di enzo marzo
1. LA FAGLIA BEANTE. Non ci preoccupano i numeri, i voti, i transfughi, le parole pronunciate nel più miserabile dibattito parlamentare degli ultimi decenni. Non ci preoccupa il presente, perché si andrà avanti nella lotta alla pandemia, si proseguirà a vaccinare gli italiani, in qualche modo arriveranno ristori (anche per gli evasori e per il malaffare), il governo troverà la maniera per continuare la sua opera in un paese dove il berlusconismo ha distrutto alle radici ogni etica pubblica e privata. Dove non è stato solo sdoganato il neofascismo, ma è stato cancellato ogni pudore politico. L’altra sera abbiamo sentito un direttore di giornale adombrare la probabilità che il suo Padrone truffatore e corruttore possa essere eletto Presidente della Repubblica. Ci preoccupa anche solo che si possa concepire ed esprimere tale idea in Tv senza morire di vergogna. Ci preoccupa che in un’aula parlamentare si possa evocare la morte degli avversari politici. Ci preoccupa la fine dello scandalizzarsi e dell’indignazione. Ci preoccupa l’Italia tagliata in due.
Dal ‘48 ad oggi il paese non è stato mai così diviso. Ma non tra partiti di destra e di sinistra (da decenni anche troppo ansiosi di inciuciare), tra terrorismo nero e cittadini (il secondo Stato non ha rappresentato che una minoranza estrema con tendenze golpiste che ha intimorito lo Stato ma non lo ha fatto crollare), tra terrorismo rosso e cittadini (i proclami fanatici di pochissimi sono stati sempre incomprensibili ai più). Questi squarci sono stati gravissimi, ma hanno solo sfiorato il tessuto connettivo del paese. Per questo sono stati ricomposti.
Ci preoccupa invece, e molto, la faglia beante che sta spaccando la società italiana. È una frattura complessa, con molte motivazioni.