Archivi categoria: pensiero del giorno | di antonio caputo

ATTONITI

Non è detto che Lucano possa non risultare colpevole. Ma l’entità della pena lascia perplessi alquanto. Il rispetto della sentenza di primo grado va coniugato con la presunzione di non colpevolezza sino a sentenza definitiva. Fermo restando che verità processuale e sostanziale non sempre coincidono da Pilato in poi e anche prima.

Un dispositivo, quello del Tribunale di Locri, che ha quasi raddoppiato la pena richiesta dal PM, che lascia attoniti. Al di là di tutto, per l’entità della pena che appare in sé abnorme e sproporzionata alle imputazioni e fatti contestati. Molti associati alla mafia e alla ndrangheta per fatti più gravi hanno subito condanne decisamente più lievi a memoria di tutti. C’è un senso di esemplarità’ nella pena comminata che disorienta e poco si concilia con la parola giustizia equa. In ogni modo per me e per tutti deve valere la presunzione di non colpevolezza e sarebbe davvero triste per la nostra Repubblica se con successivi proscioglimenti nei gradi di giudizio superiori dovessimo avere conferma di ciò che appare accanimento comunque sproporzionato. Fa riflettere a distanza di 2 giorni dalle regionali in Calabria che vedono Lucano candidato nella lista dell’ex pm De Magistris in passato titolare di una inchiesta sulla criminalità organizzata in Calabria molto controversa che provocò un aspro scontro tra procure e all’interno del CSM.

Tra i motivi di appello contro la sentenza del Tribunale di Locri non mancherà quello riassunto nel titolo “eccessività e/o sproporzione e/o iniquità della pena”.

Ancora un favore a berlusconi

Non conosco gli atti del processo a Berlusconi e mi astengo da valutazioni che competono ai giudici e ai difensori nel processo. Mi pare che tramite i difensori abbia eccepito il legittimo impedimento per motivi di salute  a presenziare in udienza come è suo diritto. Berlusconi pare che abbia rinunciato all’eccezione il cui accoglimento avrebbe comportato un rinvio (l’ennesimo ). Il processo dunque proseguirà in sua assenza.

Mi lascia tuttavia perplesso e non comprendo il motivo per cui a fronte delle ragioni di salute opposte dell’imputato il Tribunale non si sia limitato come di norma a disporre soli accertamenti sulle ragioni addotte , che nulla hanno a che fare a quanto noto con problemi di salute mentale che certo l’imputato non aveva ragione di esporre, ma oltre a tali accertamenti ( anche in ipotesi doverosi) anche una perizia psichiatrica, fondata su basi a questo punto incomprensibili. In tal modo parrebbe che sia stata  data al di là delle poco chiare intenzioni e motivazioni  a Berlusconi un’arma difensiva ulteriore trasformandolo a torto o ragione in “vittima” di un pregiudizio se non anche come affermato dai suoi difensori di una persecuzione o come tale subita da lui. Era proprio necessario? O si dà l’impressione di una occupazione della scena che  parrebbe difficile  conciliare con l’idea o la prassi di un processo equo e imparziale?
Est modus in rebus.

CROCIFISSO: GIUSTIZIA ALL’ITALIANA

Decidere col “dialogo” se mettere il crocifisso nelle scuole, dice la Cassazione. Una sentenza senza capo né coda che equivale alla rinuncia alla giurisdizione (ius dicere).

Una delega in bianco a chi? Agli studenti. ai genitori, ai dirigenti scolastici, al personale ATA?  Dove. quando, come? A maggioranza? All’unanimità? E se nel corso dell’anno qualcuno cambia idea? Ogni anno una nuova decisione concordata? Con quale efficacia? E se arriva il supplente che ha idee diverse? Una decisione sconcertante nel modo che pare confondere la funzione del giudice (applicare tout court la legge con interpretazione costituzionalmente orientata al caso concreto ) con meri suggerimenti a soggetti che nemmeno sono parti in causa di cercare di mettersi d’accordo . E se non ci riescono ? E se l’accordo contrasta con legge e costituzione? Un caso di delegata o denegata giustizia

MALATESTA: GLI ANARCHICI GENUINI E QUELLI FASULLI

A proposito di “no vax” o “no mask” in versione pseudo libertaria o iperindividualista o anche in abito “cacciarone” (neologismo da Cacciari). Ecco il pensiero di chi, di libertarismo anarchico, se ne intendeva (molto).

L’anarchico Errico Malatesta nel 1924 a proposito della medicina e dei sistemi curativi:

«Riceviamo degli inviti a far la propaganda a favore di questo o quel sistema curativo, fregiato degli aggettivi “razionale”, “naturale”, ecc., accompagnati da critiche, giuste o ingiuste, contro “la scienza ufficiale”.

