COMINCIAMO A FARE PASSAPAROLA, E FACCIAMOLO CON CHIUNQUE.
I referendum non sono validi che non va a votare il 50% degli aventi diritto. Il quorum è difficile? Sì. È impossibile? No.
Ma servono quattro settimane affinché ogni singola persona sia messa nella condizione di sapere che si vota e su cosa si decide.
Allora, nella sintesi estrema.
Primo referendum: chiede l’abrogazione della disciplina dei licenziamenti del contratto a tutele crescenti, noto come Jobs Act, cioè quella che consente di non reintegrare un lavoratore licenziato in modo illegittimo se assunto dopo il 2015.
Secondo referendum: cancella il tetto all’indennità nei licenziamenti senza giusta causa nelle piccole imprese, cioè con meno di 16 dipendenti. Il giudice tornerebbe così ad avere maggiore discrezionalità nello stabilire il valore del risarcimento.
Terzo referendum: ha per obiettivo l’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine, si tratta di limitare forme di abuso, tornando a vincoli più rigidi per l’utilizzo dei contratti, contrastando forme di precarizzazione.
Quarto referendum: ha per oggetto l’esclusione della responsabilità solidale di committenti, appaltanti e sub-appaltanti negli infortuni sul lavoro. L’obiettivo è eliminare le norme che impediscono di estendere la responsabilità alle imprese appaltanti.
Quinto referendum: dimezzare da dieci a cinque anni la durata di residenza regolare in Italia necessaria alle persone straniere per ottenere la cittadinanza e trasmetterla ai figli minorenni.
VOTANDO SÌ:
– 2 milioni e mezzo di persone acquisterebbero la cittadinanza;
– 4 milioni di lavoratori assunti dopo il Jobs act riacquisterebbero il diritto al reintegro;
– 4 milioni di lavoratori delle piccole imprese avrebbero più tutele;
– verrebbe circoscritto l’uso del contratto a termine;
– milioni di lavoratrici e lavoratori sarebbero più tutelati sulla sicurezza.
CHE DITE? MERITA ALMENO PROVARCI?
VOTATE COME VOLETE, MA RICORDARE CHE IL VOTO E’ IL PRINCIPALE DIRITTO-DOVERE DI NOI CITTADINI