di riccardo mastrorillo
Massimo Teodori, sull’huffingtonpost, ci spiega che l’alleanza democratica con i 5 stelle è una strategia illusoria e un errore politico, affermando che «Il Movimento 5 Stelle non ha alcuna caratteristica di un movimento politico degno di questo nome: non l’insediamento territoriale, non il voto strutturato, e neppure un obiettivo politico sia pure visionario come ai primi tempi». In queste affermazioni si esplica la nuova geniale linea, condivisa dagli opinionisti più in voga, dai sostenitori della politica “alta”, dai conservatori reazionari, di cui la sinistra è piena, dai “benpensanti” nostrani. In questi giorni nelle trasmissioni televisive è un fiorire di impeccabili giornalisti che non perdono occasione di rimbrottare, contestare e mettere in evidenza le contraddizioni del politico 5stelle di turno, talvolta con un accanimento incomprensibile. Ovviamente quegli stessi giornalisti non si sognerebbero mai di chiedere conto a Salvini della sua conversione europeista, di domandare che fine abbia fatto Bagnai e le teorie sul ritorno alla lira.
Il 4 marzo 2018 il Movimento 5 stelle ottenne oltre dieci milioni di voti, pari al 32,7% dell’elettorato. Un voto considerato prevalentemente di protesta, dato ad un movimento politico che, fino ad allora, aveva sempre rifiutato l’ipotesi di governare in alleanza con altri. In quello stesso giorno il Partito democratico (il cui segretario era Renzi) e Forza Italia ottennero il loro peggior risultato, 18,76% Pd e 14% Forza Italia. Non credo sia necessario spiegare che, se voto di protesta fu, evidentemente era contro quelle due formazioni politiche. Un terzo dell’elettorato era stufo e nauseato dell’offerta politica esistente.
Quando nel 1992 la Lega prese oltre tre milioni di voti e l’8,65%, tutti pensavano che sarebbe stato un movimento passeggero, anche allora quello fu un voto di protesta, come dimenticare gli slogan “Roma ladrona” e i cappi sventolati in aula contro i partiti di tangentopoli. Ma la Lega esiste ancora, anzi è cresciuta a dismisura, considerata e riverita dall’informazione servile, più della Democrazia Cristiana degli anni ’60. Nel 1993 arrivò Forza Italia, movimento politico/azienda che in 27 anni ha celebrato un solo congresso e non ha mai eletto i suoi organismi dirigenti; quando nacque, i vecchi partiti non pensarono minimamente che potesse poi governare il Paese per 20 anni.
Comprendiamo che esponenti della destra, compreso Renzi, facciano di tutto per distruggere il movimento 5 stelle e per impedire un’alleanza strategica con Il Partito democratico: se i cinque stelle restano isolati la destra vince a mani basse ovunque e a lungo. Del resto nel 1996 fu la sinistra a ottenere la vittoria riuscendo a dividere Forza Italia dalla Lega. Nessuno fa un ragionamento, nessuno fa autocritica, nessuno si domanda cosa voterebbero quei dieci milioni di Italiani che 3 anni fa votarono 5 stelle, se il movimento scomparisse? La risposta è semplice, una parte di quegli elettori si sono già spostati verso l’estrema destra, il resto, in parte continuerà ad ingrossare la destra populista, la maggior parte, quasi sicuramente, ricorrerà all’astensione.
L’ipotesi che il movimento 5 stelle possa evolversi in un soggetto politico non è contemplata, i benpensanti alla moda lo considerano il male assoluto, la causa di tutti i guai dell’Italia…… non si prende in considerazione che i mali dell’Italia derivino dalla vecchia politica, quella dei teatrini che chiedono le rivoluzioni, per poi non cambiare nulla? E forse, al limite, questa è l’unica critica che si potrebbe muovere ai 5 stelle: di non essere riusciti a cambiare l’Italia, ma non c’era riuscito Renzi prima, Berlusconi ancora prima. Berlusconi aveva promesso la rivoluzione liberale, ma l’ha scambiata per la fiera degli oligopoli, Renzi che doveva essere il rottamatore ci ha riportato alle crisi politiche extraparlamentari della prima repubblica. L’avventurismo politico è il sistema più diffuso tra i partiti Italiani e non è certo migliore dell’improvvisazione dei cinque stelle. Cui prodest? Sarebbe troppo facile credere che è in atto una congiura della destra per garantirsi la vittoria a tutte le prossime elezioni. No, la congiura è, come sempre a sinistra. Quando nel 1937 i Comunisti a Barcellona trucidarono gli anarchici, ottennero come conseguenza la vittoria fascista nella Guerra Civile Spagnola. Oggi in attività ci sono i nipotini di Togliatti, cioè quella sinistra reazionaria e conservatrice, occupata a distruggere l’alleato, senza curarsi della conseguente vittoria del nemico…. allora tutti insieme isoliamo i 5 stelle, distruggiamo ancora una volta la sinistra con purghe, congiure e anatemi! mentre noi siamo occupati a garantire la purezza ideologica, ci troveremo al governo chi promuove la purezza della razza e auguri a tutti.
L’astio che certa stampa, ma anche certa cultura e buona parte dell’economia, manifesta nei confronti dei 5S e’ in larga parte dovuto alla perdita di potere e di influenza che e’ loro derivata dall’affermazione dei grillini alle ultime elezioni politiche. In soldoni, perché i direttori e giornalisti dei maggiori quotidiani d’opinione sono così critici verso la classe dirigente 5S? Perché hanno perso i loro interlocutori privilegiati della politica, quelli – da Berlusconi a Renzi – con cui potevano scambiarsi favori. Tu rilasci una intervista a me ed io assumo un figlio a te, mi fai una soffiata sulla legge sulle banche popolari ed io appoggio il tuo referendum; elargisci qualche sovvenzione a certi settori ed io ti descrivo come er mejo figo del bigoncio (Renzi). E con questo sistema consolidato pensavano di andare avanti senza sosta sino a quando un buon pezzo della società civile, quella che nel ’92 tifava per i magistrati del pool Mani Pulite, s’e’ scocciata di queste consorterie e dei loro interessi convergenti ed ha votato i non compromessi col sistema. L’ establishment o apparato ne è stato sorpreso; all’inizio si è limitato a gridare “piove governo ladro” accusando tutti i 5S di essere degli incapaci – come se la classe politica che li aveva preceduti avesse titoli di idoneità al riguardo – e senza fare alcuna distinzione tra di loro, come se Conte o Bonafede o Sileri o D’Inca’ fossero la stessa cosa di Di Maio e Castelli o Sibilia.Poi, quando ha visto i 209 mld del recovery stagliarsi all’orizzonte s’ e’ dato ben una mossa e grazie ad un sicario preso a poco prezzo ha orchestrato un ritorno all’ancienne regime spacciandolo per governo di unità nazionale necessario per combattere la pandemia. Amen
Articolo molto chiaro e ben articolato.
Grazie
Grazie Riccardo Mastrorillo per questo articolo chiaro e che pienamente condivido. Parole le Sue che rendono ragione della verità che i “benpensanti” o non vogliono vedere o comunque negano. Sono una di quelle persone che nel 2018 ha votato M5S perchè non ho rinunciato a sperare negli ideali di giustizia sociale per cui ho lottato da quando avevo 14 anni. Nè ricchi troppo ricchi, nè poveri troppo poveri…un buon metro per misurare il livello di Democrazia di un Paese. Negli ultimi 30 – 40 anni, siamo andat* indietro!