La fascia negata, l’identità ridotta a simbolo di parte

di angelo perrone

 

Il gesto della neosindaca di Merano, Katharina Zeller, di togliersi la fascia tricolore durante la cerimonia di insediamento ha suscitato opposte reazioni. La scena, immortalata dalle telecamere, mostra la sindaca che chiede se sia davvero necessario indossare la fascia, per poi rimuoverla immediatamente. Si percepisce nella Zeller disagio, imbarazzo, fastidio. Lo scambio di battute con il sindaco uscente ha toni poco appropriati.

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Giornata in ricordo dell’88esimo anniversario dell’uccisione dei fratelli Rosselli e del centenario del Non Mollare – Firenze, Lunedì 9 giugno 2025 ore 16.00

Lunedì 9 giugno 2025 ore 16.00
Spazio Rosselli, via degli Alfani 101R Firenze

“Fondazione Circolo Rosselli”
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USCITO IL N.170 DEL “NONMOLLARE” SCARICABILE GRATIS QUI

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Sommario
res publica
03. 8 e 9 giugno. io vado a votare i referendum!
la biscondola
05. paolo bagnoli, una politica tutto fumo
cosmopolis
07. riccardo mastrorillo, la nostra responsabilità
09. niccolò rinaldi, gaza, come era e come non sarà più –
la fine di un patrimonio culturale plurimillenario
10. pier virgilio dastoli, l’entomologia e il futuro dell’europa
12. roberto fieschi, i primi cento giorni paranoici di donald
14. le menzogne chigiane
astrolabio
15. angelo perrone, le sbarre dell’indifferenza
la vita buona
17. valerio pocar, l’educazione sessuale e affettiva
l’osservatore laico
19. francesco zanardi, l’assai scorretta informazione clericale – e l’inaccettabile sentenza su don marelli
21. comitato di direzione
21. hanno collaborato

 

laicità, addio

 di alessandro giacomini  
 
In occasione dell’inizio del nuovo pontificato, con data 28 maggio, in tutte le scuole pubbliche vi sarà l’obbligo di esporre la bandiera, la circolare è del commissariato del governo per tutte le scuole di ogni ordine e grado. 
Un gesto che, forse in buona fede, vuole rendere omaggio a una figura religiosa importante per molti. 
Ma è proprio nelle buone intenzioni che, spesso, si nasconde il cedimento della laicità.
Le scuole pubbliche sono e devono restare luoghi laici e inclusivi, spazi dove ogni alunno, indipendentemente dal proprio credo religioso o dall’assenza di esso, si senta rappresentato e rispettato.
Esporre un simbolo ad omaggiare una confessione religiosa, per quanto radicata nella storia del Paese, non è un atto neutro. 
È un messaggio. 
E il messaggio che trasmette è: 
“Questa religione è più importante delle altre”.
In un’Italia che è per Costituzione uno Stato laico (art. 7 e art. 8), e in una scuola che dovrebbe educare al rispetto del pluralismo, queste scelte sono sbagliate e anacronistiche.
Il rispetto per il papa e per i credenti cattolici si può esprimere a livello personale, non con atti ufficiali di istituzioni pubbliche.
La laicità non è ostilità verso la religione.
È garanzia di libertà per tutti.
È tutela, anche per i cattolici, da qualunque ingerenza dello Stato nella sfera spirituale.
Ma è soprattutto la condizione perché nessuno, in una scuola pubblica, si senta “fuori posto”.
E allora, ci chiediamo:  ma la laicità, che fine ha fatto?
Perché, se proprio vogliamo essere equi, allora diamoci da fare. 
Una bandiera nuova per ogni nuova guida spirituale. 
Quando nasce un nuovo Dalai Lama: issiamo il vessillo tibetano. 
Quando viene nominato un nuovo Patriarca ortodosso: striscioni a tema. 
Quando c’è l’equinozio d’autunno: simboli pagani per tutti. 
E ovviamente, festa grande per il compleanno di Darwin.
Altrimenti, la smettiamo con le ipocrisie.
La scuola pubblica è di tutti, e non può permettersi scivolate simboliche di questo tipo.
Se vogliamo davvero educare al rispetto e alla convivenza, partiamo dal rispetto delle regole: niente simboli religiosi nelle istituzioni pubbliche.
Perché no, non basta dire “è la nostra tradizione”. Anche certe abitudini, a un certo punto, si superano: 
come, ad esempio, i banchi di legno e il pennino nel calamaio.
 
 

Violenze sessuali? Corri, nasconditi, spera in meglio: i consigli di Nordio

di angelo perrone

L’ultima sarebbe anche esilarante. Violenze sessuali, aggressività maschili, tutela  delle vittime? Inefficienza del braccialetto elettronico e della vigilanza pubblica? Carlo Nordio, ministro della Giustizia, è perentorio, nella sua dotta prolusione al Senato: «È la vittima che deve trovare un rifugio». Infatti, «il braccialetto è incompatibile con i mezzi di trasporto delle persone».

C’è il traffico, la movida del sabato sera, insomma le solite menate. Rimedi? «Dobbiamo dare l’allerta alla vittima affinché sia in grado di trovare forme di autodifesa». Continua la lettura di Violenze sessuali? Corri, nasconditi, spera in meglio: i consigli di Nordio

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