La trimurti In Bending spoons come soci anche i figli di B. La strana presenza del colosso Jakala

La trimurti In Bending spoons come soci anche i figli di B. La strana presenza del colosso Jakala
Dal renziano al big del marketing, chi c’è dietro

» MARCO PALOMBI [il fatto quotidiano]

Se tutto andrà come previsto dall’ordinanza del commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, la trimurti che darà vita all’app “Immuni” avrà, se non guadagni visto che si parla di una cessione a titolo gratuito, un enorme potere: miliardi di dati, e dei più sensibili e “preziosi”, su milioni di persone verranno veicolati dalla loro creatura digitale (e certo gestiti, almeno si spera, nel rispetto delle leggi sulla privacy).
È DUNQUE UTILE chiedersi: chi sono?

Le tre aziende coinvolte sono Bending Spoons (il cucchiaio da piegare di Matrix), che realizza l’infrastruttura, il Centro Medico Sant’Agostino di Luca Foresti (una rete di poliambulatori che lavora anche sulla digitalizzazione dei processi ospedalieri) e il colosso dell’e-marketing Jakala, guidato da Matteo de Brabant. Tutte società basate a Milano.
Partiamo da Bending Spoons: fondata da quattro ragazzi italiani nel 2013 – Francesco Patarnello, Luca Ferrari, Matteo Danieli e Luca Querella – sviluppa applicazioni che hanno avuto decine di milioni di download e, secondo una classifica del Sole 24 Ore di qualche tempo fa, è una delle prime venti aziende al mondo in questo settore. Alla fine del 2019 aveva circa 130 dipendenti, quasi tutti a tempo indeterminato e il fatturato era previsto più che raddoppiare rispetto al 2018 (90 milioni rispetto ai 37,5 certificati dall’ultimo bilancio disponibile). Numeri che hanno attirato gli interessi degli investitori: a luglio 2019 sono entrati col 5,7% nella compagine proprietaria – fino ad allora costituita dai fondatori e da alcuni dipendenti di Bending Spoons – tre società, vale a dire H14 di Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, Nuo Capital dalla famiglia Pao Cheng di Hong Kong e StarTip (veicolo di Tamburi Investments Partners spa).
Curiosamente la H14 dei figli di secondo letto di Silvio Berlusconi la troviamo con una piccola quota anche nel capitale di Jakala insieme a Equity Club (Mediobanca e Ferraresi), alla holding dei Marzotto e altri: il fatturato prodotto dagli oltre 500 dipendenti, d’altronde, è ricco (250 milioni la stima per il 2019, anno in cui la società ha aperto il suo nuovo quartier generale milanese nel costoso edificio “Mellerio-Velasca”).

FORSE È IL NOME più interessante della trimurti perché pare il meno necessario: Bending Spoons disegna app, il Sant’Agostino lavora sui dati medici, Jakala invece si occupa di marketing, comunicazione, eventi ed e-business. Il suo portafoglio clienti – tra banche, multinazionali pubbliche e private e marchi importanti del made in Italy – è impressionante e, in vista dei milioni dei dati di cui sopra, anche un po’ inquietante.
Il fondatore – Jakala, il coccodrillo del Libro della Giungla, era il suo nome scout – è Matteo de Brabant, assurto agli onori delle cronache nel 2016 per aver organizzato a casa sua, dopo quella di Davide Serra a Londra, una cena elettorale per Beppe Sala, allora candidato sindaco.
Particolare un po’ sgradevole, la sua Jakala Events aveva fatto qualche lavoretto per Expo 2015 del commissario Sala prima di essere venduta per 25 milioni alla Uvet (che lavorò invece molto all’Esposizione universale). L’ultimo nome è quello di Luca Foresti che guida la rete di poliambulatori “Centro medico Sant’Agostino” a Milano ed è vicino a Matteo Renzi: nel 2013, quando il fiorentino si preparava a giubilare Enrico Letta, partecipò alla Leopolda.

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