di enzo marzo
Vi sono uomini per tutte le stagioni, tanto per fare un esempio, Freccero, che secondo la stagione tifa o per Ingroia o per Salvini. Giggino, ancora in prima elementare, li batte tutti perché ci mette solo un giorno per cambiare idea. D’altronde il suo testo base sulla diplomazia e sulla politica estera è il Risiko, da lui bazzicato invece di fare i compiti. Ricordiamo una sua intervista a “Le Monde” prima delle elezioni del marzo scorso in cui si professava macroniano e soprattutto europeista di ferro. Il giorno dopo invece….
Adesso, saltato sulla ruspa salviniana si allea con i casseurs che sfondano i portoni dei ministeri, ma poche ore dopo scrive a “Le Monde” elogiando la Francia come un paese amico e il suo popolo come un punto di riferimento «con la sua tradizione democratica millenaria».
Giggino non si fonda sui libri della scuola primaria, ma sulla sua esperienza di vita: infatti nel 1019 il fondatore della dinastia dei Casaleggio, Casaleggio 0.000, si inventò proprio in Francia la democrazia, giusto mille anni fa.
Dati i mezzi tecnologici limitati escogitò che ogni francese dovesse inviare a lui un piccione viaggiatore con il voto per scegliere il Re, che comunque sarebbe rimasto sempre lui. A parte qualche errore di calcolo non voluto o qualche “deroga” o l’intervento dei perfidi falchi che annullavano spesso e volentieri le schede mangiandosi i piccioni, la cosa funzionò tanto che la Francia diventò antesignana della monarchia costituzionale con Luigi XIV, famoso per la sua frase di stampo salviniano: «Le peuple c’est moi».
Intanto, in quell’epoca, le stelle giravano ancora attorno alla Terra come fanno ora attorno al nuovo Sovrano democratico.