di angelo perrone
Evviva l’anonimato. Assurdo, irragionevole, calunnioso, secondo i punti di vista. L’incidente è piccolo, persino insulso e inutile, e rimediabile. Eppure significativo. Arriva una mail di Google che annuncia l’eliminazione di un certo post sul sito di Pagine letterarie. È “Critica liberale – Articoli di Angelo Perrone”. Motivo? La «violazione delle norme contro malware e virus». Uno spam, evidente. Che lo stesso Google avrebbe dovuto deviare nell’apposita cartella, ma non lo fa.
Il malware, dunque il virus, è una nefandezza. Da Wikipedia: Termine generico che indica qualsiasi software malevolo e intrusivo a scopo di lucro. Ma non rende ancora l’idea. È ogni programma che danneggia altri utenti, carpendo informazioni private o commerciali, e agendo per ottenere un profitto, ricattare le vittime, estorcere denaro.
L’accostamento a quel post fa sorridere quando si è in vena, altrimenti irrita: è una falsità in re ipsa. Quel post era (è) un semplice elenco di titoli di articoli di riflessione culturale, pubblicati, dal 2018 al 2024, su una rivista di analisi politica, appunto “Critica liberale”, serissima e di antica tradizione democratica. Oltre tutto, gli stessi articoli sono stati volta a volta ripresi e pubblicati su Pagine letterarie, con i link di riferimento.
Prima di andare oltre, cestinando la mail come spam, capita di tornare su quel post incriminato. La scoperta: cancellato veramente. Lo spam rivela infinite ombre. È anonimo quanto alla fonte e indeterminato nei contenuti. A firma Google, certo, ma è come dire: chissà chi, in che modo. Quanto ai contenuti: perché quel post? Mistero, e impossibilità di saperne di più.
Ci si trincera dietro l’anonimato formale e sostanziale. Di questo si tratta. La mail – a prova di correttezza e trasparenza – è aspecifica nelle ragioni, indeterminata nei contenuti, e non consente interlocuzioni, non ammette risposte. Si lascia spazio solo a eventuali “rivendicazioni in tribunale”. Con una terminologia che rivela lacune giuridiche inguardabili. Ma come si può contestare ciò che non viene nemmeno precisato?
Lo scrittore famoso ci scrisse, su questa materia surreale, Il processo, a ragione il suo capolavoro. Poi, in dibattiti e tavole rotonde, si discute dottamente di algoritmi e di intelligenza artificiale. Si parla dei rischi di rinunciare all’umano. In ballo il buon senso, la comprensione delle cose e l’intelligenza. Ma non serve andare troppo lontano. Basta guardare più vicino a noi.