NO, NON “E’ GIORNALISMO”: DIO MIO COME SIAMO CADUTI IN BASSO…

Riportiamo dal Fatto.it questa straordinaria notizia:

«È il giornalista Mattia Feltri il vincitore della 22esima edizione del premio ” È Giornalismo”, fondato da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e dall’imprenditore Giancarlo Aneri. Lo ha deciso la giuria, ora composta dallo stesso Aneri, come presidente, e da Giulio Anselmi, Mario Calabresi, Massimo Gramellini, Paolo Mieli, Gianni Riotta e Gian Antonio Stella. Mattia Feltri, bergamasco, 49 anni, è figlio d’arte: suo padre Vittorio è una delle firme più conosciute del giornalismo italiano. E a questo ha fatto riferimento Giancarlo Aneri nell’esprimere la sua soddisfazione per la scelta della Giuria “perché con questo meritatissimo premio a Mattia, in fondo si dà anche un riconoscimento alla storia giornalistica familiare”. Feltri ha iniziato la sua carriera giovanissimo al Giornale di Bergamo, per poi passare al Foglio e quindi, dopo una breve parentesi a Libero, fondato dal padre, nel 2005 alla Stampa, di cui oggi è capo della redazione romana».

Avete letto bene? Adesso decifriamo la notizia:

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COME 80 ANNI FA

Ottanta anni dopo le leggi razziste e fascistissime, altre persone  umane sono espulse, di colpo,con violenza, dalle strutture in cui vivevano.  E’  la vergogna dell’Italia prima  di un  Natale ipocrita .       Una emergenza creata dal decreto “sicurezza”,  raggiro ed elusione della Costituzione sfigurata da cui  dovrebbe prendere corpo una risposta ferma e civile degli italiani. Come non fu 80 anni fa.

GOVERNO VINTAGE 2

«Che serenità, la pioggia battente addolcisce il cuore e lo fa precipitare nella nostalgia. Dobbiamo proprio ringraziarla, caro v.Presidente del Consiglio, del regalo che ci fa…. Abbiamo temuto per qualche mese che la Tv pubblica cambiasse, e invece no, rimane tutto uguale dai tempi in cui nacque la LOTTIZZAZIONE. Così dopo il CONDONO ci riappropriamo di un altro dei punti saldi della prima e della seconda Repubblica. Abbiamo temuto qualche cambiamento, ma ci avete subito rassicurato. Il nuovo governo è Vintage, sa recuperare le pratiche più immonde del passato e, senza neppure dar loro una spolveratina, ce le restituisce intatte, con tutto il loro sapore di antico».  Così scrivevamo appena qualche settimana fa e già siamo a chiedere perdono ai nostri lettori. Immersi com’eravamo nella nostalgia delle due repubbliche precedenti, abbiamo dimenticato che i veri bastioni della corruzione istituzionale d’antan non sono solo la LOTTIZZAZIONE e il CONDONO, ma c’è anche la QUESTIONE DI FIDUCIA  con cui tutti i governi che adorano la pratica della coercizione sul parlamento hanno offerto il peggio di sé.

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USCITO IL N. 28 DE “GLI STATI UNITI D’EUROPA” SCARICABILE GRATIS QUI

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Indice
editoriale
04 – giovanni vetritto, tentare la riscossa
lo stato dell’unione
08 – antonio calafati, de-costruzione involontaria?
12 – loredana spedicato, “my deal, no deal, or no brexit”
16 – riccardo mastrorillo, i “candidati principali” del nulla
18 – vittorio calaprice, l’innovazione a livello regionale/nazionale
22 – aurelia ciacci, non solo dublino
27 – guglielmo sepe, la svolta popolar-lessicale
d’oltralpe
30- markus kaiser, germania, svolta a destra alle prossime elezioni?
33 – aurelia ciacci, final say: il labour e gli errori su brexit – intervista con nina parker
astrolabio
39 – giovanni vetritto, italexit, l’incubo dopo tanti errori – intervista con marcello messori
pagine federaliste
53 – beatrice rangoni machiavelli, un liberalismo maturo è federale
56 – hanno collaborato

CERVELLO CON PATATE

Pensavamo di non doverlo più fare. Ormai da decenni polemizziamo con quei “professori della cattedra” liberali che quando venne il furbastro Padrone offrirono i loro servigi e le loro penne alla “rivoluzione liberale” di Berlusconi, Previti, Dell’Utri. Tra i politici Pannella e Giorgio La Malfa svendettero all’ingrosso i loro partiti, la sinistra e la tradizione liberaldemocratica per una minestra (scarsa) di lenticchie. E’ stata la tragedia italiana. Noi li definimmo “liberaloidi”.