Noi non ne faremo nulla, perché non crediamo che l’essere anarchici dia a noi o ad altri il dono soprannaturale di sapere quello che non si è studiato.

Continua la lettura di MALATESTA: GLI ANARCHICI GENUINI E QUELLI FASULLI

improcedibilità FA RIMA CON IMPUNITA’

Mi scusino alcuni amici avvocati (o anche giudici), e anche la ministra Cartabia, ma che un processo penale incardinato e definito con sentenza di primo grado, in appello o in Cassazione evapori  e si volatilizzi ,non perché il reato sia venuto meno né perché le vittime del reato e i consociati abbiano potuto conoscere  la verità (quantomeno processuale ), con la formula della improcedibilità derivante dal trascorrere di un certo lasso di tempo, a mio parere contrasta contro ogni principio di equità e logica . Il reato rimane ma lo strumento per verificare chi e se lo abbia commesso evapora! Denegata giustizia anche all’imputato  privato del diritto di difendersi nel processo, non più strumento (e solo strumento o mezzo) di accertamento della verità. Uno stato sempre più impotente leviatano disarmato che in definitiva rinuncia a una delle primarie sue funzioni, ne cives  ad arma ruant, sacrificate sull’altare blasfemo del PNRR e del dissolvimento dell’idea di Giustizia.

verso la revisione del concordato?

La nota verbale consegnata per via diplomatica dal Vaticano al governo italiano tecnicamente sul piano formale è un atto diplomatico interstatuale  inteso a rappresentare la posizione del Vaticano su alcuni contenuti del ddl (disegno di legge Zan) all’esame del parlamento italiano . Formalmente non è una “ingerenza”. La nota intende affermare che talune disposizioni del ddl sarebbero lesive delle libertà previste dal concordato del 1984 ( governo Craxi) nel senso di limitare o ostacolare libere opinioni su temi del ddl.  E’ una posizione unilaterale a fronte di un accordo pattizio internazionale la cui stabilità è recepita dall’art.7 della costituzione che ha costituzionalizzato il principio pattizio, in tal modo subordinando al previo accordo bilaterale con lo stato del Vaticano  la regolazione dei rapporti tra Stato italiano e Chiesa cattolica . L’art.14 del Concordato vigente in caso di dissenso o di divergenti interpretazioni sui temi dell’accordo del 1984 prevede il possibile ricorso a una Commissione mista per dirimere ogni contrasto. A questo punto sul piano procedurale se permanesse  il contrasto con l’approvazione in parlamento di un testo non condiviso dal Vaticano potrebbe aprirsi la strada a una revisione dell’art.7 costituzione con il venir meno del principio pattizio. Sempre che vi siano i numeri in parlamento ex art.138 cost.. e salvo referendum confermativo. Un risultato auspicato nell’immediato dopoguerra da personalità del mondo laico come Gaetano Salvemini o Piero Calamandrei( non Togliatti che  fu tra gli artefici dell’art.7) . E riecheggerebbe nella ipotetica revisione l’ottocentesco e cavouriano ” Libera Chiesa in libero Stato”!

PRIMA I PRETI

In Piemonte avanza una nuova e inedita  categoria vaccinale extra ordine: i religiosi che verranno vaccinati all’ospedale della curia Cottolengo di Torino.  Con una elencazione generica  potenzialmente aperta a  intromissioni. Perche’vaccinarli  separatamente come “corpo” (tra l’altro di sola religione cattolica? In struttura ospedaliera “cattolica”?). E fragili e disabili gravi o ultra 80enni ancora in attesa e non appartenenti alla categoria, inesistente nelle raccomandazioni ministeriali , dei “ministri di culto”?   Ciò accade in un paese dotato di etica civile in cui la Magistratura dovrebbe indagare anche sui magistrati che si sono vaccinati prescindendo da qualunque priorità. Soggiungo che per priorità deve necessariamente intendersi priorità di rischio clinico  (di prendere il Covid morendo o finendo in terapia intensiva ) . Mai riferita a categorie sociologiche. Secondo scienza, coscienza, tempestività  e appropriatezza. Discriminazioni nelle discriminazioni che avanzano anche sfacciatamente

 
 
 
 

PIETISMO CARITATEVOLE (CON UNA LETTERA – BELLISSIMA – DI IACOPO MELIO)

Un neo nella  composizione del governo: Perché un ministero "per le disabilità" e un altro "per le pari opportunità"? A me sembra discriminatorio e segregante. Le persone con disabilità sono persone come tutte le altre e a tutte insieme vanno date  pari opportunità e garantito l'effettivo godimento dei diritti fondamentali della persona. Oltre il pietismo caritatevole ma con politiche attive uguali per tutti e tutte.

