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LE VERITA’ ACQUISITE E QUELLE ANCORA NASCOSTE 1.

di gian giacomo migone 16.7.21

 Nei mesi scorsi si sono levate voci autorevoli allo scopo di chiedere verità riguardo alle pagine più oscure della storia della nostra Repubblica. Aderiamo toto corde e, nei limiti delle nostre capacità individuali e collettive, cerchiamo di contribuirvi. Ritengo, però, altrettanto importante individuare e diffondere le verità già acquisite; non soltanto tali da essere comprese dall’io so pasoliniano, ma verificabili con strumenti storiografici e giuridici; testimonianze inoppugnabili, smentibili soltanto in maniera dolosa e strumentale. L’anniversario imminente del G 8 di Genova costituisce un’occasione significativa per consolidare e diffondere anche questo impegno.

Sergio Mattarella – oltre che presidente della Repubblica, anche fratello di Piersanti che ha dato la vita per interrompere il rapporto malato tra le istituzioni e la mafia – in varie occasioni recenti è tornato sulla necessità di acquisire quanto ancora dolosamente occultato (cfr. ad es. la sua intervista a “La Repubblica”, 9 maggio 2021).

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All’articolo di Gian Giacomo Migone è seguito un vasto dibattito sui “misteri d’Italia”. Tra i tanti contributi, tutti preziosi, abbiamo scelto di pubblicare quelli di  gianni marilotti, presidente della Commissione per la Biblioteca e l’Archivio storico del Senato, sul “segreto di Stato”, e di antonino drago, già docente di Storia della Fisica alla Università di Napoli e di Non violenza nei due corsi di laurea sulla pace delle Università di Pisa e di Firenze, sul mondo della nonviolenza e su Aldo Capitini , a noi molto caro.

di gianni marilotti

Ho letto con piacere il tuo articolo “le certezze acquisite e le troppe ombre e omertà di Stato”, uscito ne Il Manifesto il 17 luglio scorso. Debbo dirti che qualunque articolo sui cosiddetti misteri d’Italia esca su un quotidiano cartaceo o on line suscita il mio interesse e, ne sono assolutamente certo, quello di moltissimi lettori. Il tuo articolo poi centra perfettamente i problemi che ancora ostacolano la conoscenza della verità storica. Come sai, e lo hai anche riconosciuto nell’articolo e di questo ti ringrazio, da tre anni mi sto battendo per il diritto alla conoscenza di fatti essenziali della nostra storia recente. Me lo consente il ruolo che attualmente ricopro quale presidente della Commissione per la Biblioteca e l’Archivio storico del Senato .A pochi giorni da mio insediamento ricevetti dal Tribunale di Bologna una richiesta di accesso agli Atti, ovvero lo stenografico dell’audizione di Falcone alla Commissione Stragi, filone strage di Bologna. Mi fu facile provvedere. Pieno di entusiasmo mi preparai ad accogliere altre richieste, ma ben presto sorsero dei problemi: la maggior parte degli atti richiesti da giornalisti d’inchiesta, storici e semplici cittadini erano classificati secondo varie fattispecie di segreto, ragion per cui non potevamo renderli pubblici. Su qualche quotidiano comparivano articoli critici sul nostro operato: pareva che fossimo noi gli occultatori di verità.

Ti racconto quel che ho fatto insieme ad un gruppo di agguerritissimi collaboratori. Abbiamo studiato a fondo la situazione.

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