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SPECCHIO SPECCHIO DEL MIO LETAME

La senatrice Lucia Borgonzoni, sottosegretaria leghista ai Beni culturali (sì proprio lei, quella che per dimostrare di meritarsi l’incarico governativo ai beni culturali e non allo sport si è vantata d’aver letto l’ultimo libro tre anni fa), ad Otto e mezzo ha difeso il sottosegretario Siri garantendo a tutti i telespettatori che è «persona specchiata».

Non crediamo proprio: siamo sicuri che Siri, quando ha l’ardire di guardarsi allo specchio, non può vedere altro che un bancarottiere fraudolento con  conti all’estero.

le lepre marzolina – martedì 7 maggio 2019

LA SCIMMIA CHE GUIDA LA FERRARI. POSTILLA A MICHELA MURGIA

Una vera giornataccia per Matteo Salvini: da una parte, le indagini sul “suo” sottosegretario Siri, di cui aspettiamo con curiosità gli esiti, nonché il fatto che gli italiani tutti hanno potuto apprendere che “il governo del cambiamento” ha scelto come Sottosegretario alle infrastrutture un leghista che aveva patteggiato una condanna per bancarotta fraudolenta; dall’altra, la vera mazzata (che potete leggere qui affianco) inferta da Michela Murgia  a un politico della Casta com’è il segretario della Lega. Niente da aggiungere? Qualcosa sì. Quel che colpisce nella diatriba è il giudizio scritto da Salvini che ha definito la scrittrice «una intellettuale radical chic e snob». Murgia nella sua risposta descrive la sua gioventù immersa nel bisogno e nella fatica. Altro che radical chic. Sorge una domanda: perché Salvini ma anche altri di questa leva del “cambiamento” tengono tanto a ostentare la loro ignoranza? Perché prendono decisioni e sparano giudizi  senza assumere alcuna informazione? Non viene loro il sospetto che gli italiani, anche i loro elettori, possono terrorizzarsi pensando a quali gravissimi problemi di noi tutti sono nelle mani di questi “politici” che in quasi ogni occasione dimostrano tanta approssimazione, tanta leggerezza,  tanta arroganza? Qualche volta basterebbe consultare Wikipedia o leggere i giornali o consultare un usciere del proprio Ministero per evitare figuracce intollerabili per chi si crede di essere uno “statista”.

la lepre marzolina – giovedì 18 marzo 2019

DIALOGO SURREALE SU UN BANCAROTTIERE FRAUDOLENTO

Conte: «Ascolterò Siri, lo guarderò negli occhi e prenderò le mie decisioni».

Salvini: «Siamo in un Paese civile dove non si è colpevoli o innocenti in base a un’occhiata».

Ha ragione Salvini, non basta un’occhiata.

Per cacciare dal governo a calci nel sedere il sottosegretario Siri basta sapere che è stato messo dal Segretario della Lega Ladrona prima in parlamento e poi  come sottosegretario alle Infrastrutture (nel formaggio degli appalti) pur avendo patteggiato una condanna di bancarotta fraudolenta.

La lepre marzolina – mercoledì 24 aprile 2019

IL TRIONFO DELL’IMMOBILISMO

Strana assai la politica italiana. Basta stare immobili e ci pensa l’avversario a farti vincere. Così l’inciucio dalemiano e Napolitano hanno regalato interminabile vita al berlusconismo, il renzismo ha lavorato per anni h24 per far stravincere il grillismo e ora i grillini, da veri gentiluomini, ricambiano il favore facendo il bocca a bocca all’agonizzante Pd….

la lepre marzolina – domenica 3 marzo 2019

LA FOGNA DI DESTRA

In una nota trasmissione televisiva Mario Giordano, giornalista di punta dello schieramento berlusconiano, per offendere Gino Strada  non ha trovato di meglio che dirgli: «Si è ridotto ai livelli di Sgarbi». Ingiuria sanguinosa. Che ci porta a due constatazioni: anche a destra ormai il re del turpiloquio spettacolarizzato è diventato metro di giudizio offensivo. Secondo: credevamo che al livello di Sgarbi ci fosse solo Feltri, e invece no, anche per i berlusconiani, chiunque, se ci si mette, può raggiungere il fondo della fogna della cosiddetta informazione di destra.

la lepre marzolina – 13 febbraio 2019

MOVIMENTO A CINQUE “I”

I casaleggini inventori della democrazia monarchica dovrebbero cambiare nome. E noi glielo cambiamo con uno più rispondente alla realtà: non più M5S, bensì M5I. Le prime quattro I sono addirittura rinvendicate e perseguite  come un grande merito: INCOMPETENTI, IGNORANTI, INESPERTI e INCONSISTENTI. Da oggi, giorno in cui si tenta di rovesciare per Opportunismo (peccato che non cominci per I) una delle loro promesse da sempre e lo si fa con un quesito truffaldino, un’indicazione di voto piena di errori (si fanno prendere per i fondelli persino dal loro Fondatore; che si stia accorgendo di aver partorito mostri?) e un conteggio senza alcun controllo nella cantina del Padrone, possiamo aggiungere tranquillamente il quinto I: IMBROGLIONI.

