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IMBECILLI (PERICOLOSI) ALLO SBARAGLIO 3

[e.ma.] Chi semina vento, raccoglie tempesta. Da anni si tesse l’elogio dell’Uomo forte, dei Pieni Poteri, e alla fine lo trovi l’Imbecille  che si ubriaca di tante cretinate e fa proclami al Popolo. L’Appello al golpe di Matteo Valléro non è di per sé preoccupante, ma è sintomatico. Basta leggere l’incipit: “Il Popolo italiano invoca…”. Da un paio di anni qualunque “personaggetto” parla in  nome del Popolo. Qualunque aspirante a un regime personale si ubriaca con la parola “populista”, senza capirne il senso. Se prendesse piede questo andazzo chiunque potrebbe scrivere: “Il Popolo italiano invoca che tale Matteo Vallèro sia fucilato all’alba per sedizione…” (Matteo Vallèro coerentemente dovrebbe rispettare la volontà del Popolo) oppure “Il Popolo italiano (cioè una minoranza di parlamentari, pretende le elezioni politiche prima del tempo…”. Così, si va indietro, imbecillità dopo imbecillità.  Più preoccupante ancora è “la pezza peggiore del buco” con cui l’esagitato opinionista della “Verità” (evidentemente Belpietro ha un sesto senso per scegliersi collaboratori all’altezza della sua testata) cerca di scusarsi e si rimangia tutto. Da velleitario fascio-golpista si mette ” strizza” e precipitosamente si autoriduce a comparsa di “Vogliamo i colonnelli”. E suscita solo ilarità e pena. 

Ps: Intanto intervenga la Procura della Repubblica.

Ps: Cominciamo a preoccuparci davvero: i Matteo autoritari sono già diventati tre.

L’IMMAGINABILE E L’INIMMAGINABILE

Matteo Salvini, segretario del partito salviniano “Per Salvini premier subito”, non sa più quale buffonata inventarsi pur di “apparire”. Con la preghiera in Tv assieme alla D’Urso ha raggiunto il fondo non solo della blasfemia ma anche dell’immaginabile. Ora non gli resta che l’inimmaginabile. Lo aiutiamo suggerendo l’impossibile: 1) fare uno spogliarello integrale in aula del Senato; 2) farsi frustare pubblicamente sulle chiappe nude dalla Meloni; 3) il massimo del massimo: restituire i 49 milioni rubati allo Stato dalla Lega Ladrona.

la lepre marzolina – martedì 31 marzo 2020

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA PRESCRIZIONE

di maurizio fumo 

La prescrizione estingue il reato”, così si legge nell’art. 157 del codice penale.

A mio modo di vedere è un’espressione impropria. Come può un fatto storico (il reato), un avvenimento collocato nel tempo e nello spazio, “estinguersi” (annullarsi, azzerarsi, diventare inesistente) solo perché è passato (altro) tempo? In realtà, se vogliamo mantenere la prescrizione sul terreno del diritto penale sostanziale, ciò che si estingue è la pretesa punitiva dello Stato. Se viceversa la volessimo trasportare nell’ambito del diritto processuale, dovremmo dire che la prescrizione estingue – appunto – il processo (o il procedimento). Non si tratta di una mera questione terminologica affidata alla puntigliosità di giuristi un po’ pedanti; la distinzione ha conseguenze pratiche non indifferenti. Se, infatti, come vuole la Corte costituzionale, che fa riferimento al secondo comma dell’art. 25 della nostra Carta fondamentale (ordinanza 24/2017), la prescrizione è un istituto di diritto sostanziale, le norme più sfavorevoli all’imputato introdotte dopo la commissione del reato non possono retroagire, vale a dire: essa (la disposizione più severa) si applica solo con riferimento ai reati commessi dopo l’entrata in vigore della legge che la regola (o, nel nostro caso, la modifica). Se, viceversa, fosse (ma non è) un istituto di diritto processuale, sarebbe applicabile la normativa in vigore nel momento in cui si svolge il processo e, dunque, non avrebbe rilievo il momento in cui il reato è stato commesso (tempus delicti), ma il momento in cui chi è accusato di averlo commesso viene giudicato (tempus regit actum).

Sembra complicato, ma non è così.

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UN PAPA CHE TEME DI PERDERE IL GREGGE

di marco marzano

Qualche giorno fa aveva raccomandato ai preti di star vicino ai malati, di visitare le loro case e di portar loro la comunione. Tre giorni fa ha detto ai vescovi, in riferimento alla decisione che molti di loro avevano preso, seguendo un suggerimento della Cei, di serrare le porte delle proprie chiese, che “le misure drastiche non sempre sono buone ”e contemporaneamente aveva deciso di riaprire quella della diocesi della capitale. Il papa pare insomma desideroso di evitare che il clero smobiliti in una situazione di emergenza come questa. La destra ha subito esultato e anche un cattolico influente come Enzo Bianchi (intervistato ieri l’altro dal nostro giornale) ha applaudito immediatamente e con entusiasmo le parole del pontefice.

QUALI SONO le ragioni di un comportamento che spinge la Chiesa Cattolica a remare in direzione oggettivamente contraria rispetto all’Italia, al Paese da una settimana obbediente alle indicazioni che provengono dalle autorità pubbliche e barricato in casa? Io ne vedo almeno due.

