IL PALLONCINO

Lo so che va di moda la follia più assoluta. Trump ha sdoganato qualunque insulto e panzana. Si parla in libertà irresponsabilmente, sostenendo la qualunque. Quindi è inutile protestare se trumputiniani professionisti prezzolati o anche solo dilettanti fanatici sparano a raffica le più assurde bufale senza che ci sia nessuno che chiami il 118. Però, cara Gruber, il gioco funziona se non si esagera. Per esempio, sarebbe d’obbligo sottoporre ogni volta alla prova del palloncino Marco Travaglio, ormai aldilà di ogni livello di ubriacatura. Ieri ha detto testualmente: «L’alternativa quale sarebbe? … agganciarsi ai Baltici e alla Polonia che vogliono invadere la Russia?». Lo so che il settarismo brucia i cervelli, ma esiste pur sempre un limite. Ce li vedete voi, i lituani, con qualche fucile da caccia, al grido di “A Mosca, a Mosca”, affrontare quello che lo stesso Travaglio definisce (sbagliando come al solito) il più grande e potente esercito del pianeta? Oppure la Polonia, ben più allenata a farsi invadere a ripetizione, davvero si sta organizzando per fare quello che non riuscì a Napoleone e a Hitler? Solo un forte eccesso di alcolici può giustificare tali affermazioni incoscienti.

enzo marzo – 4 marzo 2025

USCITO IL N.165 DEL “NONMOLLARE” con il supplemento “GLI STATI UNITI D’EUROPA” n. 45 – SCARICABILI GRATIS QUI

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NONMOLLARE n. 165
Sommario

editoriale
03. enzo marzo, ora o mai più
05. pier virgilio dastoli, appello per un umanesimo militante
#stiamounitiineuropa
07. pier virgilio dastoli, appello alla mobilitazione
rabbia e disgusto 7
11. enzo marzo, i tre minuti fatali
la biscondola
12. paolo bagnoli, il raggio dell’avvenire
astrolabio
13. silvja manzi e carmelo palma, i signori delle tessere – la parabola di piùeuropa è un fallimento storico della scuola radicale e pannelliana – con notarella di e.ma.
17. martina vetritto, legalizzare la libertà di scelta
cronache da palazzo
16. riccardo mastrorillo, l’incantamento atomico
la vita buona
19. valerio pocar, coppie anziane, coppie giovani
lo spaccio delle idee
21. angelo perrone, l’intolleranza del potere
24. andrea bitetto, j.d. vance e our lady the common law- (non c’entra nulla il woke: la common law è una gran lady)
25. ettore maggi, la rivincita di dugin
27. comitato di direzione
27. hanno collaborato
in vetrina
31. vittorio zincone, matteotti. dieci vite

SUPPLEMENTO “GLI STATI UNITI D’EUROPA” n. 45
Indice
editoriale
05 – giovanni vetritto, fate qualcosa!
lo stato dell’unione
07 – sergio vasarri, nello spirito federativo la matrice comune del pluralismo identitario e culturale europeo
10 – raffaele torino, non c’è più tempo da perdere. per un processo costituente hic et nunc
13 – niccolò rinaldi, l’assedio dell’europa come il suo specchio
17 – federico castiglioni, la difesa europea non ha bisogno di futuro ma di presente
19 – arvea marieni, per la sovranità digitale e la sicurezza dell’UE
27 – giovanni vetritto, europa, coesione o mancette?
31 – hanno collaborato

ORA O MAI PIÙ

di enzo marzo

28 febbraio 2025: alla Casa Bianca si consuma il giorno più disonorevole e turpe della storia degli Stati Uniti. Le vicende dell’ultimo secolo non ci hanno fatto mancare esempi di giornate simbolo della scelleratezza umana. Viene in mente subito il 23 agosto 1939, la giornata dell’accordo rossobruno tra i due totalitarismi, comunista e nazista, per spartirsi l’Europa Orientale, che fu anche l’origine della Seconda Guerra mondiale. Fu firmato sotto un dipinto tragico, “Isola dei morti” di Böcklin, significativo preannuncio di ciò che sarebbe avvenuto negli anni successivi. Ci furono giovani comunisti francesi che si suicidarono non sopportando il disonore di uno Stalin che si alleava con Hitler. Le foto dell’epoca immortalano la compostezza dei protagonisti di quell’evento, come se avvertissero la tragicità delle sue conseguenze sull’esistenza di centinaio di milioni di esseri umani. È trascorso un secolo, nello Studio Ovale Trump ha perpetrato lo spettacolino simbolo del suo tradimento di tutti i valori liberaldemocratici, di tutte le alleanze, di tutti gli sforzi del suo stesso paese per difendere la libertà dell’Ucraina, e lo ha fatto vedere in mondovisione ostentando arroganza e volgarità al loro ultimo stadio. (1) Se l’abilità di un venditore di pentole si misura dal numero di pentole che riesce a spacciare, quello di Trump e del suo scagnozzo Vance è stato un catastrofico disastro. La sua trappola da maramaldo, agli occhi del mondo intero, ha dato vita a due figure esemplari: un “eroe”, che pur avendone l’occasione tre anni fa rifiutò di abbandonare il suo paese aggredito e che ora implora solo sicurezza per il suo popolo, e un “delinquente” che ribalta la politica del suo paese per rubare al “debole” le sue “terre rare” e spartirsele col “nemico” divenuto complice. Ecco una bella coppia di sciacalli. Il tutto esibito senza un’ombra di vergogna.

