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Repubblica, il racconto di Chiara Ferragni a Roma, con sette pubblicità nel pezzo

Riportiamo qui sotto un articolo di “Professione reporter” che illustra come “Repubblica”, con un articolo firmato da Valentina Lupia, abbia pubblicato il 25 luglio un vergognoso rosario di “marchette” pubblicitarie occultate come servizio giornalistico, in aperta violazione del contratto nazionale di lavoro e del codice deontologico del giornalismo. Il fenomeno dilaga su tutta l’informazione italiana. Anche il questa occasione, ovviamente, il Sindacato, in perfetta divisa gialla, tace e acconsente. L’Ordine pure, dando l’ennesima dimostrazione della sua inutilità, anzi capacità di nuocere con la sua aperta complicità con editori sempre più scorretti. (e.ma)
  

Chiara Ferragni, l’inventrice del mestiere di influencer trascorre alcuni giorni nella Capitale con la famiglia e Repubblica racconta -per filo e per segno- le sue giornate. 

Citando almeno sette marchi di cui la Ferragni si è servita. 

E da cui la Ferragni probabilmente è remunerata, visto che l’influencer cosa fa? Proprio questo: consiglia marchi, attraverso la sua persona e il seguito che si è costruita, fa pubblicità, garantisce con il suo nome. A pagamento. 

CARBONARA E AMATRICIANA

Per la Ferragni, dunque, tutto bene. Meno chiara è la posizione di Repubblica. Essendo Chiara un personaggio ormai globale, è anche possibile ritenere che meriti un pezzo la sua gita a Roma con Fedez e i piccoli Leone e Vittoria. Meno chiara è la ragione per cui in questo pezzo si citino tutti i prodotti e i servizi che Chiara ha gustato e utilizzato. L’articolo è di domenica 24 luglio, pagina 6 della Cronaca di Roma, intero taglio basso. Titolo: “Una carbonara per Ferragni. ‘La città più bella del mondo’”. Nell’attacco c’è il sunto della giornata e alla quarta riga è già citata la Matricianella, ristorante dove l’influencer ha mangiato. Al terzo capoverso si comunica che la famiglia alloggia all’Aurora Suite Terrace dell’hotel Eden, “la stessa scelta in passato da Ingrid Bergman”. 

TURISMO ESPERENZIALE

Quindi: “Dopo un po’ di relax nella terrazza della loro stanza, i Ferragnez hanno trascorso una giornata nella piscina di Domus Borghese”. Questa  location di solito viene affittata per grandi eventi, ma stavolta è stata riservata alla famiglia “con tanto di giostra per Leone e catering (curato da Ilaria e Maria Ludovica Pellegrini) a base di acque rinfrescanti e aromatizzate, sfizi, creme, frutta, verdire di stagione e crostini”. Instancabili i quattro fanno poi un giro a Villa Borghese, ma non da soli: “Con Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior”. Con la Chiuri i bimbi danno da mangiare alle tartarughe. Dove? Probabilmente allo zoo, ma questo particolare è omesso. 

A questo punto c’è un passaggio in camera per cambiarsi. Chiara indossa “un abito sulle tonalità del bordeaux by Philosophy, il brand di Lorenzo Serafini”. L’abito viene scelto per recarsi in visita alla Galleria Borghese. Sembra una pausa culturale, fra tanto marketing, ma non è proprio così, poiché la visita è organizzata da “If unique art experiences”, “che propone pacchetti di turismo esperienziale di lusso”. Su Instagram Chiara posta una foto dei figli e dei soffitti affrescati, con il testo: ”I nostri capolavori alla scoperta dei capolavori italiani”. Sembra di rivivere -nota l’articolo- la sponsorizzazione da parte di Chiara “che ha fatto la fortuna degli Uffizi di Firenze”.

 CHIARA SULLA GIOSTRA

Finalmente si è fatta ora di cena. La scelta cade sulla Matricianella e arrivano a tavola amatriciana (rigatoni) e carbonara (spaghetti), quest’ultimo, “a quanto pare”, piatto romano preferito dalla influencer. Poi, Fontana di Trevi e dichiarazione della protagonista: “Quant’è bella Roma? Per me è la città più affascinante del mondo, in assoluto”. 

Tre foto corredano il tutto: Chiara sulla giostra, tutti e quattro davanti alla Galleria Borghese, la carbonara con il marchio Matricianella. Nella didascalia, per coloro a cui non fosse chiara l’intenzione, viene citata di nuovo la Matricianella (in totale 4 nominations in un solo pezzo).

da Professione Reporter

“MA QUANTO E’ BUONO CALTAGIRONE”

di Professione reporter

[e.ma.: Finalmente una buona notizia:   il povero palazzinaro Caltagirone, che era riuscito a far scrivere i collaboratori del suo Messaggero  ricompensandoli con una miseria , ma tale da permettere loro di sopravvivere a pane ed acqua, sta tentando un esperimento che aprirà nuove vie al giornalismo italiano. Sulla base di studi scientifici  prodotti da qualche università di paesi dove ancora persiste lo schiavismo, il palazzinaro, che prende copiosi finanziamenti pubblici, inaugura un nuovo corso che si fonda su un ragionamento ineccepibile: se un collaboratore riesce a scrivere nutrendosi a pane ed acqua, perché non proviamo a sottrargli il pane e vediamo  se non diminuisce la qualità del prodotto? La Federazione nazionale della stampa, da anni complice degli editori, sta assistendo ammirata a questa prova, che se  avesse successo potrebbe essere introdotta persino nel prossimo contratto nazionale.]

Il Messaggero aggiorna le tariffe da fame nel silenzio del sindacato

 

Sono le nuove tariffe imposte dal Messaggero di Roma di Francesco Gaetano Caltagirone ai collaboratori. Un listino tipo barba, capelli e shampoo. il giornalismo però non è solo fatto di un tanto a battuta sul computer. Può esserci qualità ed esclusività anche in 30 righe.

Il nuovo tariffario è prendere o lasciare.

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