di riccardo mastrorillo
Devo essere sincero, se fossi un magistrato non andrei ad una manifestazione, nemmeno in difesa della magistratura, il rigore morale, anche eccessivo, garantisce ad una persona l’insindacabilità della sua autorevolezza.
In Italia ci sono magistrati che vengono distaccati nelle segreterie politiche dei ministeri, che fanno i sottosegretari, se non addirittura i ministri, e poi tornano, come se niente fosse, a fare i magistrati. Sarebbe ora che su questo si stabilissero dei paletti, altro che separazione delle carriere, in questo caso le porte sono estremamente girevoli….. Ma oggi, un ministro della Repubblica, chiede le dimissioni a una giudice perché ha partecipato ad una manifestazione…..
Potremmo discutere sull’opportunità di quella partecipazione, ma c’è poco da discutere sull’illecito utilizzo di un video, peraltro, con assoluta certezza, ripreso da qualcuno che era in mezzo alle forze dell’ordine. Il comportamento indecente del Governo è aggravato dal fatto che da mesi sta cercando, in tutti i modi, di ridurre drasticamente l’uso delle intercettazioni nelle inchieste penali.
L’ultimo video pubblicato si configura come una vera e propria intercettazione illegale, che se fosse stata utilizzata verso chiunque altro, avrebbe sollevato un coro di proteste da parte della maggioranza.
La Giudice Apostolico ha il diritto costituzionalmente garantito di manifestare, il Governo ha il dovere costituzionale di rispettare questo diritto. Senza strumentalizzare in alcun modo le affermazioni o le intemperanze di altri partecipanti alla manifestazione. Giova ricordare che quella manifestazione era stata promossa per protestare contro il presunto (ma non troppo) sequestro di un gruppo di immigrati, tenuti, senza apparente motivo, sulla motovedetta Diciotti, fatto per il quale l’allora Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è ora sotto processo. Tutto sommato la Giudice Apostolico, in quel frangente, manifestava non tanto contro il Governo, cosa che, di per se sarebbe stata assolutamente legittima, ma in difesa della Costituzione, fatto questo che allevia di non poco anche la critica che la sua presenza fosse inopportuna.
Oggi le autorità pubbliche devono fare chiarezza, rapidamente e senza ombre, sull’ipotesi che i video, registrati dalle forze dell’ordine durante le manifestazioni, per precauzione nel caso avvengano azioni illegali, non siano, immediatamente dopo, distrutti; ma anzi costituiscano una banca dati a disposizione delle autorità. Sarebbe estremamente pericoloso se le forze dell’ordine avessero filmati ordinati e riferibili a persone, più o meno, pubblicamente esposte, ma soprattutto se questi filmati fossero messi a disposizione degli esponenti di governo per colpire i loro avversari. Non è il primo caso di utilizzo politico di documenti o notizie riservate, forse è qualcun’altro che dovrebbe dimettersi.