di enzo marzo
Il cielo ci salvi dal servilismo più o meno sguaiato! E soprattutto salvi i soggetti “insalivati” dai servi sciocchi. Povero Draghi, che – appena incaricato – è stato sommerso da camionate di saliva. Son dovuti intervenire i corazzieri per salvarlo dall’annegamento. Molinari, presidente editoriale del Gruppo Gedi è stato costretto a rivolgersi di corsa ad Arcuri per un approvvigionamento straordinario di saliva. Molinari, dopo aver adottato con urgenza presso le redazioni di tutti i giornali Gedi in Italia il suo “Piano di adulazione”, già a metà pomeriggio si è trovato improvvisamente ad affrontare l’esaurimento di tutte le scorte di saliva. I redattori e i commentatori si erano dati da fare con zelo: avevano rintracciato un saluto di Obama, una stretta di mano di Merkel, un buon voto in condotta in terza media, persino un nipotino che non sta andando male a scuola. Purtroppo un redattore pigro stava ancora cercando la prova che l’Incaricato a 15 anni correva i cento metri in 10 secondi netti.
Ma il quotidiano “Repubblica 3.0” è la nave scuola di tutto il Gruppo. Lo dirige Molinari in persona, e così non poteva mancare proprio sulle sue pagine il vero scoop. Lo rilanciamo noi: Draghi andava al liceo dai gesuiti del “Massimo” di Roma, con altri illustri allievi, già a un anno di vita. (Draghi è nato appunto nel febbraio del ‘47, ma assicura la balia, interrogata da “Repubblica 3.0”, era già molto precoce, anche se – come riferisce per obiettività e correttezza professionale il cronista – mostrava delle tendenze guerrafondaie). C’è una testimonianza diretta di un compagno di scuola, un autorevolissimo professore di fisica. Mentre noi comuni mortali ci baloccavamo succhiando il latte materno, Draghi già studiava matematica e filosofia, preparando il suo Recovery plan.
Non ci credete? Pensate addirittura che “Repubblica 3.0” non possa mangiarsi con così tanta rapidità l’autorevolezza che aveva ai tempi di Ezio Mauro? Allora leggete il prestigioso quotidiano di oggi: c’è lo scoop di Pierluigi Bussi che è andato a pescare tale professor Ezio Bussoletti, ordinario di Fisica Spaziale in pensione ed ex alunno dell’Istituto Massimo nonché compagno di classe di Mario Draghi, che giura: «Le annate 46/47 del Massimo hanno avuto un grande successo nella vita come carriere in tutte e tre le sezioni», «Il successo degli alunni di queste due annate è arrivato perché siamo stati educati a lavorare seriamente, a saper soffrire se volevamo ottenere qualcosa e c’era una forte etica da seguire e rispettare». «Con Mario siamo stati compagni di classe nella sezione B nel triennio del Liceo Classico. Spesso, per festeggiare il compleanno di qualcuno di noi, chiedevano a una pasticceria vicino alla scuola di far portare in classe delle paste con una particolare qualità: cannoli riempiti di panna, che venivano immancabilmente utilizzati come cannoni, soffiando al loro interno. Sia per battaglie tra alunni sia per tiro a segno sul soffitto dell’aula. Ricordo anche un assalto allo stesso professore da parte di un gruppo ristretto del quale facevo parte con le ‘famigerate’ pistole a riso. Alla fine dell’ora di filosofia, il pavimento era un tappeto di chicchi di riso».
Uno scoop questo che squoterà l’intera informazione nazionale (non è un errore, è l’innovazione lessicale introdotta una settimana fa proprio da “Repubblica 3.0).
Bravo Enzo, centrato e sapido come sempre
Gustavo( Ghidini)
Già annate liceo 46/47, ma se draghi e nato nel ’47!
Da qualunque parte la si guardi la vicenda dell’incarico a Draghi appare all’evidenza come la rivincita, costruita con largo anticipo, dell’establishment – un insieme di poteri di matrice imprenditoriale, spesso con interessi nel settore dell’informazione, e forse anche un po’ clericale visto l’invito pressante delle gerarchie cattoliche per un governo e la vicinanza culturale di Draghi (e Mattarella, e Renzi) a questo mondo – sulla società civile, quella libera da condizionamenti, interessi economici e servitù varie.
Così inquadrata la vicenda, la domanda che sorge e’ se anziche’ ritirarsi in Aventino, lasciando mano libera ai “sabotatori” (copyright Conte) non valga la pena assumere un atteggiamento pragmatico, cioè non sia preferibile aderire al governo, in primo luogo per evitare che possano approfittarne proprio questi sabotatori limitandone l’influenza e in secondo luogo per poter, nel frattempo, prepararsi alle elezioni, molto vicine.
Personalmente non avrei dubbi se non per la circostanza che per fare questo occorre far ricorso a doti e qualità non comuni – studio, intelligenza, astuzia, determinazione, coerenza – unite ad un forte radicamento in valori ideali.
Ecco, non so se – tanto per fare qualche nome – gente come Zingaretti, Di Maio, Marcucci, Del Rio, Di Battista, Ciampolillo…sarebbero in grado di fare tutto questo.
Forse è il caso di mettere l’avviso NO PERDITEMPO