di riccardo mastrorillo
Chi identifica il liberalismo con la tolleranza e con la tecnica problemistica non capisce niente di liberalismo. La tolleranza liberale é un problema di educazione che ha un senso tra nazioni civili. In un paese incivile, di costumi africani come l’Italia, si può difendere la tolleranza solo con l’intolleranza più inesorabile.
Piero Gobetti (Rivoluzione Liberale 4/3/1924, p. 40)
Ci siamo francamente stancati del fiume di parole che quotidianamente vengono spese per distogliere lo sguardo dai fatti: un gruppo di fascisti ha attaccato e occupato la sede di un sindacato!
I responsabili di questa azione che ha suscitato “forte turbamento”, per usare le parole del presidente Mattarella, non vanno cercati solo tra i patetici agitatori da strada: quelli che passano indistintamente dallo stadio alla piazza, riuscendo incredibilmente a distinguere una squadra di calcio da un partito. Ci sono responsabili politici ben maggiori e sono appunto coloro che continuano a blaterare d’altro, a insinuare sospetti, a trovare improbabili giustificazioni. Non ci interessa se Castellino poteva partecipare o meno alla manfestazione, né se ha annunciato dal palco due o tre ore prima l’intenzione di occupare la CGIL, il fatto che ha suscitato “turbamento” è l’irruzione violenta nella sede di un sindacato, e quel fatto va condannato in modo netto senza aggiunte e senza ridicole giustificazioni.
Castellino è solo la scintilla che ha incendiato la piazza, ma il combustibile l’hanno fornito altri.
Chi ha sostenuto da mesi che vivessimo in una dittatura sanitaria, chi sta dicendo da giorni che ci si deve ribellare contro il green pass, definendolo una violenza contro le libertà individuali. Salvini, Meloni e da ultima Alessandra Schilirò, la nuova vestale della lotta alla dittatura sanitaria. Se non ci fosse da tremare, rideremmo del fatto che leader politici reazionari e bigotti, si ergano a paladini delle libertà individuali, appartenenti a culture politiche in cui l’individuo, in quanto tale non è nemmeno concepito idealmente. Una funzionaria di polizia che incita dal palco la folla alla “ribellione” non è certo un atto privo di conseguenze nefaste. Quotidianamente i mezzi di informazione (o disinformazione) ospitano fantomatici esperti, più o meno negazionisti, che supportano vaneggianti esternazioni rigorosamente eversive di questi esponenti politici.
Qualche solerte imbecille si è addirittura lanciato, per relativizzare l’assalto alla CGIL, in una polemica contro Letta, reo di aver mostrato il pugno chiuso in un comizio…. qualcun’altro, con subdola furbizia ha lamentato il fatto che una certa sinistra non ha stigmatizzato i violenti in altre manifestazioni…. siamo chiari: non esiste giustificazione alla violenza. Ma stiamo parlando di altro, stiamo parlando di un’emergenza democratica, non di una questione di ordine pubblico, l’aggressione ad una delle “istituzioni democratiche” non è solo un’azione illegale, ma assume un significato politico preciso, far finta di non capire questo è veramente deprecabile!
Cosa si aspettavano Meloni e Salvini? sono mesi che sbraitano prima contro le chiusure, poi contro l’assenza (falsa) di aiuti alle imprese, mettendo in dubbio, in maniera subdola, l’esistenza stessa dell’epidemia; ora invece sono contrari al green pass, “intollerabile violenza dello stato contro le libertà individuali”! Invece di chiedere scusa, assumendosi la responsabilità di questo clima di odio e di violenza, se la prendono con il Ministro dell’Interno. Neanche una parola di condanna contro il significato del fatto, ma solo contro la Ministra dell’Interno? Basta ambiguità e distinguo! oggi è il momento di essere chiari: è necessario un embargo mediatico di questi fomentatori: Meloni e Salvini vanno oscurati nei media, solo così potremmo evitare il peggio, non serve sciogliere “Forza Nuova”, tanto l’indomani sorgerebbe la “nuova forza”. Bisogna silenziare i mestatori, impedire ai fomentatori di odio di continuare ad avvelenare la democrazia, serve una seria autoregolamentazione dei media!
E serve ricordare a noi stessi che il giorno in cui un gruppo di facinorosi irrompe con violenza nella sede di un sindacato la democrazia è in grave pericolo.