di angelo perrone
Il gesto della neosindaca di Merano, Katharina Zeller, di togliersi la fascia tricolore durante la cerimonia di insediamento ha suscitato opposte reazioni. La scena, immortalata dalle telecamere, mostra la sindaca che chiede se sia davvero necessario indossare la fascia, per poi rimuoverla immediatamente. Si percepisce nella Zeller disagio, imbarazzo, fastidio. Lo scambio di battute con il sindaco uscente ha toni poco appropriati.
La destra l’ha posta in questi termini: ha parlato di disprezzo verso il tricolore e sfida nei confronti degli italiani della città; mancanza di rispetto verso la comunità italiana. Di fronte alle polemiche, amplificate dai media, la Zeller ha cercato di ridimensionare, di fatto sottolineando ciò che negava, ovvero l’offesa ai cittadini di lingua italiana: non aveva inteso disprezzare la fascia, e assicurava che l’avrebbe indossata nelle occasioni di rito. Qualcuno ha invocato la tradizione locale dei sindaci di lingua tedesca di indossare il medaglione della città.
In un caso e nell’altro, il medesimo errore: quello di fare, della fascia tricolore, un simbolo di parte. Per gli italiani, da rivendicare e difendere contro l’onta avversaria. Per i tedeschi, da osteggiare, perché poco sentita. Entrambi hanno dimenticato che si tratta del simbolo di tutti, e che la Zeller principalmente ha mostrato una mancanza di educazione istituzionale, oltre che di consapevolezza della storia alla quale anche lei appartiene. Prendendo le distanze dal tricolore, è stata irrispettosa innanzi tutto verso sé stessa e la funzione che è chiamata a esercitare.
Ora sarebbe inutile dimenticare il passato tragico che ha dilaniato quella regione e trascurare che anche il presente segnala dei problemi. Contrapposizioni e difficoltà di convivenza tra i gruppi. Tensioni e lacerazioni. Senso identitario e forte tendenza autonomistica. Provocazioni.
In questa lunga vicenda però c’è anche dell’altro. La ricerca di equilibri, il raccordo rispettoso tra le persone, lo sforzo costante di tutelare le esigenze ragionevoli di tutti. La tessitura di un sistema normativo unico al mondo. Nella caduta di stile che tutti unisce, s’è persa forse, da parte della Zeller e dei patrioti, l’occasione di riaffermare semplicemente che la fascia è motivo di orgoglio per tutti, è un simbolo che tutti rappresenta e che, nel caso, sta a indicare dignità del ruolo e appartenenza. Le quali derivano in ultimo dal voto appena espresso.
Forse c’è una storia di tutti e più alta, oltre a quella dei gruppi linguistici, delle tradizioni locali e delle tendenze di parte.
qualcuno dei camerati al Governo, ha dimenticato, che la Lega voleva pulirsi il culo con il tricolore e nessuno ebbe da obbiettare