Aveva ragione Croce (Benedetto, filosofo di qualche nome, da non confondersi con LA croce con cui si firmano molti camerati) quando definì il fascismo “onagrocrazia”, ovvero il comando degli asini selvaggi. I suoi eredi fanno onore ogni giorno a questa qualifica. Per esempio, oggi gira il video in cui il Presidente della Camera, presiedendo l’Aula di Montecitorio, ha pronunciato con grande sicurezza così com’è scritto il nome di Vittorio Bachelet, uno dei più illustri martiri degli “anni di piombo”. Dimostrando di essere vissuto negli ultimi cinquanta anni senza radio, né televisione. Immagino la meraviglia degli alunni che dalle tribune assistevano alla seduta parlamentare, quando hanno sentito storpiare il nome che titola la loro scuola. Chissà se qualcuno di loro ha tremato pensando al suo futuro.
Ben sventurata la mia generazione (dopo ne sono venute alcune altre forse addirittura peggiori) stretta tra i compagni che nei cortei gridavano “Fascisti carogne, tornate nelle fogne” (qualche anno dopo avrebbero sparato a destra e a manca) e i fascisti che nelle fogne sapevano tutto della Carta di Verona e del generale Graziani ma, guidati anch’essi da cattivi maestri, si addestravano a metter bombe nelle piazze. Aggrappati a Russell e a Keynes, assistevamo, irrilevanti, a due forme opposte di abissale ignoranza: i “compagni che sbagliano” scrivevano proclami che avrebbero fatto ridere se non avessero accompagnato azioni truci, i “compagni acculturati” si inebriavano con Schmitt ed Heidegger, mentre i camerati rimanevano ignari di un’eco qualunque della cultura del secondo Novecento. I più acculturati orecchiavano Ardengo Soffici e Papini…
L’Italia in rovina di oggi è anche frutto marcio di questi cumuli di analfabetismo che in un modo o in un altro, nei settori più diversi, hanno segnato l’epoca. Non è un caso che oggi imperversano professori che sostituiscono Popper con Tatarella, o storici stalinisti che paragonano Berlusconi a De Gaulle o non sanno distinguere neppure la tirannia più truce dalla democrazia, anche la più malconcia, o che a un ignorante come una cocuzza non resti altro che presiedere la Camera dei deputati.
la Lepre marzolina – giovedì 20 aprile 2023