di piero ignazi
Il conflitto istituzionale che si è aperto è figlio del via libera all’accordo tra 5Stelle e Lega, un accordo in buona misura favorito dal rifiuto del Pd di andare a vedere le carte dei pentastellati. La crisi di queste ore deriva da una pulsione anti-establishment dei due partiti che si è spinta fino al progetto di dare vita ad una “terza repubblica”, arrivando a forzare le regole attraverso la diminutio del ruolo del presidente della Repubblica, chiamato a ratificare come un semplice notaio scelte incompatibili con la difesa degli interessi della nazione quali la nostra appartenenza all’Unione Europea e ai suoi principi. Si poteva evitare tutto ciò? Probabilmente sì, se altri attori politici avessero giocato un ruolo politico e non si fossero ritirati sull’Aventino. Alludiamo, evidentemente, alla scelta del Pd, o meglio, del suo “segretario dimissionario”, ma saldamente al comando, come si è visto nelle ultime riunioni collegiali del partito.