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LA GUERRA SANTA

Adesso, se non interviene un’Autorità più alta, siamo al tutti contro tutti. Nella Società dello Spettacolo anche i Santi non riescono a stare quieti e seguono l’esempio esibizionista della Santanchè. Vogliono stare ogni giorno in Tv e sgomitano tra di loro. Solamente la Madonna, occupata col presepe, si è defilata e Salvini da qualche settimana non la sventola più. La guerra più accesa si è aperta tra San Gennaro e San Francesco. Il Santo napoletano, dopo i baci ricevuti da Di Maio, si sentiva sicuro per aver preso la leadership, ma anche i Santi non possono distrarsi un attimo. Dopo la sciagurata norma sul Terzo Settore varata dal governo, è sceso in campo San Francesco ed è riuscito a compiere un vero miracolo: una manovra intoccabile è toccata anche prima d’essere votata intoccata. Un vero successo, da virtuoso. In paradiso non si parla d’altro. C’è da dire che San Francesco si è fatto aiutare dalla manina di Santo Egidio. Però così non vale. San Gennaro, tradito da quel trasformista di Di Maio, che addirittura si precipita ad Assisi, è irritatissimo. Gli si è liquefatto il sangue dalla rabbia. Ultimo in classifica, purtroppo ancora una volta, San Padre Pio, nel taschino di Conte,  ha dimostrato di non contare nulla.

la lepre marzolina – 28 dicembre 2018

AL CENTRO DEL MIRINO

Luigi di Maio ricorda che “per la prima volta al centro di questa manovra ci sono i cittadini”….  infatti ha fatto “centro”: più tasse, più demagogia, più condoni, più evasione, più debito pubblico, più marce indietro, più esautoramento del parlamento,  più clericalismo, più favori agli amici, più subalternità a Salvini, più armi civili e militari ecc. ecc. (continua)—

la lepre marzolina 27 dicembre 2018

AMMAZZA, CHE CONFUSIONE C’E’ IN CASA M5S

Battista, detto Diba, digiuno di dottrine politiche e recordman cambiaidee secondo gli interessi, ha creduto di lodare il padre definendolo “fascista liberale”. Lo ringraziamo moltissimo perché ci ha fatto precipitare nei ricordi della prima infanzia, quando all’asilo andava di moda una barzelletta, per quei tempi persino audace.

A.: Lo sai che differenza c’è tra lo scolapasta e il water?

B. (dopo aversi pensato un po’ su): Non lo so.

A.: Ammazza, che confusione c’è in  casa tua!

E giù tutti a ridere.

la lepre marzolina – 19 novembre 2018

A PROPOSITO DI PROSTITUZIONE. DURO LAVORO NERO

Giornalista: Ma perché non parlare seriamente del Ponte Morandi, della città spezzata?

Grillo: «Cosa è una domanda o una supplica?».

Giornalista: Un giornalista non supplica mai.

Grillo: «Allora tu torni dal tuo direttore e gli dici che voglio 30 mila euro… Ma per il Secolo XIX faccio una tariffa speciale. Sono 30 mila senza l’Iva, dieci domande. Qualcuno deve pagare il mio tempo».

Giornalista: Be’ ma sul suo blog ci sono fior fiore di spot, anche dei traghetti…

Grillo: «Pagano il blog».

Giornalista: Ma rilascia fattura per l’intervista?

Grillo: «Ci mancherebbe altro».

Giornalista: Però sul ponte la città si aspetta che Beppe Grillo dica qualcosa.

Grillo: «Non insistere, servono 30 mila euro».

 

«E VAI… CIRCONVENZIONE DI INCAPACI»

Con il suo urlo in aula «e vai, assolto! assolto!» Bongiorno trasformò l’Andreotti mafioso, giudicato colpevole ma salvato dalla prescrizione, in un innocente perseguitato dalla giustizia. E la stampa nazionale, assetata di menzogne, la prese sul serio. Fu uno dei punti più bassi della propaganda di massa.

Come avviene nei gialli, l’assassino è tornato sul luogo del delitto. Così Bongiorno, ora specializzata in crimini dei “colletti bianchi”, quasi sempre impuniti perché salvati proprio dalla prescrizione, si è buttata in prima linea per distruggere l’iniziativa politica del m5s su quello che è uno scandalo che ci ha rimproverato persino l’Europa. Ovviamente c’è riuscita e ha truffato i poveri casaleggini, che sono usciti dallo scontro convinti d’aver vinto , e invece avevano perduto ancora una volta.  E con loro gli italiani imbrogliati da dichiarazioni tanto roboanti quanto fasulle. Non siamo in grado di dire se Bongiorno, festeggiando con Salvini questa nuova umiliazione imposta a Di Maio, abbia ripetuto il suo urlo di vittoria “e vai…”. Ma l’avvocata dovrebbe sapere che questa volta corre un grosso rischio: riuscirà a evitare l’accusa di circonvenzione di incapaci?

la lepre marzolina – venerdì 9 novembre 2018

L’ULTIMA GOCCIA

Manovra, Di Maio: «2,4% non cambierà, siamo uno Stato sovrano». Con la dovuta premessa che dobbiamo tutti ringraziare il “governo del cambiamento” perché ci riporta alla gioventù, quando protestavamo contro i condoni fiscali  fatti da Rumor (chissà a quanti  millennials dice qualcosa questo nome) o da Andreotti. Il cambiamento è autentico, ci ritornano i capelli neri e pelle fresca come quelli di Di Maio, ci possiamo tutti iscrivere alla Dc, corrente dorotea o corrente mafiosa. Dobbiamo anche ringraziare il v. presidente (quello che non conta nulla) per aver eletto alla Rai un Presidente di Garanzia dell’estrema destra (dato che come è noto non esistono più né destra né sinistra)… e così via… Tolleriamo tutto, ma non l’ultima goccia. Ci rimane indigesta la scimmiottatura da parte dei casallegini persino del linguaggio nazionalista di Salvini e di Orban. Assimilare il linguaggio altrui è il primo segno sicuro che si è morti.

la lepre marzolina – 25 ottobre 2018

IL MODELLO RATEIZZATO

La Lega Ladrona minaccia Fazio che ha intenzione di invitare in trasmissione il sindaco (o ex?) di Riace. E prepara interrogazioni parlamentari. La motivazione  è che «La tv pubblica non può divulgare modelli distorti e lontani dalla legalità». Soprattutto la Tv regalata da Renzi all’estrema destra. Ma il povero Fazio come può sostituire all’ultimo momento un personaggio così popolare? Noi un’idea l’abbiamo. Per educare i giovani alla virtù politica basterebbe invitare una figura vicinissima a Salvini: per esempio, Bossi, vero modello leghista di smaneggiamento di quattrini pubblici.  O lo stesso Salvini, il modello rateizzato. 

la lepre marzolina –  19 ottobre 2018

LUOGO INSICURO

Il comportamento della Francia sui migranti è di una gravità estrema. Molto peggio dei respingimenti verso la Libia perpetrati da Minniti prima e Salvini poi. È infatti notorio che l’Italia, piena di razzisti, nazionalisti, sovranisti e manine non possa essere considerata luogo sicuro per i migranti. A loro dovrebbe chiedere scusa Macron… non all’Italia.

di riccardo mastrorillo – 20 ottobre 2018