La “sostanza” della politica trumpiana si è completata con una “forma” aggressiva quanto triviale, ma già c’era stata tutta il 24 febbraio nel voto all’ONU sulla Risoluzione a favore dell’Ucraina, dove gli Usa trumpiani hanno ribaltato la loro politica e hanno votato contro in 18, assieme alla Russia, alla Corea del Nord e a un mazzetto di paesi canaglia protetti da Putin. Cina e India astenuti. Mai gli Usa sono stati così isolati e così in cattiva compagnia. Quindi, aldilà di tutti gli insulti, prima e dopo l’incontro a Washington, la sostanza si era manifestata assai chiaramente. Nello Studio Ovale è diventata solo irreversibile. Trump si è iscritto ufficialmente nella schiera dei “nemici” di Kiev. Ma non si è accorto che la trappola del 28 febbraio sancisce ovviamente la fine del ruolo degli Usa nella trattativa Russia-Ucraina. Le due controparti devono assolutamente mettersi al tavolo della pace al più presto, ma Trump con tutta evidenza non può sedersi dalla parte dell’Ucraina, avendo sposato le ragioni di Putin e l’equiparazione tra pace e resa senza sicurezza. D’altronde Putin saprà benissimo che un accordo con Trump sulla pelle dell’Ucraina è sì facilmente raggiungibile ma sarebbe inefficace perché difficilmente realizzabile senza l’assenso dell’Ucraina. Se Trump verrà invitato dall’autocrate russo potrà al massimo sedersi di fronte a Zelensky, accanto a Putin. Ma chi si siederà accanto all’ucraino?

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#unitiperleuropa – APPELLO ALLA MOBILITAZIONE 2

di pier virgilio dastoli

Per rispondere al progetto di Donald Trump e alle mire imperiali di Vladimir Putin non basta più suonare la sveglia dell’Europa dei sonnambuli. È infatti tutto l’ordine internazionale che soffre di limiti e difetti sempre più insopportabili.

Occorre chiamare in piazza tutti coloro che traggono concreti vantaggi dalle politiche europee, che si identificano in una lunga lista di beneficiari, quali:

  • i giovani e i docenti del programma Erasmus come simbolo dell’identità europea,
  • i giovani dei corpi europei di solidarietà e del servizio volontario europeo come simbolo dell’Europa che lotta per la pace,
  • i consumatori protetti dalle regole europee,
  • i poteri locali e regionali sostenuti dalla politica di coesione economica, sociale e territoriale,
  • i sindaci delle città europee della cultura e delle città gemellate,
  • la rete dei Fringe Festivals e degli artisti di strada,
  • il mondo agricolo più attento al valore delle risorse naturali e della qualità del cibo,
  • i ricercatori che interagiscono con il programma Horizon e con la politica di ricerca dell’Unione europea,
  • i giudici nazionali che tutelano i diritti delle persone applicando la Carta dei diritti e gli avvocati che la invocano in giudizio,
  • i promotori delle iniziative di cittadini europei e delle petizioni al Parlamento europeo che hanno usufruito e intendono usufruire di questi strumenti di democrazia partecipativa,
  • le cittadine e ci cittadini che hanno partecipato alla Conferenza sul futuro dell’Europa e che sono stati e sono parte attiva dei panel transnazionali,
  • i beneficiari dell’azione del Mediatore europeo,
  • i lavoratori delle imprese rese competitive dagli investimenti europei,
  • i lavoratori delle imprese nel mondo digitale e quelli protetti dagli interventi europei nella dimensione sociale,
  • le imprese protette dal marchio europeo,
  • gli abitanti delle aree protette dagli effetti del cambiamento climatico,
  • il mondo della cultura che si riconosce in una comune identità.

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#stiamounitiineuropa 1

di pier virgilio dastoli 

Michele Serra – prima in una sua Amaca intitolata “dite qualcosa di europeo”, poi nella sua newsletter su Il Post e infine il 28 febbraio su La Repubblica con il titolo “Una piazza per l’Europa” – lancia l’dea di una manifestazione per l’Europa in tutte le principali città europee rispondendo all’appello del Movimento europeo per un “umanesimo militante” che abbiamo pubblicato il 17 febbraio su questa newsletter e sulla rivista online de Il Mulino richiamandoci al messaggio che Thomas Mann rivolse agli Europei in occasione della Conferenza di Monaco nel 1938 in cui l’ignavia dei francesi e dei britannici aprì la strada alla Seconda Guerra Mondiale scatenata da Adolf Hitler e dal suo sodale Benito Mussolini.

Non è la prima volta in effetti che gli Europei si mobilitano per l’Europa perché seicentomila cittadine e cittadini parteciparono a cavallo degli anni cinquanta e sessanta al Congresso d’Europa promosso da Altiero Spinelli dopo la caduta della Comunità Europea di Difesa e la “beffa del Mercato Comune” – come definì Spinelli i Trattati di Roma – e centomila persone scesero in piazza a Milano nel giugno 1985 per gridare il loro sostegno al progetto di Trattato sull’Unione europea approvato dal Parlamento europeo nel 1984 con una mobilitazione popolare tradita poi dai governi che a quel progetto lungimirante preferirono il più modesto Atto Unico definito da Spinelli “un topolino partorito da una montagna”.

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