la magnani e la meloni

-La Magnani de noantre? Giorgia Meloni tra tautologie e fraintendimenti

di francesca palazzi arduini

Esce su Il Foglio il 31 agosto una intervista di Francesco Gottardi alla femminista storica Alessandra Bocchetti. Segue uno tsunami di pianti e indignazioni, seguito poi da altre emotive dichiarazioni di apprezzamento della figura di Meloni di tenore meno analitico, con rimpiattini tra influencer. Emblematico e distopico, nei giorni successivi, il rimprovero di Selvaggia Lucarelli, influencer appunto, a Cathy La Torre, attivista Lgbtq e influencer, per essersi azzardata a dare giudizi politici, cosa che a suo dire le influencer non sono accreditate a fare. Il crogiolo che parla alla padella.


Ma di cosa stiamo parlando? Di una donna dal carattere forte e dai bracciali stile Wonder woman, Meloni. Di un fascino che non è suo proprio ma risultato agglomerato dalla costruzione mediatica che le turbina intorno, quello che lei ha catalizzato semplicemente con la sua capacità di gestire il potere in una congiuntura di decadimento e morte del patriarca simbolo del malgoverno italiano, Silvio B.
Simbolicamente, Meloni rappresenta il tentativo di costruire una credibilità politica del centro destra dopo la santificazione del magnate della casa delle libertà. La Magnani de noantre, prima di tutto, è la donna giusta nel momento giusto, quando c’è necessità urgente di far fruttare il sapiente schieramento avvenuto durante i lockdown: una parte del centro destra schierata con chi sospendeva dal lavoro i cittadini non vaccinati e intanto si organizzava per magnà col Pnrr, e una parte, lei la integerrima, all’opposizione.
Il premio a Meloni dato dall’elettorato per questo coraggio identitario, è però anche altro: è un fardello. Le rane chiedevano una regina. E lei regna, come nella fiaba di Esopo cercando di non farsi smerdare. Regna come una Vestale della fiamma del Pil, capace non solo di tenersela nelle mutande contrariamente ai suoi colleghi maschi ma di convivere con la contraddizione morale del suo essere nubile e madre. Questa scelta matriarcale e forte è politica? Certo, proprio il femminismo storico ha affermato che il privato è politico. Ma resta un privato ‘aggiornato’, che non ha senso paragonare con le scelte delle massaie e fattrici fasciste. Avviso ai naviganti: la destra è diventata smart anche se soggiorna sempre in stanze de mille euro a notte. Ma perché non siamo più capaci di storicizzare? Perché la sinistra continua a paragonare l’immigrazione degli italiani nel Novecento con l’immigrazione di oggi? Perché la sinistra continua a avere questa pazza voglia di egemonia per poi periodicamente venire battuta da chi l’egemonia ce l’ha come primo punto strategico, e opprimente, da sempre? Forse anche il femminismo non è più capace di lavorare senza leader, o non lo è mai stato, ed il riconoscimento tra donne è una fiaba piena di veleni? Io non lo credo, anche se è palese che molte donne soffrono di una lunga guerra tra povere e attualmente sono molto incentrate sui risultati mediatici e meno su ciò che potrebbe crescere anche se non si vede subito sui social: la solidarietà tra donne, che comunque cresce come metodo anche tra le più giovani, per fortuna .
Se Meloni, detta Giorgia, mostra come le donne di destra siano capaci oggi di gestire la propria vita senza più mettersi in testa il velo alla presenza di papi e patroni, come mai Bocchetti tanto si emoziona? Forse solo perché la sinistra italiana questo desiderio di andare dai papi a testa alta non lo ha mai abbandonato. Ricordate il discorso di Muraro, donna forte ed egemonica del pensiero della differenza a Ratzinger? “Caro papa quando parli di differenza sessuale hai imparato da noi”. Pareva una voglia di discorso tra due leader…ma per favore! Proprio tutto deve avere come traguardo il trono, che sia simbolico o reale?
Bocchetti, che è una politica, dice bene quando afferma che la Meloni “ha reso femminile la politica”…certo, ma si tratta di una tautologia, perché non avrebbe senso affermare il contrario, essendo Meloni innegabilmente e biologicamente una donna. Il centro destra ora ha la sua Onorevole Angelina, che ha imparato l’inglese e lavora per mandare gli immigrati a farsi un giretto in Albania. E allora? Anche il PD e l’ex PCI vogliono una Magnani verace, e piangono per avere invece una ragazza che ha tre passaporti e non è fruttarola, e quindi non fa il botto su Instagram?
E che senso ha poi giudicare e raffrontare alcune scelte di Meloni andando a citare i suoi legami familiari, anch’essi appunto tautologici perché Meloni non ha scelto di avere una figlia femmina, la ha avuta e basta, e non per volere divino o potere matriarcale.
A questo punto consiglierei di chiedere la assunzione al trono di rappresentanza della sinistra italiana Gianna Nannini: forte, rock, decisa, con una figlia femmina. Vabbé… la ha chiamata Penelope e quindi il fallo c’è, tanto meglio, accontenterebbe un vasto elettorato.
Se quindi, in una società dove muore ammazzata ogni giorno una donna per aver creduto al matto di turno, possiamo apprezzare il non essere “Olgettina” di Meloni, il suo avversare l’ insostenibile papeetezza dell’essere dei suoi colleghi, non ha alcun senso fare raffronti, che finiscono per essere fraintesi o peggio, come fossero un giudizio sulla politica di governo agita da Meloni stessa, rispetto a donne come Schlein, quasi rimproverandola di non aver abbastanza polso. Esistono dei personaggi politici che, ogni tanto, catalizzano gli umori popolari…ma quando la politica poggia sulla propaganda e sulle “impressioni” delle influencer il segnale è che siamo, come direbbe la mitica Anna, alla frutta.

(francesca palazzi arduini, ci dicono già pentita di aver scritto di pancia e timorosa di linciaggio;)
[da femminismi.it]

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