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IL SALVIMAIO NON PUÒ DURARE PERCHÉ É NATO MALE

di andrea ciandri

Il governo Carneade è nato dall’esito di una strana e inedita inversione della procedura costituzionale di formazione del governo, che presuppone prima un incarico, o un preincarico, all’esponente politico, o al “tecnico”, che il Presidente della Repubblica ritiene idoneo ad assumere l’incarico di Presidente del Consiglio; poi le consultazioni di quest’ultimo con i gruppi parlamentari e l’elaborazione di un programma di governo sul quale chiedere la fiducia alle Camere; quindi l’accettazione dell’incarico e la proposizione dei ministri al Capo dello Stato.

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DI VIADOTTI E DI SCIACALLI

di  riccardo mastrorillo

In questi giorni stiamo assistendo ad una sequela di sciacallaggi politici su una vicenda tragica e drammatica. Lo sciacallaggio pervade l’intero paese: politici, tecnici e financo i giornalisti, in questi giorni hanno cercato di addossare responsabilità, prevalentemente sbagliando bersaglio.

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LEGA LADRONA: “L’IRA DEI GIUSTI TRUFFATORI”

Salvini: «Io sono stato eletto da voi. Altri no». Pseudo-Salvini: «Ricordatevi: i magistrati non ricevono voti dagli elettori, io invece sono un politico e sono stato eletto come quel frodatore di Berlusconi, come quel corruttore di Previti, come i filocamorra e filo mafia Cosentino, Dell’Utri,  Cuffaro..e via dicendo per alcune centinaia di amministratori eletti, che secondo me non dovrebbero essere neppure indagati…. Io stesso qualche mese fa ho fatto nominare Bossi senatore dal voto popolare».

la lepre marzolina – 8 settembre 2018

SALVINI IN DIVISA

di Paolo Berizzi (da repubblica.it)Salvini e quella foto con la maglietta degli ultrà di estrema destra

Dopo il giubbotto di CasaPound sfoggiato all’Olimpico, il leader della Lega posta un’immagine con un altro capo di abbigliamento “identitario”. Una T-shirt venduta su un portale specializzato in gadget dei movimenti neri europei. Con la scritta offence best defence       – 30 luglio 2018

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MODELLO ALABAMA

di giuseppe civati

«Salvini dice che il suo modello non sono gli Stati Uniti di Trump: ha ragione, il suo modello è l’Alabama degli anni Sessanta, con aggiunta di citazioni fasciste, di falsità’ a ogni occasione, accompagnate da parole che vengono dalle stagioni più buie della storia italiana recente. Chiediamo alle opposizioni di portare in Parlamento una discussione che non è più rinviabile, sul ruolo e sull’operato del ministro della propaganda. Tutto è legato al colore della pelle, all’insegna del razzismo più schifoso e la vicenda di Daisy Osakue, atleta della Nazionale, lo dimostra fino all’estremo.

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CECCHINO FA RIMA CON CRETINO

Il diritto nasce ne cives ad arma ruant (alias guerra civile ) e lo stato per evitare il bellum omnium contro omnes dello stato di natura hobbesiano (homo hominis lupus). Un ministro dovrebbe saperlo e agire di conseguenza, evitando di alimentare paure e  giustizia del fai da te o sparatorie da far west in versione xenofoba . Anticipazioni improvvide  di guerra civile !? Cosi ‘cresce l’insicurezza anche dell’ignaro passante esposto al fuoco del cecchino (anche  cretino) di turno e il senso di inefficienza della struttura che fa capo al ministro.   Diversamente, se non lo sa o preferisce non saperlo, quel ministro che non garantisce la legalità e la sicurezza  è inidoneo e allora  lasci la carica.

INVETTIVA CONTRO IL P.I. – AGLI IDIOTI SI ADDICE IL SILENZIO

Si è chiuso il cerchio. Il consorzio affaristico per il potere fascio-leghista e casaleggino ha compiuto un passo determinante, e ora ha in  mano l’intera informazione pubblica. A cui si assommerà mediaset,, reti di un Berlusconi  “di lotta e di governo”. Vedremo, sorridendo amaramente, chi darà al putiniano Foa i voti che ancora gli servono. Così la libertà d’informazione compie il suo ultimo salto verso il baratro. Ne parleremo, ne parleremo a lungo.

Ma che ci si poteva aspettare da quel consorzio di cui sopra, tutto buoni propositi e gestione alla napoletana da prima repubblica, solo con un po’ di protervia in più? Salvini ha avuto persino la faccia di c. di dichiarare: «Stiamo scegliendo le persone migliori, c’è una società di cacciatori di teste che ha valutato e certificato». Cacciatori di teste molto pigri, che hanno cercato solo nel salotto di Casaleggio, il ReAzionario dei 5stelle, e nella redazione del “Giornale” di Berlusconi.

Ma ora la nostra cultura democratica e liberale ci spinge a scrivere anche di altro. Siamo trasecolati di fronte alla reazione del Pd, o meglio di quello cui proprio questa vicenda ci legittima più che ampiamente di dare il vero nome: P.I., il Partito Idiota.

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“LIBERO” SOLO DI CENSURARE

di Fatto quotidiano – 20 luglio 2018

[Postilla. e.m. : Ripubblichiamo qui un articolo su come la stampa italiana ha riportato la notizia delle  motivazioni della sentenza del processo in Corte di assise di Palermo sulle commistioni tra parte delle istituzioni e la mafia. Ne esce coinvolto Berlusconi e condannato ulteriormente il già noto colluso con la criminalità organizzata siciliana Dell’Utri. Cose risapute, e certamente non sarà neppure questa sentenza ad aprire gli occhi dei milioni di italiani che, ciechi come talpe, per due decenni hanno votato il partito fondato da Berlusconi, Previti, Dell’Utri. Ovvero, caso unico nella storia delle democrazie occidentali, da tre pregiudicati per reati gravissimi. Troppi italiani saranno anche ciechi, ma il loro offuscamento è stato anche indotto dalla stampa nazionale, da sempre conformista e cortigiano verso il potere. Ancora una volta assistiamo al cerchiobottismo inventato dal Corriere e la prudente sordina messa da quasi tutti gli organi d’informazione. Unica eccezione è “Libero” che, la notizia delle 5252 pagine delle motivazioni, non la mette proprio, neppure per criticarle, anche pesantemente. No, Feltri questa volta si risparmia persino le sue solite scurrilità e ostenta  il silenzio. Quel silenzio che si addice ai servi obbedienti e ben prezzolati].

Trattativa, su molti giornali il ruolo di Berlusconi scompare dai titoli

Quello del Patto Stato-mafia con i quotidiano italiani, insomma, si conferma un rapporto difficile. Per carità: si tratta pure sempre di un provvedimento di primo grado, su una vicenda complicata e contestatissima. Le motivazioni della corte d’Assise non sono vangelo: sono criticabili, contestabili e confutabili. Ma per criticare una notizia bisogna darla.

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CHI DAVVERO DA’ I NUMERI

di giovanni vetritto

 La polemica che si è innestata sulla questione dei “numeri” forniti dal Presidente dell’INPS Tito Boeri per la formulazione del “decreto dignità” rivela la voragine di inconsapevolezza delle cose istituzionali in cui sono caduti ormai non solo i politici, ma anche i giornalisti e più in generale gli osservatori della cosa pubblica.

Il caso però può fornire l’occasione per rimettere in ordine qualche concetto utile perché nel dibattito pubblico si torni a sillabare i temi istituzionali in maniera meno rozza.

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