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SEQUESTRIAMO, ANZI NO. IL TRIBUNALE DI ROMA FA MARCIA INDIETRO

di francesco cancellato

Revocati il sequestro e l’oscuramento di Fanpage.it: grazie, ma non c’è niente da festeggiare
Dopo sole 24 ore la Procura di Roma ha revocato il sequestro preventivo e l’oscuramento dei video relativi all’inchiesta Follow the money sui fondi della Lega. Un risultato possibile solo grazie all’enorme mobilitazione di colleghi, politici e cittadini in favore di Fanpage.it. Ma anche il segnale che la libertà di stampa è sotto attacco, anche in Italia.
Grazie.
È l’unica cosa che riusciamo a dire, dopo queste incredibili ventiquattro ore.
Pochi minuti fa, infatti, la polizia postale di Napoli ci ha notificato il decreto con cui la Procura di Roma ha disposto la revoca del sequestro preventivo e dell’oscuramento dei video relativi all’inchiesta Follow The Money sui fondi della Lega.
Grazie, quindi.
Perché senza l’enorme mobilitazione in difesa di Fanpage.it di colleghi, politici e di tanti, tantissimi cittadini, non crediamo che tutto questo sarebbe accaduto.
Grazie, anche se non c’è nulla festeggiare.
Non c’è nulla da festeggiare, per prima cosa, perché abbiamo semplicemente difeso un diritto che credevamo acquisito, quello della libertà della stampa, che invece ci era stato improvvisamente e incredibilmente negato.
Non c’è nulla da festeggiare, perché da ieri abbiamo maturato ancor di più la consapevolezza che esiste un pezzo di Paese per cui si possono sequestrare e oscurare inchieste e interi giornali senza colpo ferire.
Non c’è nulla da festeggiare, perché da nessuna parte, nemmeno nella revoca, si attesta il principio che mai e poi mai un contenuto giornalistico debba essere messo sotto sequestro o oscurato in via preventiva, salvo che nei casi previsti dalla Costituzione, casi tra cui non rientra la diffamazione.
Non c’è nulla da festeggiare, perché noi siamo un giornale grande, con tantissimi lettori e una community enorme.
Ma se quello che è successo a noi fosse accaduto a un giornale più piccolo, con pochi lettori e senza alcuna possibilità di difendersi, o di farsi difendere? Ci sarebbe stata lo stesso, secondo voi, una revoca del decreto di sequestro e oscuramento nel giro di ventiquattr’ore?
Conoscete già la risposta. Forse non l’avrebbe saputo nessuno.
Forse, addirittura, è già successo, e nessuno l’ha saputo.
E di fronte a notizie scomode, a inchieste difficili, a nomi potenti avremmo meno giornalisti disposti a rischiare per fare bene il loro lavoro.
Sembra impossibile? Anche quel che è successo a noi lo sembrava. Fino a che non è successo.
Ecco perché non dobbiamo abbassare la guardia.
Oggi abbiamo vinto una piccola grande battaglia.
Ma la guerra è lunga. Ed è appena cominciata.

 

SEQUESTRARE E CENSURARE: UNA PRATICA INEDITA. CHIEDIAMO PROVVEDIMENTI

di francesco cancellato, direttore di Fanpage.it

FOLLOW THE MONEY: INCHIESTA SUL CASO DURIGON

23 SETTEMBRE 2021

Il Tribunale di Roma vuole sequestrare e oscurare i contenuti dell’inchiesta Follow The Money del team Backstair di Fanpage.it su Claudio Durigon e sui fondi della Lega. Si tratta di un provvedimento che rimanda a pratiche mai utilizzate in Italia che limita la libertà di stampa e che ci riguarda tutti. Per questo non possiamo stare in silenzio. Come giornalisti, come lettori e come cittadini.

A cura di Francesco Cancellato

Vogliono oscurare Fanpage.it per l’inchiesta sui fondi della Lega e non possiamo permetterlo

Oggi è successa una cosa grave, nella redazione di Fanpage.it.

Abbiamo ricevuto un decreto del Gip di Roma che dispone il sequestro, mediante oscuramento, dei video che contengono l’inchiesta Follow The Money su Claudio Durigon e i fondi della Lega.

Ricordate? In quell’inchiesta avevamo mostrato un video in cui l’onorevole Claudio Durigon diceva a un suo interlocutore che non bisognava preoccuparsi dell’inchiesta della procura di Genova sui 49 milioni di Euro che la Lega avrebbe sottratto allo Stato italiano perché il generale della guardia di finanza “l’abbiamo messo noi”. “Quello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo noi”: il potere di Claudio Durigon, dall’UGL a Salvini

“Il generale che indaga sui 49 milioni lo abbiamo messo noi”: cosa c’è dietro le parole di Durigon

Per quell’inchiesta abbiamo già ricevuto diverse diffide e querele, com’è legittimo che sia.

Chiunque si ritenga offeso o diffamato dai nostri articoli ha diritto di far valere le sue ragioni in un Tribunale, e ci sono un giudice e tre gradi di giudizio per accertarlo.

Quel che ci è stato notificato oggi è molto diverso.

Quel che ci è stato notificato oggi, il sequestro e l’oscuramento preventivo di un contenuto giornalistico, rimanda a provvedimenti che non dovrebbero essere emessi in un Paese in cui vige la democrazia e la cui Costituzione, perciò, non lo consente.

L’articolo 21, dice che non si può: “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili”.

Dunque il sequestro preventivo di un prodotto giornalistico, anche se pubblicato sulle pagine web di un sito informativo registrato, è consentito solo ove si ipotizzino reati, diversi dalla diffamazione.

Non è il nostro caso.

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