I politologi si stanno rompendo la testa per trovare le più raffinate motivazioni della catastrofe politica del Pd. Di cui si sono accorti solo la domenica del 4 marzo. Eppure ce le hanno avute sempre davanti agli occhi: il Pd renziano non è stato che idiozia allo stato puro ricoperta da impudica sfacciataggine. Come se il cervello dei cittadini avesse un’intelligenza inferiore a quella del dirigente medio o alto del “Giglio magico”. Cosa quasi impossibile. Al punto che, dopo la legnata storica, la mente del renziano-tipo, già molto intontita, ancora non riesce a dare segni di vita.
La vicenda della nomina dei presidenti delle due Camere ne è un altro segnale inquietante. Issare sull’Aventino la bandiera bianca è stato un grave errore, ma in politica , soprattutto nel Nazareno, di errori se ne fanno tanti, e dato il livello della sua classe dirigente è persino ovvio. Ma in questo caso ci troviamo di fronte a qualcosa di più di un semplice errore: presentare come candidata, appunto di bandiera, il nome della “più peggiore” ministra della pubblica istruzione è pervicace autolesionismo. E proprio nel giorno in cui la Cgil dava i dati sulla scuola italiana: 4 punti di spesa pubblica in meno sulla media Ocse e collocazione al 19 (diciannovesimo) posto in Europa per le risorse dedicate.