Potere e clemenza

di angelo perrone

Ghislaine Maxwell, stretta collaboratrice di Jeffrey Epstein, finanziere condannato per abusi sessuali e traffico di minori, poi morto suicida in carcere, gioca una carta, che sarebbe disperata se non ci fossero circostanze politiche favorevoli.

In breve, la Maxwell, dopo lo strano suicidio in carcere del suo amico e complice è stata processata e condannata per aver aiutato il finanziere a reclutare e abusare di ragazze minorenni. Molte le persone citate e/o coinvolte, anche di fama. Lei è destinata a passare in prigione il resto dei suoi giorni. A questo punto Ghislaine Maxwell getta sul tavolo la carta che può farle ottenere la grazia, una sorta di ricompensa per il contributo generosamente offerto.

Intende dichiarare ufficialmente che Donald Trump, il cui nome è emerso nelle carte della vicenda Epstein, non ha avuto alcun comportamento «sconveniente». Il concetto, affatto chiaro, sarebbe da spiegare, ma è difficile che si faccia luce. Troppi gli interessi contrari. Meglio chiudere qui la cosa e fingere che basti.

La giustizia ha scarse possibilità di andare a fondo e di accertare come siano andate veramente i fatti, che Trump sia estraneo ai loschi affari di Epstein o invece no.
L’interesse personale della Maxwell rende discutibili le sue dichiarazioni e fanno dubitare della loro veridicità. Il tentativo di scagionare Trump appare strumentale rispetto alla richiesta di clemenza.

Ma la vicenda nel profondo mostra la deformazione di un sistema giudiziario come quello americano, che non è indipendente dal potere politico, perché i giudici sono nominati dal governo e i pubblici ministeri dipendono dal ministero della Giustizia, cioè sempre dal governo.

Questa storia rappresenta un monito per l’opinione pubblica italiana, mentre si discute della riforma della magistratura e dell’introduzione della separazione delle carriere. Tali cambiamenti costituiscono il preludio all’erosione dell’indipendenza della giustizia, compromettendo così uno dei pilastri fondamentali della democrazia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.