Archivi categoria: fuori bordo | di enzo marzo

la maschera e il volto

La faccio breve. Il solito imperatore cinese deve far sposare sua figlia e passare in eredità al futuro sposo il suo Impero. Solita gara tra molti pretendenti.. c’è chi offre immense ricchezze, chi garantisce una grande capacità guerriera, chi sfoggia un’enorme abilità diplomatica, ma alla fine prevale il parere della futura sposa: la vittoria spetta a un giovane non più bello degli altri ma con un viso che esprime una grande bontà come non si è mai visto. Il matrimonio si realizza e tutti vivono felici e contenti per decenni. Lo sposo, diventato a sua volta imperatore, governa, appunto, con grande bontà e tutto il popolo lo ammira. Passano gli anni, l’imperatore Continua la lettura di la maschera e il volto

TRA IMBROGLIONI E IRRESPONSABILI

«Nel caso di una crisi di governo, la nostra posizione resta di dare la parola agli italiani». Così insiste ancora oggi Zingaretti. Ponendoci di fronte a dei gravi interrogativi: il segretario del Pd ha una vaga idea della situazione economica e sociale del paese? Il segretario del Pd si rende conto che le elezioni politiche celebrate nei prossimi mesi porterebbero quasi sicuramente alla maggioranza assoluta della destra sotto il dominio dell’uomo più pericoloso degli ultimi decenni? Perché vuole regalare per chissà quanto tempo il paese alla peggiore destra antieuropea? È così sicuro che con tale maggioranza e con tale disinvoltura della classe dirigente leghista subalterna politicamente (e chissà anche economicamente) al più pericoloso nemico oggi del liberalismo non sarebbero manomesse persino le regole della liberaldemocrazia? Dopotutto il Porcellum ha la firma della Lega.

Sostenere che ci sia solo un’alternativa, o questo sciagurato governo o elezioni immediate, è non solo falso, numeri alla mano, ma mostra una irresponsabilità senza pari. Il Pd di Zingaretti e di Renzi sta dimostrando un’incoscienza storica continuando a lavorare per Salvini. La pagheranno cara.

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“DEMOCRAZIA DIRETTA” SINONIMO DI TRUFFA

Siamo molto soddisfatti per le votazioni operate sulla Piattaforma Rousseau, perché hanno definitivamente chiuso ogni discussione sulla “democrazia diretta”. Ringraziamo Casaleggio per aver chiarito in maniera così incontrovertibile che la democrazia diretta “alla M5s” è una vera e propria truffa, su cui paradossalmente dovrebbe indagare la Procura della repubblica. Si può rintracciare nell’ultima votazione su Salvini, che ha decretato la definitiva entrata del M5s nella Casta, il “combinato disposto” di tre “delitti” 

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I VICE PAGLIACCI: SPEZZEREMO LE RENI A SATANA (OLTRE CHE ALLA FRANCIA) – PICCOLO MANUALE POLITICO PER IL VICE BAMBINO.

SPEZZEREMO LE RENI A SATANA (OLTRE CHE ALLA FRANCIA)

Ho sempre apprezzato il “Governo Del Cambiamento”: un ritorno ai riti novecenteschi di stampo paleodemocristiano non può che essere rassicurante. Asservimento completo al governo della  tv  pubblica,  una pioggia di condoni, sanatorie e incentivi all’evasione fiscale, un accantonamento di quell’ente inutile che è il Parlamento e soprattutto assistenzialismo a gogò, recessione: sono state consuetudini abusatissime riscoperte con una operazione di archeologia politica. Riportarle in auge è stato un vero cambiamento. Ma ci possiamo fermare al Novecento quando il Medioevo è lì ad aspettarci? Direi proprio di no…

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LA GRANDE TRUFFA: IL REGRESSO DA “CITTADINI” A “POPOLO”

