
di critica liberale
- La Russia nel 2022 ha invaso l’Ucraina, uno stato sovrano, convinta di annettersela in pochi giorni. Il suo obiettivo è fallito. Il popolo ucraino ha saputo resistere, grazie agli armamenti forniti da Usa e da paesi dell’UE. Quali che fossero le ragioni storiche più o meno remote delle sue rivendicazioni territoriali va rifiutato senza fraintendimenti l’uso delle armi quale mezzo per la soluzione delle controversie internazionali.
- L’imperialismo russo, che si esprime con le armi ma anche con le nuove forme di guerra ibrida, propaganda, infiltrazione in partiti, comunicazione ecc., da anni ha dichiarato il suo intento: ricostituire il vecchio status preesistente alla caduta del Muro. Non capirlo non è solo da ciechi e sordi, ma da complici.
- Il pacifismo, come tutti i pacifismi in tempo di guerra, è solo il sinonimo buonista della “resa”, della “bandiera bianca” alzata di fronte a un imperialismo che ancora oggi continua a bombardare e fare stragi.
- D’altra parte, il sovranismo trumpiano ha distrutto l’alleanza atlantica, si dichiara antieuropeo, fomenta l’aggregazione di una “internazionale nera”, distrugge ogni valore liberale e manipola persino le procedure democratiche.
- Questa “rivoluzione trumpiana” di estrema destra recupera e aggiorna le vecchie politiche rossobrune che nel Novecento hanno apparentato i due totalitarismi e oggi sono parte fondante dell’ideologia putiniana.
- L’Europa deve rendersi conto di essere isolata, indifesa, minacciata ad est e a nord nei suoi confini naturali, abbandonata dal suo alleato storico. L’istinto di sopravvivenza, come salvaguardia dello spazio democratico e liberale fondato sul diritto e sulla libertà, deve spingere a rovesciare, subito e radicalmente, l’inerzia che per decenni ha trasformato le originarie idealità federaliste in mercantilismo e in un residuo governativismo votato all’immobilismo e all’inefficacia politica.
- La politica attuale dell’Unione Europea va completamente rivista seguendo i seguenti punti: A. – Il passaggio dell’amministrazione Trump da avversario a complice di Putin la rende oggettivamente improponibile come mediatrice nella trattativa Russia-Ucraina. Qualunque soluzione finale sarebbe, o sarebbe vista, come una spartizione delle due potenze mondiali a spese del paese invaso. L’Europa deve subito sollecitare alla controparte russa un tavolo di tregua e di pace, dove siedano a negoziare le effettive controparti: la Russia e l’Ucraina con i suoi sostenitori, ovvero l’UE e altri paesi “volenterosi”. Questa iniziativa, che colpevolmente è mancata negli anni passati, sarebbe finalmente il segno di una raggiunta effettiva soggettività politica.
B. – Contemporaneamente, si deve mettere in moto un’aggregazione di Paesi Ue per la formazione di una identità sovranazionale che faccia una somma delle forze armate europee e dia loro un solo centro comando, nonché le dia una politica estera rappresentativa e accreditata.
C. – Ogni Stato, per sopravvivere senza subalternità alcuna, non deve delegare ad altri la sua difesa. Riconosciuta l’ovvia necessità della difesa, deve provvedere a fornire i mezzi e gli strumenti adeguati. Non si tratta di “bellicismo” ma di “deterrenza”. Sostenere il contrario è solo dimostrazione di demagogia o collusione con l’uno o l’altro imperialismo. Ogni dimostrazione di disarmo o di debolezza è solo un incentivo all’aggressività altrui. - È stato un gravissimo errore politico ribaltare questo ordine e partire dall’ultimo punto, mettendo in opposizione, se non in alternativa, la necessità della difesa comune con lo “Stato sociale”. Per di più con un piano vago e velleitario. Ciò ha contribuito a disunire le volontà, a spaventare una larga parte dell’opinione pubblica, a rinforzare politiche demagogiche e pseudo pacifiste, a favorire la mentalità di estrema-destra e trumputiniana.
- Inerzia ed errori si superano se l’opinione pubblica europea manifesta sempre più chiaramente e con forza la volontà di costruire gli Stati Uniti d’ Europa, aggregazione in una Federazione di quegli Stati dell’Ue che sono convinti della necessità di un’”area politica” autonoma all’interno della Ue. Questa volontà va espressa subito, e subito vanno intrapresi i primissimi passi verso quella direzione.
15 MARZO 2025