di ivo caizzi
Il corrispondente del Corriere della Sera da Bruxelles, Ivo Caizzi, ha sollevato il problema fondamentale dell’attendibilità dell’informazione partendo dalla copertura della trattativa tra Unione Europea e Italia sulla manovra di bilancio per il 2019. Con una richiesta (che riportiamo qui sotto) di chiarimenti sindacali al Comitato di Redazione e per conoscenza a tutti ai colleghi, richiama il rispetto dei principi tradizionali del Corriere come simbolo italiano dell’informazione indipendente di qualità, in un contesto, come quello attuale italiano, dove gli interessi di parte sembrano troppo spesso prevalere sul valore intrinseco delle notizie.
Va ricordato che testate come il New York Times, il Washington Post o l’Economist, hanno dimostrato l’importanza di investire sull’attendibilità e sulla qualità dell’informazione, e quindi sull’autorevolezza e sulla professionalità dei giornalisti, anche per vendere più copie, nonostante la crisi che ha colpito il settore dei media.
Il giornalismo attendibile e di qualità, come la cronaca locale basata su notizie certe e verificabili facilmente dai lettori, che non si trovano quasi mai gratis sul web, si dimostrano, già da tempo, una soluzione efficace per il rilancio dei media.
Senza Bavaglio
twitter @sbavaglio
Ecco il messaggio inviato da Ivo Caizzi al Comitato di Redazione e a tutti i giornalisti del Corriere della sera
Cari colleghi del Cdr del Corriere
p.c. alla Redazione e alla Direzione
Nella solita massima trasparenza interna, chiedo al Comitato di redazione – in base al suo dovere di tutela dell’attendibilità e dell’indipendenza del Corriere e dei suoi giornalisti – di verificare e valutare il comportamento del direttore Luciano Fontana nella copertura della trattativa tra Unione europea e Italia sulla manovra di bilancio 2019, in relazione a quanto documentalmente provato con 5 allegati.
Inizio dall’1 novembre scorso, quando Fontana apriva il giornale titolando in prima pagina su una “procedura d’infrazione” Ue contro l’Italia (foto 1) inesistente, oltre che tecnicamente impossibile, in quella data. In trenta anni non ricordo un’altra “notizia che non c’è” simile in quella collocazione sul Corriere. Anche perché Fontana potrebbe aver dato il massimo risalto possibile a quello “scoop” pur sapendo che non si era mai arrivati nemmeno alla fase iniziale della proposta tecnica dei commissari Ue. Aggiungeva, infatti, in piccolo in prima: “a meno di cambiamenti di rotta sostanziali”. In pratica si strilla nel titolo “L’ITALIA PERDERA’” e si infila tra le righe “se non vince o pareggia”. In questo modo si potrebbero fare “scoop” simili in serie: “IL PREMIER CADRA’, se non resterà in sella”, “L’IMPUTATO SARA’ CONDANNATO, se non verrà assolto”, “QUEL PRETE SARA’ BEATIFICATO, se non è un pedofilo”, “TIZIO MORIRA’, se non vivrà”.
Per fortuna al Corriere il direttore può sottovalutare e dare poco spazio a notizie certe, ma non eliminarle. Così:
1) Il 4 novembre il Corriere rivelava (foto 2) che i governi più influenti avevano incaricato di mediare un compromesso con l’Italia – sulla manovra – il presidente dell’Eurogruppo Centeno, che guida l’organo politico che di fatto decide sull’eventuale procedura d’infrazione.
2) Il 6 novembre il Corriere riportava (foto 3) – nel mini-spazio concesso dal direttore per un argomento di tale rilevanza e complessità – la conferma ufficiale di Centeno, a nome dei 19 ministri finanziari dell’Eurogruppo, sulla scelta del dialogo e del compromesso con l’Italia. E la smentita delle anticipazioni sulla procedura contro l’Italia da parte della Commissione Ue, che tramite Moscovici le bollava come “fake news” e indicava come prioritaria la linea del “dialogo, dialogo, dialogo” con Roma.
3) Il 7 novembre il Corriere, sempre in uno spazio breve (allegato 4), informava sui 28 ministri finanziari dell’Ecofin, che devono ratificare le decisioni dell’Eurogruppo, e che – tramite il presidente Loger – confermavano la trattativa e l’aspettativa di sviluppi positivi con l’Italia.
Ma Fontana, lo stesso 7 novembre, faceva pubblicare – con risalto e ampio spazio – un retroscena che iniziava con una incredibile smentita del pezzo della pagina precedente e degli altri due del Corriere già usciti sulla trattativa in corso perché le notizie non sarebbero esistite nell’Eurogruppo e nell’Ecofin (nonostante le conferme dei due presidenti).