la lepre marzolina – 17 febbraio 2019

FELTRI, UN POVERACCIO

Non scherziamo affatto, davvero. L’ultima sortita di Vittorio Feltri contro gli ebrei e contro Berlusconi non ci ha indignati. Vedere Feltri costretto a imitare Crozza che imita Feltri ci ha fatto molta compassione. Dà vera tristezza vedere il direttore di “Libero” costretto ogni volta a superare il turpiloquio del Feltri del giorno prima pur di strappare un’intervista in qualche trasmissione di pessima qualità se, per alzare l’audience di qualche decimale, è a sua volta costretta a invitare o Feltri o Sgarbi, i clown dell’informazione italiana. E Feltri è persino più patetico di Sgarbi. Deve sentire un gran vuoto dentro di sé se ogni volta lo deve riempire ripetendo insulti ripescati in qualche osteria della Padania dove gli ubriachi coniugano razzismo e antisemitismo. Pensa di scandalizzare, ma rivela solo d’essere ormai ridotto a un rottame penoso. Quindi basta ridere di lui.

Però, a noi antiberlusconiani di ferro, ha dato fastidio quando ha vomitato: «Berlusconi  dice che gli italiani sono fuori di testa perché non lo votano. Qualcuno invece dice che gli italiani erano rincoglioniti quando votavano Berlusconi. È tutto da discutere. Sto dicendo che erano più rincoglioniti quando votavano lui. Berlusconi alla fine con tutti gli anni di governo non ha fatto un cazzo, poveraccio». Feltri è stato sempre un servo, per decenni ha servito Berlusconi, ne ha diretto il giornale, ha strisciato ai suoi piedi, gli ha pulito le scarpe con la lingua, lo ha coperto in tutti i suoi misfatti. Ovviamente mungendolo copiosamente. Adesso che ha trovato un nuovo padrone più cialtrone, e il vecchio ha un ginocchio a terra, gli sputa addosso con un cinismo veramente schifoso. Poveraccio.

la lepre marzolina – 16 febbraio  2019

EVVIVA IL M5S

In Abruzzo il M5s ha ottenuto un grande successo. Dopo aver lavorato h24 agli ordini di Salvini ha raggiunto lo scopo che si prefiggeva: la vittoria di strani estremisti che in parlamento siedono sugli scranni di destra. Ma nessuna preoccupazione, intanto per i casaleggini la Destra ( come la Sinistra) non esiste e quindi non esistendo non può vincere. Certo, per il M5s è stata una débacle (pardon, presto sarà messa la fiducia su un decreto che proibirà le parole francesi), diciamo quindi “catastrofe”, ma San Gennaro ha fatto un vero miracolo, senza di Lui il Movimento massaggiato da Di Maio e dedito a politiche paleodemocristiane avrebbe perduto in meno di un anno anche l’altra metà del suo elettorato.

la lepre marzolina – 11 febbraio 2019

INDOVINA CHI VIENE A CENA

Tutti alla cena dell’Associazione del garantismo peloso intitolata “Fino alla prescrizione”. Diretta dalla giornalista Anna Lisa Chirico, dalle idee chiarissime, che si professa radicale pannelliana e salviniana. C’è Maria Elena Boschi a nome del padre, non manca il resto del Giglio Magico, tra cui spicca Marco Carrai, il finanziere di Renzi e della ciellina Compagnia delle Opere nonché il tesoriere del Pd. A nome di coloro che hanno patteggiato per il reato di corruzione, ricompare il redivivo parlamentare leghista Giulio Tremonti. Presente ovviamente anche Salvini, del governo del cambiamento, a nome della Lega Ladrona e in regolare divisa della Banda Bassotti. E troppi altri. A questa rimpatriata della Casta assente proprio il “prescritto” per eccellenza. A suo nome l’ambasciatore Gianni Letta.

la lepre marzolina – 15 gennaio 2019

LIBERO SUDICIUME

Oggi il quotidiano italiano “Libero (si fa per dire)” è uscito con un titolo di prima pagina in perfetta coerenza con la sua consolidata tradizione di scurrilità, ora rinvigorita dall’alleanza politica con la Lega Razzista:

C’È POCO DA STARE ALLEGRI

CALANO FATTURATO E PIL

MA AUMENTANO I GAY

Per giustificare la sua spazzatura, Feltri è solito giustificarsi : «Ma è fattuale, noi non insultiamo nessuno, noi registriamo la realtà». Ma alle elementari insegnano che è un errore sommare mele e pere. Sarebbe stato ben più appropriato e “fattuale” questo titolo:

C’È POCO DA STARE ALLEGRI

CALANO FATTURATO E PIL

MA AUMENTANO I GIORNALISTI SERVI

Oppure, ancor meglio, questo:

C’È POCO DA STARE ALLEGRI

NOI DI LIBERO SIAMO  COSI’ SCHIAPPE CHE IN 5 ANNI

SIAMO RIUSCITI A FAR CROLLARE LA DIFFUSIONE

DA 74.225 A 29.781 COPIE

la lepre marzolina – 23 gennaio 2109