Archivi categoria: pensiero del giorno

Nordio e il femminicidio, la conversione al populismo penale

di angelo perrone

La scena è degna di un dramma, o forse di una farsa. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si erge sul palcoscenico mediatico, per annunciare l’introduzione del reato di femminicidio. Lo definisce «un risultato epocale», una «manifestazione potente» dell’attenzione dello Stato. La retorica è densa, convinta. Cozza però, senza spiegazioni, con la storia dell’uomo e con le convinzioni professate per decenni. Il giurista di lungo corso, qual si era presentato, compie, una volta sulla poltrona ministeriale, un’abiura intellettuale.

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La Meloni e il referendum: il diritto al “non senso” della democrazia

di angelo perrone

Il gran rifiuto. Versione moderna del “me ne frego”, slogan che nel ventennio incarnava la sfida al pericolo e il disprezzo per le regole. Immaginifiche sono le strade nuove inventate dalla politica. L’affermazione della presidente Meloni (il “non voto” al referendum su lavoro e cittadinanza come un suo diritto) è una posizione inquietante in tempi di crisi democratica, e rasenta l’abnormità, proprio per il ruolo preminente di chi l’ha espressa.
La partecipazione civica è fondamentale per la tenuta delle istituzioni. Suggerire l’astensione è un segnale pericoloso, oltre tutto mascherato dall’espediente del gesto simbolico. L’astensione non dovrebbe assumere il tono dell’indifferenza, soprattutto quando la democrazia stessa è sotto pressione. Continua la lettura di La Meloni e il referendum: il diritto al “non senso” della democrazia

Brusca in libertà: il prezzo della collaborazione e le ferite della Giustizia

di  angelo perrone

La notizia della definitiva libertà di Giovanni Brusca, ex boss mafioso e “pentito” coinvolto nella strage di Capaci (fu lui ad azionare il telecomando), riaccende il dibattito sulla finalità della pena. Brusca, dopo 25 anni di detenzione e la collaborazione con la giustizia, vive ora in una località segreta, lontano dalla Sicilia, una conclusione che genera amarezza – espressa dolorosamente dalla vedova del caposcorta di Falcone – e solleva interrogativi.

La storia di Brusca è emblematica. Da un lato, c’è la necessità dello Stato di combattere la criminalità organizzata ottenendo informazioni vitali per smantellare le cupole mafiose, individuare responsabili e prevenire nuovi crimini. La collaborazione dei “pentiti” è stata uno strumento efficace per raggiungere questi obiettivi. Dall’altro, la concessione di benefici penitenziari a chi si è macchiato di crimini efferati si scontra con il sentimento di giustizia delle vittime e della collettività.

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Il linguaggio politico, tra disprezzo e disaffezione democratica

di angelo perrone

 Il linguaggio dei politici, spesso, sembra aver perso ogni freno, scivolando in una retorica che avvelena il dibattito pubblico. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, definisce gli elettori “schifati” per la bassa affluenza a un referendum senza quorum: non fa un semplice scivolone di linguaggio, ma di sostanza. Nell’esternazione, non c’è analisi, difettano il commento, la riflessione. Le parole disvelano una disistima per gli elettori che sono esattamente i soggetti che lui (l’abbiano votato o meno) dovrebbe tutti rappresentare, colpiscono la dignità del cittadino, qualunque sia la decisione sul referendum, o in genere sul voto politico.

Questo genere di comportamenti non è incidente, ma strategia.  Diventa uno strumento per polarizzare, per marcare il territorio, per ridurre la complessità della disaffezione elettorale ad atto viscerale, solo disgusto, “schifo”. Nel pantano verbale che si genera, le idee latitano, manca il linguaggio capace di illuminare e di unire intorno a valori comuni. La politica smarrisce la capacità di parlare al Paese con rispetto e serietà. Il rischio è che i cittadini non si sentano solo “schifati”, ma estranei a un mondo così degradato.

Garlasco, non più un processo. L’anomalia Nordio

di angelo perrone

Il caso Garlasco si trasforma, non è più una vicenda giudiziaria. L’ultima di Nordio: “Irrazionale la condanna a Stasi dopo le assoluzioni”. Un ministro della Giustizia che esprime giudizi a gamba tesa su un processo specifico è un’anomalia nello Stato di diritto. Ci sono condanne irrevocabili e nuove delicate indagini in corso, strumenti processuali per l’accertamento della verità e per la verifica di eventuali errori o mancanze.
Non è previsto che la politica intervenga a dire la sua, senza averne titolo, e con argomenti inusuali. Travalicando il suo ambito di competenze, generando sospetti ed incertezze. Ma nulla frena Nordio, lui si schiera, alimenta i suoi dubbi personali, anziché stare al proprio posto. Non è forse questa un’ingerenza che mina le fondamenta dello Stato di diritto? L’autonomia della giustizia è un pilastro della democrazia.

