Il welfare o le armi?

di paolo flores d’arcais

 

Il welfare, naturalmente. Ma se un energumeno ti vuole togliere il welfare e anche la libertà, puoi conservare il welfare senza le armi per difenderlo?

Oggi l’Europa, e ogni suo singolo paese democratico (non tutti lo sono, Orbán docet), per difendere il welfare hanno bisogno delle armi. Altrimenti perderanno tutto. Non vederlo è cecità, ma una cecità colpevole, perché la situazione, nella sua tragicità, è di una chiarezza cristallina.

Questa.

Putin vuole per la sua Russia il Russkij Mir, “nessuno ci toglierà quello che è nostro”, e “nostro” è, per l’autocrate del Cremlino, ogni terra dove qualcuno parla russo (ma forse anche altri). Moldavia e Stati baltici sono le prime prede designate, in Georgia e Romania è già in atto una invasione non convenzionale. Ritornare ai fasti dello zarismo e di Stalin è il programma minimo.

Putin lo aveva esposto a chiare lettere ben prima dell’invasione dell’Ucraina, ma in Occidente non lo si è voluto prendere sul serio, cioè alla lettera. Sarebbe più che demenziale, sarebbe criminale, non farlo ora. Dunque, le democrazie europee, se vogliono vivere con il loro welfare e le loro libertà, devono riarmarsi. Visto che di fronte alla violenza e agli appetiti imperiali di Putin sono ormai sole, poiché l’America, con Trump, è passata dall’altra parte.

Visto che tra Putin e Trump è in fieri, ma con andamento di galoppo, la santa alleanza degli imperi oligarchici e della diseguaglianza contro la democrazia in ogni parte del mondo (il Canada dichiarato da Trump il 51° Stato degli Usa, ci rendiamo conto?).

Gli 800 miliardi proposti da Ursula von der Leyen sono perciò una necessità inaggirabile. Si può e si deve discutere su come usarli, ma tale discussione non può e non deve diventare un cavallo di troia per svuotare o anche solo ridimensionare questo impegno di riarmo: improcrastinabile. Perché il tanto citato “si vis pacem, para pacem” della retorica pacifista costituisce, di fronte al nuovo mondo della santa alleanza imperiale trumputiniana, una lugubre boutade, che prepara altre Monaco ’38 e spartizioni della Polonia.

Dunque: come utilizzare gli inevitabili 800 miliardi? Per la difesa dell’Ucraina, prima di ogni altra cosa e subito. Perché la linea del fronte della guerra che il trumputinismo ha dichiarato alle democrazie europee corre lungo i confini dell’Ucraina. Kyiv ha bisogno di aerei, missili a più lunga gittata e copertura satellitare, lo sforzo industrial-bellico dell’Europa deve in primo luogo essere indirizzato a questo scopo. Ci sono giganteschi problemi tecnici e militari? Ovviamente, ma gli stati maggiori degli eserciti servono appunto a risolverli.

Immediatamente dopo viene il rafforzamento degli armamenti europei. Non però attraverso un prestito che andrebbe ad aggravare i bilanci dei singoli Stati, perché i prestiti prima o poi devi restituirli, e la speculazione finanziaria convergerebbe sugli Stati finanziariamente più esposti, ma attraverso un fondo comune europeo. Le cui scelte di spesa andrebbero affidate all’insieme dei paesi che al rafforzamento comune degli armamenti vogliono aderire (embrione, così, di un futuro esercito europeo), senza più i vincoli di unanimità che paralizzano l’Unione europea rendendo l’Europa politicamente inesistente.

So perfettamente che si presentano al riguardo una quantità di nodi tecnici, giuridici, istituzionali. Ardui da sbrogliare? Certamente. Ma i governanti di Bruxelles e dei singoli governi li sbroglino, hanno certamente nelle loro burocrazie le competenze per farlo: le difficoltà tecnico-giuridico-istituzionali non possono diventare un alibi per continuare nella politica dello struzzo.

Infine, e ovviamente: l’Europa non può essere solo l’Europa del riarmo, sarebbe miserabile e non avrebbe futuro. Deve essere l’Europa che diminuisce ogni giorno le diseguaglianze sociali, che radica i diritti dei lavoratori, che elimina dal suo seno i paradisi fiscali e le abissali disparità di tassazione che consentono alle multinazionali di derubare la maggior parte dei cittadini europei, che promuove i diritti civili e una rigorosa laicità contro le prevaricazioni clericali (islamiche in primis!) sempre in agguato, che vogliono le donne assoggettate e nessuno libero di decidere sul proprio fine vita.

Ma senza l’Europa del riarmo, anche questa Europa giustizia-e-libertà, che era negli auspici dei padri fondatori e nel sogno di Ventotene, non vedrà la luce: perché l’Europa si sarà dissolta a Kyiv.

07 Marzo 2025 – MicroMega

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