero dato retta alle vostre preclusioni ideologiche contro Calenda, non avremmo mai potuto provare l’inaffidabilità di Calenda, la pervicace resistenza di Fratoianni e Bonelli, che da mesi avevano indicato nell’alleanza col Pd la linea politica dei rispettivi partiti, ha salvato il paese dall’ennesima truffa. E poi diciamocelo: Bonelli e Fratoianni sono stati eletti all’unanimità dai rispettivi partiti su quella linea, cambiarla, perché Calenda non ci piace, sarebbe stato l’ennesimo errore madornale, cioè far scegliere ad altri. Tra Calenda e alleanza Verdi-Sinistra Letta ha scelto voi, già questa è una grossa vittoria politica. Gli italiani sapranno scegliere il 25 settembre, e la scelta, siamo certi, terrà conto della serietà e della coerenza dei leaders.
Nell’articolo manca una anche minima analisi della gestione della vicenda da parte di Letta. Perché in un paese normale – e l’Italia non lo è – ci si sarebbe chiesti se una gestione così pasticciata,improvvisata, incoerente ecc.ecc. del segretario Pd non dovrebbe indurlo a lasciare l’incarico. Capisco, il momento, la crisi, la pandemia, la guerra, le elezioni imminenti, ma comunque la si giri appare evidente tutta l’inadeguatezza di Letta e della classe dirigente (sic!) del Pd.
Per quanto riguarda il voto del 25, anch’io voterò in base alla serietà ed alla coerenza del leader, e non sarà ovviamente né il Pd ne’ questa destra, tantomeno altri nani e ballerine tra cui appunto Calenda, Bonino, Renzi, Pizzarotti…
Concordo pienamente con la valutazione dell’amico Riccardo Mastrorillo poiché nonostante sia stato critico sull’accordo EV-SI solo perché i Verdi in una sorta di “agitazione sinistrorsa” hanno fatto l’ennesima contorsione ideologica dopo aver subito un lacerante congresso a Fiuggi sul tema delle alleanze,che comportò la fuoriuscita dal partito e la confluenza in SEL di oltre la metà del quadro dirigente e degli iscritti.
Oggi la nascita di Ev avrebbe dovuto comportare in primis un accordo con il mondo ecologista o almeno un espresso ed evidente tentativo in tal senso e dopo una eventuale lista comune con SI.
Il progetto ha invece viaggiato in modo diverso e anche per questa ragione il 12 giugno u.s. ho lasciato Europa Verde.
Oggi invece siamo a giudicare uno strano personaggio,che fa e disfa alleanze senza il minimo criterio in un contesto dove hanno sicuramente brillato per serietà Letta, Bonelli,Fratoianni e la Bonino.
Ora cosa farà Calenda ma soprattutto cosa farà il partito di Calenda poiché o sono come i pesci muti e silenziosi oppure qualcuna o qualcuno si farà sentire poiché in Azione milita qualche persona soprattutto a livello locale (Savona)di buon senso .
In ultimo Bonelli ha purtroppo perso una buona occasione di tacere: Fratoianni e SI propongono giustamente di sondare la possibilità almeno di accordi tecnici con i cinquestelle nell’uninominale per impedire una vittoria gigantesca della destra ed ecco che il nostro “Caro Leader”,che chiude a ogni ipotesi di intesa con i pentastellati, che pure io considero un partito nefasto ma per difendere la costituzione sono disponibile a fare il patto pure con diavolo.