Lo so, sembra incredibile. Ma leggete la foto 5: “Gli incontri dei ministri finanziari di questi giorni a Bruxelles hanno prodotto il risultato previsto e non ciò che, al contrario, NON E’ MAI NEPPURE STATO IN DISCUSSIONE. Non c’è stato nessun passo verso un compromesso fra la Commissione europea e l’Italia, né alcun vero negoziato. Al contrario, dall’Eurogruppo e dall’Ecofin è emerso solamente il sostegno di 18 Paesi dell’area euro e di tutti gli altri esterni alla moneta unica per la posizione della Commissione contro il bilancio del governo di Giuseppe Conte”.
Vi risparmio (pronto a integrare, se servisse) quanto poi successo con altre notizie sui positivi sviluppi della trattativa Ue-Italia, fino al Corriere di Fontana unico – tra i maggiori quotidiani – a non mettere in pagina un pezzo da Bruxelles quando la Commissione Ue ha ufficializzato l’esito positivo nella trattativa con l’Italia sulla manovra.
Quello che conta è che il Cdr – nell’interesse del Corriere, dei suoi giornalisti e dei suoi lettori – chiarisca:
a) Se il comportamento del direttore Fontana sia stato corretto.
b) Se si può aprire la prima pagina del Corriere con “una notizia che non c’è” del genere.
c) Se il direttore non debba limitarsi a imporre la sua linea attraverso editoriali, opinioni e commenti.
d) Se il direttore ritiene che le “notizie” con annuncio della procedura e smentita della trattativa UE-Italia possano aver influito – magari anche marginalmente e inconsapevolmente – sui mercati finanziari: favorendo di fatto mega-speculatori, che in quei giorni scommettevano capitali ingenti sulla destabilizzazione dell’Italia (e sui conseguenti crolli in Borsa e aumenti degli spread sui titoli di Stato italiani).
e) Se l’attendibilità del Corriere non vada difesa meglio, almeno per ridurre le perdite di copie (con la direzione Fontana siamo già a circa – 120 mila, secondo i dati Ads sulla diffusione totale).
f) Se possiamo augurarci che, dal 2019, il Corriere possa tornare a fare la sua tradizionale “informazione indipendente di qualità” garantendo sempre la massima attendibilità delle notizie: dalla prima all’ultima pagina.
Ivo Caizzi
31 dicembre 2018
Cari colleghi del CdR,
al Corriere sappiamo che nell’informazione è fondamentale – oltre all’attendibilità – anche la completezza. Pertanto integro le precedenti informazioni segnalandovi – senza aggiungere alcun commento – che il direttore Fontana, oggi, nel suo fondo in prima, ha sostenuto su UE & manovra:
“Con l’Europa si è trovato quel compromesso ragionevole che questo giornale ha sempre auspicato”.
I. C.
2 gennaio 2019
E’ da tempo che Corsera, Repubblica e Stampa – i quotidiani che Travaglio definisce ” giornaloni” – manifestano opinioni di parte spacciandole per notizie. La Stampa dedica pagine e pagine alle buone ragioni del Tav oscurando il pensiero di coloro, non per questioni ideologiche o per partito preso ma per motivi ispirati a pura razionalita’, gli sono contrari, il Corsera adombra penalizzazioni inesistenti della confroriforma Fornero, Repubblica poi, un po’ su tutto, sembra essersi trasformata nell’ufficio stampa e propaganda del pd, stesso livore stessa logica del tipo “non mantenete le promesse fatte in campagna elettorale”, come se noi, pur di fare un favore alle superstiti truppe cammellate renziane, dovessimo augurarci un governo che porti il paese alla rovina. Ebbene, nell’anno 2018, ho finalmente scoperto che esistono i “poteri forti”, quelle elites di menti “superiori” che per venire incontro ai progetti dei loro editori o anche per soddisfare aspirazioni personali non si fanno scrupolo di “orientare” il lettore fornendo notizie con dati parziali, omettendone alcuni fondamentali per comprendere l’accaduto, richiamando costantemente la sua attenzione su alcune problematiche anziche’ su altre, in questo modo carpendo la sua buona fede. Beh, se l’editoria se la passa cosi’ male, qualche motivo ci sara’ pure.
Un’altra osservazione.Tutti cercano di addossare le fake news al web. Invece è proprio sulla carta stampata compaiono le notizie più fuorvianti. E questo prima dell’avvento di internet.