Disabilità, se è un ministero che ci discrimina

Lettera del consigliere regionale Pd della Toscana

LE 3 CRISI

Della rappresentanza , per effetto di leggi elettorali che sottraggono libertà di scelta e recidono  il tessuto connettivo della Rappresentanza.              

Della partecipazione costruens o informata , attiva pro e inter attiva, sostituita da strumenti distorcenti o manipolati o manipolatori, come i social, spesso solipsistici o le tv o i talk show o i click su piattaforme varie. Sullo sfondo crisi radicale della sovranità. 

Della democrazia e di anelli di congiunzione tra società civile e Istituzioni, come i partiti. Ora anche alla prova del metodo della Casaleggio e associati.

Certamente ciascun partito può regolare come meglio crede la vita interna del partito e i meccanismi di selezione e decisione. Ma restano o ci sarebbero  sempre le  garanzie della Costituzione repubblicana a tutela della libertà di associazione, di manifestazione del pensiero, rivolte ad assicurare il rispetto di un metodo democratico sostanziale anche nella vita interna (artt.18,21,49). E trattandosi di democrazia parlamentare rappresentativa (che presuppone e si coniuga con  partecipazione interattiva)  a tutelare le libertà di parlamentari non legati a vincolo di mandato ma liberi rappresentanti dei cittadini tutti, e del parlamento (artt.1 e 68). Riguarda tutti. Se poi col voto sulla piattaforma privata della società privata, espresso con un semplice click a un quesito precostituito (non costruito insieme) da chissà chi e come, si immaginasse di vincolare la libertà del parlamentare, forte sarebbe la dissonanza da lettera e spirito costituzionali, rimanendo libera scelta in ipotesi da motivare, il libero voto in parlamento del parlamentare. Anche perché chi  vota sulla piattaforma è semplice iscritto alla stessa  in regime di diritto privato, senza che egli abbia alcun obbligo (privatistico e di nessun effetto pubblicistico) di dichiararsi elettore del partito a cui la piattaforma fa riferimento. Se poi tutto questo avviene dopo che l’assemblea dei parlamentari del partito si è espressa e una delegazione della stessa si  è già recata dal Presidente incaricato di formare un governo, dichiarando coram  populo di voler aderire e partecipare allo stesso governo, sarebbe arduo  non valutare la cosa come screditamento della libertà responsabile dei parlamentari e in definitiva come contrapposizione al sistema della democrazia parlamentare rappresentativa che si presenterebbe sostituita da click eterodiretti vincolanti per gli eletti dal popolo sovrano (non dai soli iscritti alla piattaforma). Anzi, anche da altri click preannunciati dal dominus incontrastato e proprietario della piattaforma in caso di prevalenza dei no al governo Draghi. Quesito in tal caso assoggettato a libero arbitrio interpretativo.  Il dominus Casaleggio, figlio dell’omonimo, investito a tempo indefinito  della carica in forza di un principio analogo  a quello monarchico e dinastico. Altri click mentre le consultazioni sono chiuse e Draghi sta salendo sul colle per presentare la lista dei ministri e poi recarsi avanti le Camere, fuori tempo massimo e dal tono velatamente o volutamente dilatorio  se non ostruzionistico. Su quesito anticipato via rumor su tv e social dal predetto dominus. Gli iscritti a Rousseau dovrebbero dire col click se i parlamentari dovranno astenersi o votare no al governo Draghi. Ma non si erano espressi prima ?

7 febbraio 1898 inizio del processo Dreyfuss  (quando c’erano gli intellettuali indipendenti) – PROCESSO PER DIFFAMAZIONE

“L’intellettuale in Europa aveva un potere ed io credo che il vertice di questo potere sia stato esercitato da Zola e dai firmatari dell’appello di Zola al momento del processo Dreyfus. Poi è venuto l’inquinamento partitico, l’impegno devoluto alla sinistra: e ha molto inquinato questo potere dell’intellettuale. Oggi il potere è in tutte altre mani, il potere è la televisione, il potere è la casa di moda. L’intellettuale non ha più nessun potere, comunque io continuo a scrivere come se ci credessi”. (L.Sciascia)

In Francia, il 7 febbraio 1898, inizia il processo per diffamazione contro lo scrittore Émile Zola. L’accusa riguarda la pubblicazione del J’accuse, un editoriale pubblicato da Zola sul giornale “L’Aurore” il 13 gennaio 1898 per denunciare pubblicamente le irregolarità del processo contro Alfred Dreyfus. Dreyfus era un capitano dello Stato maggiore di origine ebraica, condannato ingiustamente per alto tradimento sulla base di documenti completamente falsi.

Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza dei cookie. Continuando la navigazione nel sito acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi