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GUZZANTI, IL MARATONETA DELLO SLURP

di enzo marzo

Paolo Guzzanti dovrebbe essere onorato come inarrivabile Maestro da tutti i giornalisti italiani. E portato ad esempio ai giovani che vogliono intraprendere questa professione sempre più amata dagli italiani. Per settimane è stato in prima fila delle frotte di giornalisti prezzolati da Berlusconi, scrivendo un pezzo al giorno per dimostrare quanto gli italiani fossero fortunati giacché uno statista come Berlusconi, di specchiata moralità e di inenarrabile sagacia politica (dopo tutto chi è lo statista che ha chiuso la “guerra fredda” se non lui?, lo sanno tutti, dopo averlo letto sul “Corriere della sera”), aveva deciso di ascendere al Supremo Colle. Non c’è stato superlativo assoluto che il Maestro non abbia sciorinato, non c’è stata metafora ardita che non abbia cesellato, non c’è stato artificio retorico di cui non abbia approfittato. Tutte le arti del mestiere (più antico del mondo?) sono state messe in campo per l’elogio quotidiano. E oltre a tutte queste abilità, davvero ammirevoli sono state una costanza e una dedizione che non possono venire che da un amore travagliato ma vero. Ha persino viaggiato per l’Europa per strappare interviste incensatorie. Non ha fatto mancare dichiarati o sottintesi rimbrotti per quegli italiani che, ingrati, non mostravano il loro entusiasmo per la fortuna che gli sarebbe piovuta addosso e non si dimostravano riconoscenti per tutto il bene che lo Statista ha dispensato per decenni nel bel Paese. Solo uno poteva fargli concorrenza in piaggeria, e gliel’ha fatta: l’uomo di Bertinotti, Piero Sansonetti, ma in verità non c’è stata gara. L’ex rifondarolo non è secondo a nessuno in sfacciataggine, ma non ha lo stile suadente di Guzzanti. Il quale, tra l’altro, è stato costretto a un ulteriore sforzo quotidiano per superare la contrarietà del suo Direttore, restio a pubblicare articoli cosi ancora non sufficientemente celebrativi del comune Padrone.

Potete quindi immaginare la profonda delusione del “maratoneta dello slurp”

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REPUBBLICA 3.0 – 1-“COPIANDO ARTICOLI DISCREDITI IL GIORNALISMO”

di  massimo alberizzi, Senza Bavaglio on 30 Ottobre 2020
Dopo la pubblicazione sul “New York Times” di un articolo sui Falun Gong  che Repubblica ha copiato, Massimo Alberizzi, membro della Giunta esecutiva della FNSI, ha inviato una lettera al direttore di Repubblica, Maurizio Molinari. Milano, 25 ottobre 2020

Caro Maurizio, con un certo dispiacere devo segnalarti un fatto abbastanza increscioso. La sua gravità mi ha da un lato amareggiato, ma dall’altro indignato. Ieri abbiamo pubblicato sul sito di “Senza Bavaglio” (www.senzabavaglio.info) su loro concessione la traduzione in italiano di un articolo del “New York Times”, uscito nell’edizione online il giorno prima . E’ un’inchiestona sulle infiltrazioni del Falun Gong nei media americani, fatte di disinformazione e fake news in favore di Trump e dell’estrema destra USA. Ecco il testo pubblicato del New York Times. Come vedi è datato 24 ottobre, giorno che mi è stato recapitato perché sono abbonato.

https://www.nytimes.com/2020/10/24/technology/epoch-times-influence-falun-gong.html?referringSource=articleShare

L’articolo è molto lungo e dettagliato. Noi l’abbiamo ripreso e tradotto in italiano

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L’ASINO E IL PADRONE

Nessuno mi diverte più di Crozza. Ma devo ammettere che qualche volta l’originale supera di gran lunga il personaggio imitato dal comico genovese. Un titolo di prima pagina di “Libero” mi ha divertito talmente che non riesco a smettere di ridere. Vittorio Feltri intitola un suo editoriale contro alcuni giornalisti: “Fanno l’interesse degli amici potenti e non dei lettori”.  E precisa meglio: “Mettono l’asino dove vuole il padrone”. Feltri nel caso specifico ha ragione (la maggior parte dei giornali sta censurando notizie importanti sulla magistratura e anche su giornalisti), ma che sia proprio lui a “sparare” la notizia in prima pagina come novità scandalosa è il massimo del massimo della comicità.

