di massimo la torre
Dire qualcosa di sensato su ciò che sta succedendo in Europa e soprattutto in Italia in questi mesi non è impresa facile. Ma neppure difficile. Innanzitutto è bene farsi trascinare dall’evidenza morale. E questa ci dice che c’è del veleno nell’aria, e che questo veleno è ora sparso a piene mani dal governo cosiddetto giallo-verde, questa apparentemente strana e contro-natura coalizione di Lega, destra xenofoba, e Cinquestelle, sinistra-destra anti-establishment. Ma nei Cinquestelle la componente di sinistra è ora impallidita, e prevale la pancia e la volontà maligna della destra qualunquista. Si potrebbe anche dire che la differenza tra gli uni e gli altri e che il Leghista sa quello che fa, e il Pentastellato invece no.
Innanzitutto va detto che c’è un evidente moto xenofobo nel Bel Paese, dove gli Italiani, l’altro ieri ancora “brava gente”, si divertono a impallinare dei poveri disgraziati, che guarda caso sono sempre “diversi”, “neri”. La polizia e la stampa ogni volta si affrettano a precisare che non si tratta di azioni per motivi razzisti. Sono azioni goliardiche, come erano goliardiche ai tempi del mio liceo le prevaricazioni quotidiane dei neofascisti che ridevano a stracciare i volantini degli studenti di sinistra. C’è tanta “goliardia” in Italia, come quella della bomba carta che negli anni Settanta ammazzò un operaio calabrese, Malacaria, nel centro di Catanzaro, e di cui ovviamente nessuno più si ricorda. Italiani brava gente… E di corta memoria.
L’altra evidenza è che il fenomeno migratorio, soprattutto quest’anno, non ha le proporzioni minacciose che Salvini e i media berlusconiani ci hanno presentato e ci presentano ossessivamente. Nella nave di cui ora si impedisce lo sbarco, in una astuta operazione di propaganda elettorale, ci sono meno di duecento poveretti, Eritrei in fuga dal disastro del loro paese, un numero di persone infimo, e tuttavia si agita il pericolo “nero”. E le trombe di un Ministro degli Interni che è piuttosto un ministro della propaganda suonano a più non posso.
Un’ulteriore evidenza è che di fronte alla maggioranza rumorosa di un governo, invero di una parte di questo, ché i Pentastellati subiscono lo sbraitare leghista, assistiamo al silenzio dell’opposizione. Che non c’è. E non c’è né in parlamento né nel paese. Alle grida di una parte si reagisce col sussurro, o col mugugno, o con la cattiva coscienza. Sembra di non poter trovare un punto d’appiglio per reagire all’ondata xenofoba. Eppure ci sarebbe da indignarsi per i cattivi sentimenti sparsi a piene mani, per la mancanza di decenza e di pietà manifesta in un governo, dove il presidente del consiglio si vede dettata la politica migratoria dal ministro degli interni, aggravando la sensazione invero assai diffusa che non sia molto più di un maestro di cerimonia. L’ultima evidenza è che l’Europa è complice di questo disastro morale che si sta compiendo tra le sponde del mediterraneo. Si fa finta he nulla stia accadendo. Oppure si costruiscono muri, come in Ungheria, rifiutando persino da dare da mangiare ai rifugiati, o si manda l’esercito al Brennero, come fa il governo post-post-nazista dell’Austria. Il doppio post lo rende presentabile e digeribile al salotto buono della Commissione europea, ma non attenua la sensazione che qualcuno stia provando a riportare le lancette dell’orologio della storia europea indietro di ottant’anni.
Dunque, bisogna rendere esplicite le evidenze morali e cognitive, indignarsi, e finirla con le buone maniere. A chi si presenta agitando i pugni e la bava alla bocca bisogna dire in faccia di starci lontano, che quella bava ci insozza. Alla cattiveria si opponga lo schifo. Da questo, dallo schifo, può ripartire la buona politica. Non ci resta per ora nient’altro.