Archivi categoria: l’osservatorio laico – nonmollare

 c’è bisogno di miracoli. considerazioni sul documento vaticano “la regina della pace. nota circa l’esperienza spirituale legata a medjugorje”

di francesca palazzi arduini

C’è bisogno di miracoli, lo spiega il Dicastero per la dottrina della fede nel documento sulle apparizioni di Medjugorje emesso il 19 settembre 2024. Si tratta di un sunto delle Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali del 17 maggio di quest’anno, pubblicate quindi a fagiolo, che fanno da sostegno a queste considerazioni sui frutti benefici… di un albero spinoso.

      Si spiega cioè come sia possibile che, anche se le apparizioni della Madonna sono “presunte”, e quindi si sottintende che i messaggi siano scritti a tavolino e non nell’alto dei cieli, la Chiesa cattolica guardi dai suoi più alti vertici con condiscendenza verso il “fenomeno”. Ciò apprezzando l’indotto, quella enorme macchina produttiva che dal 1981 ha reso quel luogo meta di milioni di pellegrini, con comunioni, catechismo e soprattutto conversioni. Euronews indica in 1,7 milioni di ostie all’anno quelle distribuite a Medjugorje, la stima delle visite va da uno a tre milioni di pellegrini all’anno.

     Già in settembre la maggior parte dei quotidiani nazionali aveva espresso un parere tra il dubbioso e lo scandalizzato su questo documento vaticano, niente di nuovo comunque, se non la spinta a riflettere ulteriormente sull’uso strumentale, “a fin di conversione”, di fenomeni popolari viventi tra devozione e credulità.

     La Commissione Ruini (2010-2014), ricordiamo, si era già conclusa con il riconoscimento delle sole prime 7 apparizioni come “vere”.

      Bergoglio, poi, si era espresso nel 2017, in uno dei suoi abituali show con la stampa in aereo, circa la scarsa attendibilità dei veggenti “la madonna non è il capo di ufficio telegrafico”, aveva detto.

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L’esorciccia. Giorgia Meloni e l’Artifizio Intelligente.

di Francesca Palazzi Arduini

Che fare, pensa la Presidente del Consiglio, per dare un contentino a Bergoglio? Insomma… sui migranti meglio buttar soldi in Albania che darne ai preti, che poi manco la votano. E poi chissenefrega tanto ormai tutti deportano gente, fan peggio gli inglesi, lo pensa tutto il partito. Sull’interruzione di gravidanza si fa di tutto per accontentarli ma senza scatenare le piazze, le donne. Quindi? Niente, al massimo qualche spiccio del PNRR ma niente più, per mettere uno straccio di camice ai predicatori[1]. Ah sì, anche qualche altro spiccio alle famiglie con figli, ma tanto col costo della vita la toppa dura poco.
E sul Giubileo quanto dovremmo spender ancora, si chiedeva Meloni già nel 2023 in Vaticano, in udienza, da sola, con la figlia e senza marito. Ma che fare per mantenere buoni rapporti, per saldare sacre alleanze?
Sull’uso delle armi non si può fare quel che vuole il “santo padre”, certo, meglio accontentare lui che quei pacifisti che protestano ovunque, calcola Giorgia. In definitiva, se occorre spezzare qualche lancia meglio spezzarla in testa agli studenti del nuovo “no Vietnam” che al papa quando pretende di far diplomazia in giro per il mondo come se avesse ancora uno Stato pontificio. Difficile quindi dare un contentino che si rispetti a Bergoglio.

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Per un codicillo la Chiesa vince 655 milioni

di sergio rizzo

Con 655 milioni di euro si possono fare un sacco di cose. Come aumentare di mille euro all’anno lo stipendio di tutti gli insegnanti delle scuole statali. 0 finanziare l’acquisto di 3 milioni di tablet per i nostri studenti. Oppure coprire abbondantemente per un anno intero la spesa sanitaria del­la Regione Molise e dei suoi 305 mila abitanti. Invece quella somma la regaliamo tutti gli anni al Va­ticano. Conosciamo l’obiezione dei diretti interessati: “Regalare” non è il termine esatto. Non lo è per il semplice fatto che lo prevede una legge dello Stato italiano. Una legge approvata dal parlamento nel maggio 1985, governo di Bettino Craxi. E il provvedimento che ha recepito nel nostro ordinamento la revisione dei Patti Lateranensi firmati da Benito Musso­lini e Pietro Gasparri, segretario di stato di Pio XI, nel 1929.

