di enzo marzo
«Questa opprimente schiavitù che incombe, insieme dall’alto e dal basso, risuscita e ancora di più risusciterà nell’avvenire, tutta la forza dell’opposizione liberale. Il liberalismo, è stato giustamente detto, se rinascerà come partito, non potrà essere che un partito di opposizione. Ma anche fuori di questa ipotetica contingenza politica, c’è materia di lavoro per gl’individui, anche isolati, che hanno della libertà una coscienza viva. Si tratta di educarsi e di educare con una critica vigile e attiva, di riprendere, sotto quella luce, contatto cogli avvenimenti, di mostrare tutto il valore rivoluzionario di questa magica parola “libertà”, quando non è soltanto una parola, ma vita, articolazione di pensiero, novità di spirito nel considerare gli avvenimenti umani. Sento che il mio appello sarà raccolto; da pochi ma dai migliori. Non si tratta di formulare e pietrificare programmi; si tratta di vivere e far vivere lo spirito liberale, non con astratte proclamazioni, ma stretto, aderente alle cose, le più comuni, dell’esperienza più banale. Si tratta di spiegare che vi sono problemi, laddove non si vedrebbero che soluzioni belle e fatte, da accettare passivamente. Si tratta di purificare un poco questa volgare politica, salendo un po’ al di sopra del comune patriottismo, istituzionalismo, ministerialismo e i loro contrari; dimenticando anche i partiti, magari per tornarci con una più approfondita coscienza. Si tratta in una parola di farci un’educazione politica libera e spregiudicata».
Vorrei davvero averle scritte io queste frasi, sarebbero un vero bel programma per affrontare oggi da “forti” la crisi epocale della sinistra e l’avvento dell’estrema destra di ascendenza fascista o, per essere più attuali e precisi, trumpiana, orbaniana e putiniana. Ovvero di quel côté che è direttamente totalitario o fa riferimento a quella democrazia illiberale che si dimostra il peggior nemico delle politiche liberali.
Ma non sono parole mie, sono di Guido de Ruggiero,
Continua la lettura di 8 ottobre 1922: nasce il pli fascioliberale