In occasione di un recente incontro internazionale a Monaco (città fatidica, come sa il nostro Presidente Mattarella), il vicepresidente degli Stati Uniti J. D. Vance si è permesso diverse affermazioni arroganti, tra le quali secondo noi una è assolutamente inaccettabile oltre che cinica al limite del ridicolo.
Non soltanto, infatti, ha ribadito la richiesta dell’amministrazione statunitense di scaricarsi delle spese militari per farne carico ai Paesi Ue, che, per quanto miope ed arrogante, sembrerebbe dettata dall’intento di tutelare interessi degli Usa (ognuno ha il diritto di sbagliare e di fare scelte autolesionistiche), ma il signor Vance si è permesso di accusare l’Europa di una carenza di democrazia giacché non accetterebbe la presenza di forze di estrema destra e, in Germania, si manifesterebbero fastidio e preoccupazione nei confronti di formazioni politiche dichiaratamente neonaziste. Ora, non si pretende che il signor Vance abbia letto almeno un libro sulla storia recente del suo Paese e del mondo, giacché la cultura sembra non necessaria per accedere ai vertici del suo Paese, ma appunto per questa ragione ha perso l’occasione per tacere.
Non è semplicemente accettabile che si permetta di dare lezioni di democrazia un autorevole esponente di un Paese che ha dedicato gran parte della sua azione di governo, almeno dal secondo dopoguerra in avanti, a condizionare le politiche interne dei Paesi occidentali e non solo, vuoi con le buone (specialmente con finanziamenti a forze compiacenti) vuoi soprattutto con le cattive (con colpi di stato, con ingerenze indebite, addirittura con azioni militari, eccetera). Il signor Vance non ha mai sentito parlare – s’informi magari dalla buonanima del signor Kissinger o da quella del signor Hoover – di colpi di stato in Cile e in Argentina o a Cuba, a Panama, in Nicaragua, in Guatemala? Mai sentito parlare del fattore K, di Gladio, eccetera in Italia? Il signor Vance ci ricorda il bue che dà del cornuto all’asino.
valerio pocar – lunedì 17 febbraio 2025