Chi siamo

Critica liberale è da più di cinquant’anni la voce del liberalismo progressista in Italia. Nata negli anni ’60 come agenzia stampa della sinistra interna al Partito Liberale Italiano di quel tempo, la testata è dal 1974 quella di una rivista liberale del tutto indipendente da ogni forza politica italiana; dal 1994 Critica liberale è anche una fondazione che, assieme alla rivista, cerca di dare espressione e continuità a una tradizione politica e di pensiero che ha le sue radici nel liberalismo europeo, nella tradizione laica e illuminista, nell’impegno per i diritti civili e per l’integrazione federale dell’Europa democratica. È fra le organizzazioni che hanno dato vita al Forum Liberale Europeo, network di fondazioni e centri studi liberali che fanno riferimento all’Eldr (l’organizzazione che raggruppa tutti i liberali europei). Critica liberale si oppone alla ciarlataneria populista che predomina nell’Italia di questi anni, alla sua intrinseca corruzione economica, politica, civile e culturale, al clericalismo estremista e oscurantista che ha artificiosamente reimposto al paese, al suo connaturato antieuropeismo. Siamo un “think tank” piccolo in Italia, ma consapevole di appartenere a una grande e ben viva cultura politica europea e di venire da molto lontano: dalla scoperta della libertà come principio identitario dell’Occidente; dalla difesa dell’autonomia dell’individuo contro il predominio del principio d’autorità e della tradizione medievali; dalle lotte degli eretici e dei libertini contro l’oscurantismo; dalle prime affermazioni della libertà religiosa e di coscienza e dell’autonomia del pensiero scientifico contro Papi, sovrani, assolutismi e religioni di Stato; dalla tradizione politica anglosassone che va dalle perorazioni in difesa della libertà di stampa di John Milton al protoliberalismo di John Locke, dal Bill of Rights inglese a quello americano, da David Hume a John Stuart Mill, dal New Deal alla creazione del Welfare State nella Gran Bretagna di William Beveridge, da John Rawls a Karl Popper; e da quella dell’Illuminismo e del suo ideale di civilizzazione e ingentilimento universale dei costumi, di Voltaire e di Condorcet, di Verri e di Beccaria, di Kant e di Humboldt; dal risveglio dell’Italia risorgimentale contro il tentativo di soffocare l’eredità illuminista e le spinte liberali attraverso la restaurazione dell’Antico regime, e dal suo sforzo di modernizzazione volto a far riacquistare al paese il posto perduto fra le culture e le nazioni dell’Occidente europeo; dall’impegno per la modernizzazione civile ed economica del paese comune ai liberali moderati e radicali, da Cavour e dalla sua opera per la separazione nella libertà di Stato e Chiesa, a Carlo Cattaneo e alla sua filosofia militante democratica e repubblicana; dal trionfo del Risorgimento italiano sul potere temporale della Chiesa romana; dalla lezione di serietà, responsabilità e rigore finanziario di Quintino Sella; dalle battaglie dei liberali e dei radicali dell’800, quali Cairoli, Zanardelli e Cavallotti, per la costruzione di un paese libero, democratico, laico, moderno ed equo; dall’antifascismo di Giovanni Amendola, di Piero Gobetti, di Benedetto Croce, di Guido de Ruggiero, di Gaetano Salvemini, di Guido Calogero; dalla Resistenza di “Giustizia e Libertà” e del Partito d’azione; dalla battaglia federalista ed europeista di Luigi Einaudi, di Altiero Spinelli e di Ernesto Rossi; dalle lotte per l’attuazione della Costituzione di Piero Calamandrei e del Mondo di Pannunzio e di Rossi; da quelle per la libertà della cultura e della società europee contro le minacce totalitarie del fascismo e del comunismo; da quelle per liberare il sistema economico e la società italiana dalle sue bardature corporative e feudali, condotte da De Viti De Marco, Einaudi, Nitti, Fortunato e Rossi; dalle conquiste di libertà nelle scelte di vita individuali, con il divorzio, la depenalizzazione dell’aborto e nuovi rapporti civili, all’impegno per porre fine alla subordinazione delle donne, alle discriminazioni contro gli omosessuali e a tutti i proibizionismi; dall’opposizione civile, ancora in corso, al predominio dell’illegalità e della ciarlataneria populista che hanno contagiato l’intera politica e la società italiana e dalla lezione civile dei “nostri maggiori” Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone e Paolo Sylos Labini.

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