di riccardo mastrorillo
Lo stato di Palestina non è mai esistito, fu deliberato dall’ONU insieme alla deliberazione di costituire lo Stato di Israele, ma non venne proclamato rinviandone la costituzione a dopo l’annientamento dello stato di Israele, nessuna organizzazione Palestinese, a parte Al Fatah, ha mai rinunciato a questa posizione.
Israele ormai da oltre 50 anni occupa in seguito a varie guerre, mai da lei iniziate, gran parte dei territori che erano stati assegnati al costituendo stato di Palestina, perdurando uno stato di guerra di fatto, forse nel legittimo diritto degli occupanti. Poiché nessuno è in grado di garantire che da quei territori, da cui Israele dovrebbe ritirarsi, non partano ulteriori attacchi. Non essendovi peraltro una controparte istituzionale con cui trattare una pace (a meno di non considerare l’ipotesi grottesca di fare la pace con organizzazioni che hanno come scopo dichiarato e mai smentito la distruzione dello stato di Israele).
Lo sgombero di alcuni palestinesi che occupano abitazioni nel quartiere EST di Gerusalemme è stata stabilita dalla Giustizia, in tutti i gradi di giudizio. La proprietà di quegli immobili appartiene a organizzazioni israeliane, le famiglie occupanti non pagano l’affitto, si tratta di una sentenza dolorosa ma nel pieno rispetto del diritto. Quand’anche fosse, ipoteticamente, un sopruso, non potrebbe assolutamente giustificare il lancio di razzi contro il territorio di Israele.
Sappiamo bene che tutto ciò ha costituito un alibi per Israele per fare politiche discriminatorie, ma possiamo comprenderne le ragioni seppur non condividendone gli strumenti. I Palestinesi sono “apolidi”, quindi di fatto e di diritto discriminati a prescindere.
Fin quando non si provvederà a stabilire un’autorità istituzionalmente riconosciuta, in grado di stabilire l’ordine e la legalità nei territori Palestinesi, questa tragedia non finirà mai. Ma per fare questo bisognerebbe ripartire dall’inizio: la fuga degli Inglesi. Sarebbe necessario che l’Onu, con proprie truppe, provvedesse a riportare ordine e legalità nei territori palestinesi, li accompagnasse ad una transizione per creare uno stato di diritto e democratico, poi si potrà finalmente avere la Pace… Il tentativo di creare un’autorità indipendente palestinese è naufragato con il colpo di stato perpetrato da Hamas, che ha ucciso numerosi esponenti dell’Autorità indipendente, assumendo illegalmente il controllo di Gaza.
Bisognerebbe anche analizzare l’effettiva possibilità che uno stato Palestinese (democratico e di diritto) possa essere effettivamente indipendente, stante la situazione economica e sociale del popolo e del territorio palestinese, privo di beni primari, infrastrutture, industrie.
L’unica certezza che ho sugli scontri tra ebrei e palestinesi e’ che e’ frutto della loro incapacita’ di integrarsi. Sara’ per effetto delle diverse religioni professate? Forse sarebbe il caso di chiedersi se le religioni non siano un potente fattore divisivo dell’umanita’, ed in caso di risposta positiva, se abbia senso proseguire nella loro diffusione ed insegnamento ai giovani.
Un presidente di Israele, Beghin, aveva avviato una consultazione con la Palestina che sembrava giungere a un esito positivo. E’ stato assassinato da israeliani.
In quanto alle religioni, in Palestina i cattolici vivono tranquillamente e le chiese palestinesi spesso espongono la bandiere palestinese. A Gerusalemme il quartiere dei palestinesi è contiguo a quello dei cattolici: l’armonia e la collaborazione sono totali. Questo non l’ ho letto su libri o giornali, ma andando per un mese in Palestina.
La storia la conosciamo tutti, giusto o sbagliato che sia il punto di partenza non può che essere il piano ONU del 48. Se questo non verrà imposto dalla comunità internazionale nel reciproco interesse dei due popoli e sopratutto dei palestinesi, altrimenti continueranno ad azzuffarsi per ovvie ragioni il che conviene in fondo al più forte cioè Israele.