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UNA GIORNATA PARTICOLARE, OVVERO L’IPOCRISIA ITALIANA SULLA LIBERTÀ DI STAMPA

di enzo marzo

«Una giornata contro i poteri che non amano l’informazione»: come si può non aderire a una iniziativa contro “il potere”, anzi, i poteri che stringono in una morsa la libertà d’informazione?. «Eppure, eppure», direbbe il poeta giapponese Issa.

La manifestazione organizzata da quella che chiamiamo dall’inizio della direzione Calabresi “la repubblica 2.0” è fuorviante, forse ingannevole, sicuramente  controproducente per l’informazione nel nostro paese, perché non affronta davvero il problema. Ci fa tornare in mente quegli impostori che un paio di migliaia di anni fa sporcavano il loro mantello col sangue dei martiri per acquisire meriti non propri.

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UN PO’ DI DIGNITÀ, ORSÙ

di enzo marzo

  1. DOMANDA A GIUSEPPE CONTE, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Non invidiamo il povero nostro Presidente del consiglio stretto da due guidatori, ubriachi e senza patente, che hanno lanciato la macchina del nostro paese a folle velocità contro il muro della realtà. Apprezziamo il suo tentativo odierno di rimediare in qualche modo agli esiti prevedibilissimi dopo la lettera di Bruxelles con parole sensate: «Potete anche criticare la manovra ma non dimenticate che stiamo agendo in modo responsabile nell’interesse degli Italiani». Invece riteniamo velleitarie le parole che poi ha aggiunto: «Non alimentiamo fiati, voci, polemiche, di chiunque siano e ragioniamo sugli obiettivi e sulla costruzione di un percorso a cui tutti dobbiamo lavorare».

Il suo è un invito che prende le distanze dalle forze di maggioranza e da suoi ministri, ma non crede, caro Premier, che il nostro destino sia segnato senza una sua presa di posizione chiara e decisa che ridia un minimo di credibilità a lei stesso, al ruolo che ricopre e  al paese di fronte all’Europa?

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L’ITALICO ENTOZOO

di andrea costa

Fermatevi! Scempio! Dove sono gli ambientalisti? I cultori delle cose belle? Sarebbe potuto diventare il “Poldi-Pezzoli” della post-post Italia. Pensiamo un attimo: La “culla Casamonica”, i cavalli di peltro dell’ignoto maestro del Quadraro, i broccati sinti, le specchiere d’oro, le tigri ruggenti, i ninnoli, il caminetto col finto-fuoco, i quadri finto antichi di pittura de’ ggenere, le tavole ad olio (e aglio) firmate Sado di Maso…Quella a cui assistiamo impotenti, sotto l’inesorabile avanzata della ruspa salviniana è la distruzione di un patrimonio demo-etno-antro unico che difficilmente ritroveremo riunito e riunificabile. Vada benissimo la salvezza dell’acquedotto romano, ab omni nevo vindicatus, ma lasciateci le collezioni, da riunificare, magari un giorno, con quelle del grande Renzo Arbore. Si affannino pure gli esperti di marketing, editing, mastering ma il nome c’è già: Ca.Ca.Gu.Mus.Ki: Casa del Cattivo Gusto e Museo del Kitsch. Dove troveremo mai più, in un sol luogo, il peggio di tutto l’italico entozoo, oggi disperso e occultato – non quanto si dovrebbe- nelle case di vecchi, nuovi, e sedicenti “ricchi”?
p.s. Scripsi de hoc hilari animo

ABORTO, APPELLO DI QUATTRO GINECOLOGHE ALLA MINISTRA GRILLO: “GARANTISCA PIENA APPLICAZIONE DELLA LEGGE 194”

È partita solo il 6 novembre scorso, ma in pochi giorni ha già raggiunto oltre 72mila firme. È la petizione, lanciata su Change.org da quattro ginecologhe e diretta al ministro della Salute Giulia Grillo che chiede la piena applicazione della legge 194, quella che tutela la possibilità di abortire. Tre le richieste fatte alla ministra: garantire in ogni ospedale la presenza di ginecologi non obiettori 24 ore su 24, sanzionare le direzioni sanitarie che non assicurano il servizio e istituire una “helpline” nazionale e gratuita, gestita direttamente dal ministero, per supportare le donne respinte da medici obiettori.

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le mani nei capelli

Fate uno sforzo di fantasia. Immaginate di essere l’Italia, un paese malato molto grave, con metastasi dappertutto, disteso sul tavolo operatorio. Un attimo prima che l’anestesista vi mandi nel regno dei sogni aprite gli occhi e scorgete la faccia del chirurgo che vi deve operare al cuore. Un intervento difficilissimo al limite dell’impossibile, e vi accorgete che al posto del primario, non si sa per quale beffa del destino, c’è, bisturi alla mano, il portantino  che vi ha trasportato in camera operatoria. Ricoperto di sudore, non vi resta che offrire il braccio alla siringa che vi farà precipitare nel profondo nero dell’incubo.

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