di raffaello morelli
Un deputato romano della Lega si è messo in scia al Ministro Giorgetti sostenendo spudoratamente che la Lega è “il vero nuovo partito liberale”. Afferma di aver titolo in quanto “liberale storico”. Sono cose false tutte e due.
Lui del PLI storico è stato solo un iscritto, mai un dirigente, tanto che nel ’96 è stato deputato di Alleanza Nazionale (lontana anni luce dal liberalismo). La Lega, il partito cui è iscritto ora, non ha alcun legame con il liberalismo italiano o europeo e non è il nuovo partito liberale.
Tale estraneità trova riscontro nel lungo scritto del deputato. Parole parole parole. Per narrare l’invenzione che la Lega, da Bossi in poi, si è sempre mossa nel solco della libertà individuale e dell’europeismo. Per spacciare il liberismo come liberale. Per equiparare le libertà al solidarismo comunitario. Per assimilare i social a radio radicale. Per nascondere il sempre riaffiorante favore della Lega verso le secessioni regionali dietro all’appello (mai fatto dalla Lega) alla coesione di tutta la Nazione. Per evocare la religione quale identità nazionale al posto del separatismo Stato Chiesa sostenuto dai liberali fin dall’epoca risorgimentale.
Una carnevalata talmente assurda da far ben sperare sulla tenuta della Lega affidata a rappresentanti simili.