Con quella legge targata Craxi il finanziamento della Chiesa cattolica è stato affidato alla libera scelta dei contribuenti. Con l’8 per mille delle loro tasse. Tutto chiaro, all’apparenza. Quando si presenta la denuncia dei redditi basta esprimere la scel­ta compilando un piccolo modulo con il quale la somma viene destinata a una del­le diverse confessioni religiose ormai riconosciuta, la Chiesa ovviamente in cima a tutte, oppure in alternativa allo Stato. Continua la lettura di Per un codicillo la Chiesa vince 655 milioni

SPECIALE: PRETI PEDOFILI – Perché un molestatore lavora ancora come prete?

di mark lowen
BBC News, Roma
Pubblicato10 ore fa
Vaticano, Piazza San Pietro
La BBC ha scoperto come una cultura di complicità e negazione nasconda la vera portata degli abusi sessuali da parte dei clericali in Italia. Un caso scioccante che abbiamo approfondito mostra come gli abusatori nella Chiesa possano sfuggire alla giustizia. Questo account contiene descrizioni che i lettori potrebbero trovare sconvolgenti.
Lo chiameremo “Mario”. Si tira leggermente indietro mentre ci stringiamo la mano, ancora chiaramente a disagio con il contatto fisico. E alla mia prima domanda: “Come stai?” – che speravo lo avrebbe facilitato dolcemente nella conversazione, si rompe immediatamente.
“Questa intervista mi sta riportando a tutto”, balbetta, a malapena in grado di tirare fuori le parole attraverso le lacrime.
Mario non ha mai parlato prima con un giornalista di quella che chiama la sua “schiavitù sessuale” per mano del suo prete d’infanzia.
Il nostro viaggio ci porterà dall’orribile testimonianza di Mario, all’affrontare faccia a faccia il suo aguzzino – e infine alla ricerca di risposte da coloro che hanno permesso al sacerdote di continuare a celebrare la Messa fino ad oggi.
La sua è una delle innumerevoli storie di abusi sessuali clericali in Italia, che non ha mai affrontato adeguatamente il flagello. Nonostante abbia il più alto numero di sacerdoti di qualsiasi Paese e la sede della Chiesa cattolica nel suo cortile, l’Italia non mantiene statistiche ufficiali sulla questione e non c’è stata alcuna inchiesta pubblica.
All’ombra del Vaticano, i peccati dell’Italia sono nascosti sotto un velo di tenebre.

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LO SHOW DEL NULLA

di carla corsetti
(Segretario nazionale di Democrazia Atea)

La comparsata di Bergoglio su Rai Tre si presta a molte letture ed interpretazioni, non tutte negative.
Innanzitutto è stato evidente come il Capo della Monarchia extracomunitaria confinante abbia tentato l’ultima carta del salvataggio della sua anacronistica setta rispetto alla secolarizzazione della società.
Soprattutto le nuove generazioni, in effetti, hanno raggiunto percentuali ottime di emancipazione dalla religione, sono sempre meno subordinate alle ridicole ritualità che la lobby vaticana offre per mantenere il proprio privilegio, e se Bergoglio ha tentato la carta dell’audience per cercare di recuperarle, vuol dire che le lucide prospettive mangerecce della sua casta clericale non sono messe proprio bene, e questo è un altro buon segnale.
Sotto il profilo dei non-contenuti sciorinati in quella conversazione televisiva, occorre dire che entrambi i protagonisti, intervistato e intervistatore, hanno mantenuto un profilo di tale mediocrità che a confronto le conversazioni di don Camillo e Peppone nel romanzo di Guareschi sembravano avere lo spessore dei simposi filosofici.

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PEDOFILIA ECCLESIASTICA: IL CASO DEL CARDINALE BARBARIN – QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

con un commento di padre pierre vignon alla sentenza della corte d’appello di lione del 30 gennaio 2020 che assolve il cardinal philippe xavier ignace barbarin dal reato di omessa denuncia. [PUBBLICATO SU “NONMOLLARE N. 57 DI LUNEDI’ 3 FEBBRAIO 2020]

di emanuela provera

Dopo aver ricevuto la notizia della sua condanna a sei mesi di carcere il 7 marzo del 2019, il cardinale Philippe Barbarin annunciò che avrebbe fatto ricorso avanti la Corte di Appello di Lione.

Gli accadimenti che coinvolgono i protagonisti di questa drammatica vicenda hanno avuto una importante eco mediatica, tanto da essere raccontati nel film di François Ozon intitolato Grazie a Dio, uscito in Italia il 17 ottobre 2019.

La vicenda processuale è complessa perché coinvolge più persone e più fatti, e si fonda su due chiari addebiti mossi al cardinale Barbarin: non avere prevenuto, come avrebbe potuto, gli abusi nei confronti dei minori, e non avere denunciato gli abusi nei confronti dei minori, di cui sarebbe stato a conoscenza.

All’udienza del 30 gennaio scorso la Corte d’Appello di Lione ha assolto il cardinale Barbarin confermando che era a conoscenza dei fatti, ma stabilendo la prescrizione per il reato di omessa denuncia, a differenza di quanto invece aveva sostenuto in primo grado.

La sentenza che assolve Barbarin probabilmente non chiude il procedimento giudiziario che proseguirà in Corte di Cassazione, come annunciato da François Devaux, presidente dell’associazione “La Parole Libérée”.

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