di Pier Virgilio Dastoli
Anche Carlo Calenda avrebbe deciso di adagiarsi sull’epifora razzista di Giorgia Meloni scegliendo di passare dall’azione…alla nazione cioè quell’inesistente spazio territoriale occupato da una sola etnia.
Al disallineamento antieuropeo di Fratelli D’Italia (e della Lega) schizofrenicamene alleata della Polonia antirussa, dell’Ungheria putiniana e della Svezia che chiude la porta alla ricollocazione dei migranti si aggiungerebbe ora il disallineamento europeo di Azione e forse del cosiddetto Terzo Polo (che terzo non è) se Italia Viva deciderà di adagiarsi sul preannunciato neonazionalismo di Carlo Calenda.
La prima conseguenza di questo disallineamento sarà la salita sul carro di Meloni e Weber alle elezioni europee nel 2024.
Poiché le alleanze europee si giocheranno sulla scelta del candidato o della candidata alla presidenza della Commissione europea vedremo se Emmanuel Macron sceglierà di lavorare per una coalizione innovatrice con i socialdemocratici e i Verdi guidando i liberali verso una posizione coerente con la cultura cosmopolita di un’Europa sovrana o se deciderà di tradire la storia del liberalismo europeo unendosi ai sovranisti nazionali.
Si tratta di una scelta drammatica che non riguarderà solo i liberali ma certamente i popolari divisi fra il conservatorismo della coppia Weber-Meloni e l’universalismo delle radici di Adenauer, Schuman e De Gasperi ed anche i socialdemocratici spaccati fra il sovranismo del laburismo del Nord e l’Internazionalismo solidale dell’Europa mediterranea.
Sarebbe necessario e urgente riflettere su una coalizione di idee e di programmi al di là dei recinti chiusi dei partiti europei scegliendo con coraggio e pragmatismo la via del federalismo europeo.