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Il muro dell’esclusione

di angelo perrone

Ora il pugno duro. «Stop alle iscrizioni di stranieri». Dopo il congelamento dei fondi, Donald Trump lancia l’ultimo affondo contro Harvard, la più prestigiosa università americana, quella che per prima si è rifiutata di soddisfare le richieste dell’Amministrazione riguardo alla gestione degli insegnamenti, alle politiche di ammissione e di assunzione dei docenti. Poi l’avvertimento: «E i presenti se ne vadano o saranno illegali, perderanno il visto». Duecento ottanta sono gli studenti italiani.
L’accusa ridicola: «Ad Harvard si insegnano solo odio e stupidità». La colpa è quella di aver creato «un campus non sicuro» permettendo «le azioni di agitatori anti-americani», in maggioranza studenti stranieri. L’ultimatum non dà scampo: «L’Ateneo ha 72 ore di tempo per consegnare i video e gli audio delle proteste». Poi inizieranno le ritorsioni punitive.
L’istituto, simbolo di eccellenza, incontro e scambio di idee, dovrebbe trasformarsi in una fortezza che respinge l’altro e rinnega il valore della diversità. E non si tratta soltanto di una decisione su Harvard, ma di un modello, a cui le istituzioni culturali del Paese devono conformarsi, per sopravvivere. Continua la lettura di Il muro dell’esclusione

Springsteen: il rock sfida l’arroganza di Trump

di angelo perrone

Bruce Springsteen invita a resistere contro l’autoritarismo. Durante il suo concerto a Manchester, il leggendario cantautore ha attaccato duramente Trump con parole piene di amarezza. «L’America che amo, che è stata un faro di speranza e libertà per 250 anni, è attualmente nelle mani di un’amministrazione corrotta, incompetente e traditrice.» Springsteen ha spiegato i motivi: «Stanno smantellando una storica legislazione sui diritti civili che ha portato a una società più giusta e plurale». Continua la lettura di Springsteen: il rock sfida l’arroganza di Trump

La fascia negata, l’identità ridotta a simbolo di parte

di angelo perrone

 

Il gesto della neosindaca di Merano, Katharina Zeller, di togliersi la fascia tricolore durante la cerimonia di insediamento ha suscitato opposte reazioni. La scena, immortalata dalle telecamere, mostra la sindaca che chiede se sia davvero necessario indossare la fascia, per poi rimuoverla immediatamente. Si percepisce nella Zeller disagio, imbarazzo, fastidio. Lo scambio di battute con il sindaco uscente ha toni poco appropriati.

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Violenze sessuali? Corri, nasconditi, spera in meglio: i consigli di Nordio

di angelo perrone

L’ultima sarebbe anche esilarante. Violenze sessuali, aggressività maschili, tutela  delle vittime? Inefficienza del braccialetto elettronico e della vigilanza pubblica? Carlo Nordio, ministro della Giustizia, è perentorio, nella sua dotta prolusione al Senato: «È la vittima che deve trovare un rifugio». Infatti, «il braccialetto è incompatibile con i mezzi di trasporto delle persone».

C’è il traffico, la movida del sabato sera, insomma le solite menate. Rimedi? «Dobbiamo dare l’allerta alla vittima affinché sia in grado di trovare forme di autodifesa». Continua la lettura di Violenze sessuali? Corri, nasconditi, spera in meglio: i consigli di Nordio

Le istituzioni diventano propaganda

 di angelo perrone

 «Farò propaganda per il non voto», ha detto Ignazio La Russa, che è la seconda carica dello Stato, non un qualsiasi politico di partito. Lui, sui cinque referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza, dirà «ciò che pensa affinché la gente se ne stia a casa». La dichiarazione solleva il tema del ruolo delle istituzioni.

Il presidente del Senato ha scelto di prendere una posizione attiva contro il voto, promuovendo l’astensione, così mettendo in discussione il principio costituzionale della neutralità delle cariche pubbliche. Ci si aspetta invece, come dalle altre figure istituzionali, che garantisca il neutrale funzionamento della vita democratica, senza favorire una parte politica né sostenere una strategia elettorale.

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Gaza in cenere: la ferocia di Netanyahu

di angelo perrone

 Tra macerie e fame, il grido disperato di Gaza. Il fuoco infinito di Netanyahu («Siamo alla vigilia di un’invasione massiccia nella Striscia. La popolazione verrà spostata») divora un popolo. La situazione a Gaza è una tragedia umanitaria. Il massacro in corso, la fame che affligge la popolazione civile e la politica di Netanyahu stanno portando la regione in un baratro. Elly Schlein (segretaria Pd) definisce il piano di occupazione e deportazione dei palestinesi un «disegno criminale».

Le immagini che arrivano da Gaza mostrano una popolazione stremata, costretta a sopravvivere in condizioni disumane. Il blocco degli aiuti umanitari ha aggravato la crisi, lasciando migliaia di persone senza cibo, acqua e cure mediche. La comunità internazionale ha il dovere di agire, ma le risposte tardano ad arrivare, il governo israeliano continua la sua offensiva senza alcun freno.

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Lollobrigida, pensieri fashion su Trump

di angelo perrone

 Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida commenta l’immagine di Donald Trump vestito da Papa, generata con l’intelligenza artificiale e rilanciata sui social dalla Casa Bianca. Quella, per ricordare, in cui il presidente Usa si mostra vestito da Papa, con abito talare bianco, mitra e crocifisso dorato, nell’atto di impartire una benedizione.

Provocazione, derisione, cattivo gusto, cretinata? Macché, il pensiero del ministro è in sintesi: non guardiamo gli abiti dei leader. Cioè, il governo non giudica, non segue le rappresentazioni mediatiche, non alimenta polemiche, non si fa influenzare da provocazioni visive, non pensa nulla dell’abbigliamento dei leader: caricature e costumi locali sono la stessa cosa.

Il governo pratica infatti la sobrietà, come è noto, a differenza di altri, non si fa certo distrarre dal suo costante impegno, che è, non dubitiamone, «lavorare per il benessere degli italiani e degli europei». Meno male che c’è lui, Lollobrigida.