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LETTERA DI UN MEDICO ALLA POLITICA

Ai Politici Italiani, che, dopo aver insultato all’inizio di questa emergenza i Medici di Codogno accusandoli ingiustamente di non aver rispettato i protocolli governativi, ora non sanno fare altro che ripetere “Ringraziamo i medici e gli infermieri, veri eroi di questo momento”, vorrei dire: “Risparmiateci tutte le vostre cazzate, che non sapendo Voi più cosa fare, fate oggi uscire a ruota libera dalle vostre bocche. Adesso, dopo anni di politica sanitaria incosciente, vi accorgete che mancano posti letto? che mancano i macchinari? che manca il personale sanitario e parasanitario ? …… Ma siete davvero degli Statisti educati nelle più prestigiose Università del mondo! Avete rovinato il Sistema Sanitario Italiano, introducendo criteri di selezione che poco avevano a che fare con il merito e le capacità. Aggrappandovi alle proclamate esigenze di ridurre il debito pubblico (che è continuato invece ad aumentare !), avete tagliato i posti letto, chiuso reparti, bloccato le assunzioni.

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ANALISI DEI DECESSI DA COVID-19 IN ITALIA E IN CINA

di roberto vacca, 20 marzo 2020

Le malattie infettive si diffondono dapprima lentamente. Quando il numero dei contagiati cresce, accelera sempre più fino a sembrare esponenziale – ma poi comincia a decrescere il numero dei contagiabili. La pendenza delle curve del numero totale dei contagiati e di quello dei morti, che cresceva gradualmente, diminuisce fino ad annullarsi: il numero raggiunge un valore massimo costante A, detto asintoto. Non muore più nessuno: l’epidemia è finita. È più significativo considerare il numero dei decessi [supponendo che i certificati di morte siano giusti]: infatti i numeri dei contagi dipendono da quanti tamponi si fanno.
Trovò le equazioni che descrivono questi processi, nel 1930, il fisico Vito Volterra [1]. Queste definiscono le curve logistiche a S – il diagramma seguente rappresenta i decessi da corona virus in Cina.

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MAGNAGATI

L’uno-due dei presidenti di regione Lombardia e Veneto, i fiori all’occhiello della Lega, pone agli italiani  un dubbio: ma è questa la classe dirigente che produce la padania? Alcuni illusi, costretti a deprecare almeno dentro di sé le esternazioni troglodite di Salvini, si dicevano: “sì vabbè, ma c’è anche il leghismo in doppiopetto”. E poi all’improvviso Fontana con la mascherina si mostra al mondo intero a spargere panico come l’ultimo degli untori, e Zaia lo supera di gran lunga uscendosene in televisione con una dichiarazione di guerra alla Cina: «In Veneto ci sono solo 116 positivi perché il nostro popolo ha una cultura dell’igiene elevata. Anche dal punto di vista dell’alimentazione. La Cina ha pagato un grande conto, perché comunque li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi». Non si era mai vista una montagna di stupidità così eccelsa, e anche così impregnata di masochismo: come spiega Zaia che, mentre Napoli è – come racconta Salvini –  un abisso di lerciume (1) però ha solo una manciata di malati da coronavirus,  invece il suo Veneto, pieno di zone rosse, è uno dei due focolai d’Italia? Eppure, come ha voluto precisare, i veneti si fanno addirittura la doccia. 

Ma noi sappiamo come si spiega la contraddizione: i veneti “li abbiamo visti tutti mangiare” i gatti vivi….

La lepre marzolina – sabato 29 febbraio 2020

  • 1) Il 17 febbraio Matteo Salvini ha esternato: «Ho fatto un giro al centro di Napoli: sembrava un bivacco, un campo rom, materassi, sporcizia, immondizia, gente che pisciava per strada alle tre del pomeriggio…».

PROVE TECNICHE DI TURPITUDINE

Più veloce del Coronavirus si sparge lo sciacallaggio: fraudolenti venditori a domicilio di tamponi, commercianti che moltiplicano i prezzi, pseudo operatori sanitari che s’inventano truffe d’ogni genere, fasulli giornalisti, come quelli di “Libero”, che sono passati immediatamente dalla consueta scurrilità allo spargimento di panico.  Alcuni loro titoli gridati: il governo agevola la diffusione – PROVE TECNICHE DI STRAGE  –  ACCOGLIAMO TUTTI ANCHE IL VIRUS – l’infezione si propaga in tutto il paese – LA VIE DEL VIRUS SONO INFINITE.

Anche le vie del turpe sciacallaggio politico lo sono.

la lepre marzolina – martedì 25 febbraio 2020

INCOSCIENTI, CHE STIAMO ASPETTANDO?

«IL PAPA PREGA IL CROCIFISSO CHE CI SALVÒ DALLA PESTE». Cosi “Il Tempo” di Roma, ma anche i telegiornali pubblici. Fa piacere vedere che il main-stream clericale non ha dubbi.  I superstiziosi non conoscono il condizionale. Ma non capisco cosa stiamo aspettando? Il picco del numero dei morti? Conte faccia subito un decreto legge per sospendere la quarantena che tanti danni fa all’economia, faccia tornare a casa medici e infermieri, le forze dell’ordine si riposino, le borse crescano, non spendiamo quattrini per la ricerca su un vaccino inutile o per nuovi ospedali: abbiamo sotto gli occhi la soluzione. Fa rabbia che non ci abbiano pensato prima. Il Papa, diciamoci la verità, dovrebbe fare meglio e più tempestivamente il suo lavoro. Ha tra le mani chi “ci salvò dalla peste” e perde tempo. Basta che Bertolaso col crocifisso miracoloso  giri per alcune ore per le strade e ospedali di Bergamo, tanto per fare un esempio, e come nel 1522,  il coronavirus sparirà in una sola giornata. Non vorrete pensare che chi “salvò dalla peste” i romani faccia la brutta figura di essere inefficace con un’influenzaccia qualsiasi…

la lepre marzolina – lunedì 16 marzo 2020