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RAI: IL CAPOLAVORO RENZI-DI MAIO-SALVINI

di enzo marzo

«Tra il dire e il fare c’è di mezzo la Rai. Ve lo ricordate Luigi Di Maio che spiegava che “bisogna cacciare i partiti dalla Rai”, perché “è meglio il sorteggio che le nomine della politica”? Bene: acqua passata. Stasera il governo giallo-verde metterà le mani sui telegiornali. Il Tg1 e il Tg3 avranno un direttore scelto dai Cinquestelle, mentre il Tg2 sarà affidato a un leghista. Per la prima volta dalla fine del monopolio democristiano ecc.»…

Così scrive “la repubblica 2.0”. Ha perfettamente ragione e perfettamente torto. Il comportamento dei 5s prima era preoccupante, ora è addirittura sfacciatamente scandaloso. Il M5s è diventato un cinico gruppo arraffa-potere completamente dimentico delle promesse con cui ha conquistato l’elettorato. E le “porcate” le fa alla luce del giorno. E’ forse inutile ricordare (ma lo facciamo lo stesso perché gli italiani hanno memoria corta)  ciò che i casaleggini affermavano negli anni passati, visto che Di Maio ha raggiunto da tempo quel recordman di menzogne che ha nome Matteo Renzi. Ci consola questo paragone perché ci permette di riaffermare che anche il M5s pagherà caro e pagherà tutto.

C’è da ricordare che il Salvimaio, il governo vintage, ha potuto realizzare lo scempio dell’informazione televisiva semplicemente approfittando della riforma renziana della Rai-Tv varata nel 2015.

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UN’ALTRA SINISTRA CHE L’INFORMAZIONE NON VUOLE VEDERE

di beatrice brignone (Segretaria di Possibile)

Ho letto Rossana Rossanda oggi su “Repubblica”. È sempre una lettura interessante, come lo è ascoltare una testimone importante della storia politica del nostro Paese e della storia della sinistra.

Al termine dell’intervista però ho avuto la ormai consueta sensazione di essere sempre allo stesso punto di partenza.
Di aver letto un’intervista letta mille altre volte sugli stessi giornali, ascoltata altrettante volte nei soliti show televisivi, ripetuta nei dibattiti e negli incontri politici.

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“LIBERO” SOLO DI CENSURARE

di Fatto quotidiano – 20 luglio 2018

[Postilla. e.m. : Ripubblichiamo qui un articolo su come la stampa italiana ha riportato la notizia delle  motivazioni della sentenza del processo in Corte di assise di Palermo sulle commistioni tra parte delle istituzioni e la mafia. Ne esce coinvolto Berlusconi e condannato ulteriormente il già noto colluso con la criminalità organizzata siciliana Dell’Utri. Cose risapute, e certamente non sarà neppure questa sentenza ad aprire gli occhi dei milioni di italiani che, ciechi come talpe, per due decenni hanno votato il partito fondato da Berlusconi, Previti, Dell’Utri. Ovvero, caso unico nella storia delle democrazie occidentali, da tre pregiudicati per reati gravissimi. Troppi italiani saranno anche ciechi, ma il loro offuscamento è stato anche indotto dalla stampa nazionale, da sempre conformista e cortigiano verso il potere. Ancora una volta assistiamo al cerchiobottismo inventato dal Corriere e la prudente sordina messa da quasi tutti gli organi d’informazione. Unica eccezione è “Libero” che, la notizia delle 5252 pagine delle motivazioni, non la mette proprio, neppure per criticarle, anche pesantemente. No, Feltri questa volta si risparmia persino le sue solite scurrilità e ostenta  il silenzio. Quel silenzio che si addice ai servi obbedienti e ben prezzolati].

Trattativa, su molti giornali il ruolo di Berlusconi scompare dai titoli

Quello del Patto Stato-mafia con i quotidiano italiani, insomma, si conferma un rapporto difficile. Per carità: si tratta pure sempre di un provvedimento di primo grado, su una vicenda complicata e contestatissima. Le motivazioni della corte d’Assise non sono vangelo: sono criticabili, contestabili e confutabili. Ma per criticare una notizia bisogna darla.