Oggi, che scandalo. Si osa ricordare l’anniversario della Dichiarazione universale ecc. Di sicuro  70 anni fa ci fu il primo complotto per la mondializzazione e la globalizzazione, che purtroppo riuscì a dare al mondo un periodo lungo di pace (relativa) e il più altro grado di benessere e di ricerca scientifica di tutti i tempi. Ma ora la Sinistra sconfitta perché troglodita (o, ringraziando il cielo, solo una parte) va alla riscossa e, rinnegando quel sentiero lungo alcuni secoli che ha cercato di trasformare il popolo in cittadini, rincorre la moda destrorsa e rilancia il populismo e il forconismo. Abbandona Montesquieu per Masaniello, Marx per Giulietto Chiesa e Fusaro, Kant per “la rivoluzione in un solo paesino sovrano”. L’immaginario è invaso dallo 007 di Fleming. Ogni mese un pugno di complottisti del “turbocapitalismo”  si riunisce in una sala sotterranea di un’isola sperduta del Pacifico e stabilisce le regole del suo Dominio economico, linguistico e morale. E il pianeta seguirà. Sempre che le masse non si sollevino contro il Governo invisibile e grazie a 007, o a Fassina, o al più attrezzato Salvini, e facciano sorgere il putiniano Sol dell’Avvenir.

NO, NON “E’ GIORNALISMO”: DIO MIO COME SIAMO CADUTI IN BASSO…

Riportiamo dal Fatto.it questa straordinaria notizia:

«È il giornalista Mattia Feltri il vincitore della 22esima edizione del premio ” È Giornalismo”, fondato da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e dall’imprenditore Giancarlo Aneri. Lo ha deciso la giuria, ora composta dallo stesso Aneri, come presidente, e da Giulio Anselmi, Mario Calabresi, Massimo Gramellini, Paolo Mieli, Gianni Riotta e Gian Antonio Stella. Mattia Feltri, bergamasco, 49 anni, è figlio d’arte: suo padre Vittorio è una delle firme più conosciute del giornalismo italiano. E a questo ha fatto riferimento Giancarlo Aneri nell’esprimere la sua soddisfazione per la scelta della Giuria “perché con questo meritatissimo premio a Mattia, in fondo si dà anche un riconoscimento alla storia giornalistica familiare”. Feltri ha iniziato la sua carriera giovanissimo al Giornale di Bergamo, per poi passare al Foglio e quindi, dopo una breve parentesi a Libero, fondato dal padre, nel 2005 alla Stampa, di cui oggi è capo della redazione romana».

Avete letto bene? Adesso decifriamo la notizia:

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GOVERNO VINTAGE 2

«Che serenità, la pioggia battente addolcisce il cuore e lo fa precipitare nella nostalgia. Dobbiamo proprio ringraziarla, caro v.Presidente del Consiglio, del regalo che ci fa…. Abbiamo temuto per qualche mese che la Tv pubblica cambiasse, e invece no, rimane tutto uguale dai tempi in cui nacque la LOTTIZZAZIONE. Così dopo il CONDONO ci riappropriamo di un altro dei punti saldi della prima e della seconda Repubblica. Abbiamo temuto qualche cambiamento, ma ci avete subito rassicurato. Il nuovo governo è Vintage, sa recuperare le pratiche più immonde del passato e, senza neppure dar loro una spolveratina, ce le restituisce intatte, con tutto il loro sapore di antico».  Così scrivevamo appena qualche settimana fa e già siamo a chiedere perdono ai nostri lettori. Immersi com’eravamo nella nostalgia delle due repubbliche precedenti, abbiamo dimenticato che i veri bastioni della corruzione istituzionale d’antan non sono solo la LOTTIZZAZIONE e il CONDONO, ma c’è anche la QUESTIONE DI FIDUCIA  con cui tutti i governi che adorano la pratica della coercizione sul parlamento hanno offerto il peggio di sé.

