di riccardo mastrorillo
Non sappiamo se le supposte resistenze da parte dei funzionari del Mef per trovare le coperture economiche per il reddito di cittadinanza, derivino da una volontà di boicottaggio, da una chiusura ideologica o da un’effettiva difficoltà tecnica, ma poco importa.
La politica, e non solo, in special modo in Italia, si scontra quotidianamente con la burocrazia, ma vi è un sotteso preoccupante nelle accuse striscianti lanciate da Casalino, ma anche da altri autorevoli esponenti pentastellati, cioè una concezione della politica riduttiva.
Mi spiego: qualche anno fa, il rettore di una delle migliori scuole private della Capitale, mi raccontò di avere una quantità significativa di banchi di scuola, pressoché nuovi, che non servivano e di aver inutilmente tentato di donarli alle scuole pubbliche, proponendoli ad alcuni Municipi di Roma. Tutti i Municipi avevano risposto che, benché avessero estremamente bisogno di quei banchi, non potevano prenderli per imprecisate difficoltà burocratiche, in sostanza secondo i funzionari dei Municipi, la legge non lo consentiva…. Chiamai un amico fraterno, Assessore alla Scuola di un Municipio, mi confermò le resistenze dell’apparato burocratico, ma in 5 giorni un furgone dell’Amministrazione recuperò i banchi consentendo l’allestimento di un paio di classi completamente sprovviste di banchi di scuola.
Poco più che ventenne, chi scrive, per i casi della vita, si è trovato a dover amministrare una piccola società, in forte perdita, pur provenendo dal liceo classico e iscritto a Scienze politiche, quindi del tutto ignorante in materie economiche, attraverso lo studio, ha cercato di capire come funzionavano le cose e, pur incontrando all’interno della struttura, le tipiche risposte: “non si può fare” o “abbiamo sempre fatto così”, nonostante tutto, al termine del mandato, la società era in attivo, solida e fiorente, ma soprattutto era stata reimpostata completamente la mentalità di gestione.
Le frasi di Casalino non preoccupano solo per la minaccia sottesa ai servitori dello Stato, non preoccupano nemmeno le ridicole tesi per cui i giornalisti, che hanno diffuso l’audio, avrebbero commesso un reato, violando i principi Costituzionali. La frase di Casalino è drammaticamente pericolosa perché dimostra plasticamente la cialtronaggine di alcuni politici: la pretesa di poter decidere qualcosa, delegando altri a trovare il modo di praticarla. Si può spiegare a questi cialtroni che le coperture finanziarie per una spesa non si trovano al supermercato? E’ la politica che deve dare le indicazioni, per esempio: “leviamo 10 miliardi di spese militari e finanziamo con quei 10 miliardi il reddito di cittadinanza”, a meno che, e allora sarebbe ancora peggio, la richiesta fatta ai tecnici non sia di “inventarle” falsificando i bilanci, un po’ come è avvenuto in Grecia qualche anno fa, con gli esiti che conosciamo.
Amministrare e Governare sono compiti complessi «La soluzione si trascina; il problema, una volta posto, deve esser risoluto; urge, non si può tardare oltre ad affrontare la questione. Chi legga queste e simiglianti sentenze pensa perché il governo, perché il parlamento, perché il ministro competente, tardano tanto? Codesti frettolosi non riflettono: è questo davvero non uno dei tanti, ma il problema; e come accade che di volta in volta, ogni giorno diversi, tanti siano i problemi urgenti, dei quali la soluzione non può farsi attendere senza danno, anzi senza grave danno? Perché è così lungo l’elenco dei problemi urgenti; e così corto quello degli scritti nei quali sia chiaramente chiarito il contenuto di essi? Come si può deliberare senza conoscere?» Sono parole di Luigi Einaudi. La sensazione drammatica che alcuni politici pensino di poter annunciare cose, demandando ai tecnici il modo di praticarle, deve atterrirci. Il politico prima di annunciare, promuovere o deliberare, deve conoscere e approfondire. Nascondersi dietro alla burocrazia che frena è solo più l’ammissione della propria assoluta imperizia.