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SULLO STATO DELLA LIBERTÀ DEI MEDIA

di enzo marzo

Alleghiamo qui il pdf di un dossier di 20 pagine sullo stato delle libertà dei media, nella speranza che possa contribuire alla riflessione collettiva sulla condizione miseranda dell’informazione italiana dopo i disastri della fine, anche contrattuale, dell’indipendenza dei giornalisti, dopo la recente accelerazione dei processi di concentrazione della stampa cartacea e dopo la restaurazione renziana del potere assoluto del Governo sulla televisione pubblica.

per scaricare il pdf clicca qui.

SESTO ELENCO- APPELLO PER LA CANDIDATURA DI ENZO MARZO NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA RAI

di ACL – Associazione Amici di Critica liberale – con il sesto elenco aggiornato

L’ultima riforma della RAI, varata sotto il Governo Renzi, ha introdotto una procedura dichiaratamente finalizzata a garantire la trasparenza della composizione del suo Consiglio di Amministrazione: essa dovrebbe consentire a tutti i cittadini dotati di determinati requisiti di candidarsi per due posti di consiglieri a nomina di Camera e Senato.

Non è la prima volta che una nomina pubblica viene resa teoricamente “contendibile”, ma senza una vera trasparenza su candidature, criteri di scelta, motivazioni della stessa, anche una norma potenzialmente positiva rischia di tradursi in una presa in giro. Per questo, la Società Pannunzio per la libertà di informazionepromossa da Critica liberale ha già più volte pubblicamente protestato.

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“un attacco al principio di un’onesta informazione”

di gian giacomo migone

Come è noto, i lettori dei giornali non hanno alcun diritto. In materia siamo ancora al medioevo. E i Direttori se ne approfittano, convinti come sono che i lettori debbano pagare il loro giornale e subire in silenzio ciò che viene loro apparecchiato. Nel nostro piccolo abbiamo creato uno strumento per divulgare le smentite e le repliche che i Direttori (nel primo caso addirittura violando l’articolo 8 della legge sulla stampa, e nel secondo le regole dell’educazione e della corretta informazione) non pubblicano. [red.]

Caro Direttore, [Mario Calabresi, “La Repubblica]

come lettore del Suo giornale, sono rimasto negativamente colpito dal titolo di apertura odierno del Suo giornale: “Rimborsi, lo scandalo scuote M5S”. Altri giornali, da “La Stampa” al “Giornale” portano titoli analoghi di prima pagina. Mi è dispiaciuto constatare che “La Repubblica” partecipa, se non è addirittura capofila,  di una campagna mediatica che coinvolge i principali giornali e canali televisivi su questo argomento.

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MI HANNO CONVINTA MENTANA E GRUBER

di Aurora Morelli
 
Non volevo andare a votare, ma poi mi hanno convinta Mentana e la Gruber. Vedo solo il Tg della Sette e spesso continuo su Otto e mezzo. Come hanno gestito “rimborsopoli” mi ha fatto veramente indignare. Paragonare rimborsopoli a tangentopoli non solo è una menzogna, ma è anche una forma di corruzione. Per sere e sere sono stati scatenati contro i 5stelle, per un “non reato” e sull’uno per cento del movimento. Hanno sorvolato che il 99 per cento del movimento, aveva dato 23 milioni alle medie imprese di tasca propria. Poi esplode il fatto di Salerno e mentre Mentana lo riduceva al minimo, la Gruber conduceva la sua trasmissione su questi temi e con questi ospiti: la prima sera.”preferite Renzi o Gentiloni?, la seconda sera ha invitato Pansa e la terza Berlusconi. Non ha mai parlato del cancro di Salerno e delle metastasi che dilaniano il Pd.
Siccome la tragedia del nostro paese è la corruzione credo che vada dato un voto contro questa classe politica che la continua a portare avanti , come sta facendo il nostro ministro Orlando che vuole distruggere il metodo Falcone. Alla povera Bindi che gli chiede di cambiare le ha risposto di NO.
 

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