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CERVELLO CON PATATE

Pensavamo di non doverlo più fare. Ormai da decenni polemizziamo con quei “professori della cattedra” liberali che quando venne il furbastro Padrone offrirono i loro servigi e le loro penne alla “rivoluzione liberale” di Berlusconi, Previti, Dell’Utri. Tra i politici Pannella e Giorgio La Malfa svendettero all’ingrosso i loro partiti, la sinistra e la tradizione liberaldemocratica per una minestra (scarsa) di lenticchie. E’ stata la tragedia italiana. Noi li definimmo “liberaloidi”.

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IL DECRETO CANAGLIA E I COMICI

Il paese precipita verticalmente e noi siamo  in mano ai comici. Lo scontro indiretto tra Sgarbi e Di Maio è marginale ma strepitoso. Il v.presidente del consiglio, non sapendo più che pesci prendere dopo aver approvato un decreto canaglia, corre in tv per sostenere la tesi curiosa che il testo sia stato manomesso. Staremo a vedere. Ma il v.presidente del consiglio la fa grossa e, forse preso da panico, annuncia che andrà a fare denuncia in Procura. Che cosa c’entri la magistratura in una questione tutta politica nessuno lo sa. Così il bambino-Di Maio mentre litiga con papà-Salvini grida: «Mi rivolgo al macellaio». Ride tutto il paese.

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LO SPLENDIDO ISOLAMENTO, OVVERO IL PARADOSSO DELLA SINISTRA

Pochi giorni dopo le elezioni del 5 marzo, quando cifre alla mano la formazione di un governo sembrava impossibile, scrivemmo qui che il Pd, se avesse voluto riacquistare un ruolo avrebbe dovuto prendere “per primo” l’iniziativa politica: «Non resta che un appoggio esterno a un governo Di Maio. Se avessero un briciolo di intelligenza i piddini dovrebbero essere loro a dettare subito le condizioni con un pacchetto di provvedimenti da realizzare nei primi sei mesi: alcuni urgentissimi rimedi di welfare; finalmente vere leggi contro il conflitto d’interessi, contro la corruzione, contro lo scandalo di una giustizia senza sanzioni e senza certezza della pena, che colpisce i disgraziati e lascia impuniti i colletti bianchi; correzioni radicali alla “buona scuola”; abrogazione della legge Renzi sulla tv; e una legge elettorale senza premi di maggioranza. La risposta sarebbe negativa da parte dei 5s? Forse. Ma allora si assumerebbero loro la responsabilità del fallimento e il Pd mostrerebbe di essersi affrancato da un passato demagogico e con tendenze persino autoritarie. Naturalmente temo che questo sia un sogno». Purtroppo avevamo ragione. L’unico torto fu di ipotizzare “un briciolo di intelligenza” nei pidioti.

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BOLLETTINO DELLA VITTORIA

«Comando Supremo, 16 ottobre 2018, ore 12 Bollettino di guerra n. 1268

Sotto l’alta guida di S.M. Matteo Salvini, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, il 15 ottobre 2018, con Fede incrollabile e tenace Valore condusse ininterrotta ed asprissima battaglia per tutta la giornata, e respinse la massiccia Aggressione della Francia. La gigantesca battaglia ingaggiata ieri è finita con le scuse del Galli. La fulminea e arditissima nostra risposta ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. La Francia, che aveva invaso l’Italia con ben 2 (due) migranti, è annientata. I due migranti invasori risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza».

FIRMATO SALVINI

L’IPOCRISIA RENZIANA

La corrente renziana, per bocca di Ceccanti consacra la candidatura di Minniti alla segreteria del Pd: «Salva la verifica sulla sua piattaforma programmatica e salve eventuali altre candidature al momento ignote, quella di Marco Minniti mi sembra la prima tra quelle già note che sia al tempo stesso consistente (in coerenza con quel doppio ruolo interno ed esterno) e innovativa (capace cioè di una discontinuità che non ci riporti indietro)».Non capiamo: i renziani più ortodossi sollecitano la discontinuità col passato?

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