Ma se tutta la sua carriera è costruita sullo slurp quotidiano, sull’ossequio al Padrone…, sul servirlo oltre ogni decenza, sulla difesa per decenni dei più indifendibili politici-criminali  della Destra, sulla violazione sfrontata della deontologia giornalistica, sul prendere per i fondelli i lettori spacciando falsi dossier o dando doppio lavoro al suo giornalista preferito, tale spione “Betulla”…

Continuo a sganasciarmi dalle risate.

la lepre marzolina – lunedì 25 maggio 2020

MARCHETTA ALLA GAZZETTA DELLO SPORT: “RISO O PASTA?”. “BARILLA”… CERTO. E’ LO SPONSOR

di www.professionereporter.eu

Nuove frontiere del giornalismo. La grande sciatrice statunitense Mikaela Shriffin, due titoli olimpici e cinque iridati, intervista il grande tennista Roger Federer “per conto di un gruppo selezionato di giornalisti internazionali”. Per l’Italia c’è la “Gazzetta dello Sport”, giornale principe degli specializzati sportivi.

La formula è già strana. I giornalisti hanno bisogno della Shriffin per fare domande ed essere pronti a ribattere (visto che trattiamo di Federer) alle risposte? Ma quel che conta viene dichiarato subito nelle prime righe del pezzo uscito a tutta pagina giovedì 19 settembre con il sopratitolo prestigioso “l’altra copertina”: l’iniziativa di questa “operazione” è la Barilla, “sponsor italiano che i due numeri uno hanno in comune, oltre all’amore per la pasta”, ci informa il collega della Gazzetta che mette la firma sul tutto, Pier Bergonzi inviato a Ginevra.

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CASALINO, PERCHÉ LA DIFFUSIONE DELL’AUDIO NON È ILLECITA

di carlo melzi d’eril e giulio enea vigevani

I mezzi di informazione hanno diffuso la registrazione di un messaggio vocale, inviato dal portavoce del presidente del Consiglio Rocco Casalino a due giornalisti, nel corso della quale il primo suggerisce una notizia da pubblicare, badando però di attribuirla a una «fonte parlamentare» del suo stesso partito. Più precisamente, Casalino afferma che nell’ipotesi in cui non fossero trovati i fondi per finanziare il progetto di reddito di cittadinanza, il Movimento Cinque Stelle, ritenendo che la responsabilità non è del ministro Tria, bensì di un certo numero di dirigenti del ministero «che proteggono il solito sistema» attuerà una «megavendetta» e «tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori quei pezzi di m…».

In altre parole, se si è ben compreso, l’esponente dei Cinque Stelle dà ai giornalisti una notizia: all’interno del Movimento si pensa che alcuni alti funzionari dello Stato facciano ostruzionismo rispetto ai “desiderata” del partito e che se non venisse ottenuto il risultato che la politica ha promesso, questi pagherebbero con il posto di lavoro.

Al netto delle valutazioni politiche, l’interessato ha lamentato che la pubblicazione del suo audio violerebbe «il principio costituzionale di tutela della riservatezza delle comunicazioni e, se fosse accertato che sia stata volontariamente diffusa ad opera dei destinatari del messaggio [anche] le più elementari regole deontologiche che impongono riserbo in questa tipologia di scambi di opinioni».

Analogamente, anche per un giurista quale l’attuale presidente del Consiglio Conte, la diffusione dell’audio configurerebbe condotte gravemente illegittime che tradiscono fondamentali principi costituzionali e deontologici. Della stessa idea il presidente della Camera Fico, il quale sembra pure lui sottolineare una sorta di violazione deontologica da parte dei giornalisti che non avrebbero rispettato il dovere di segretezza sulla fonte della notizia.

Ma è proprio così? A noi pare di no.

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I SOLITI TRUFFATORI BERLUSCONIANI

di Enzo Marzo

CRITICA LIBERALE E SENZA BAVAGLIO DENUNCIANO SALLUSTI, DIRETTORE DEL “GIORNALE”, ALL’ORDINE DEI GIORNALISTI PER MENDACIO  E GRAVE VIOLAZIONE DELLA DEONTOLOGIA GIORNALISTICA.

Lo so bene che è stata una campagna truffaldina: i segretari si sono fatti le liste come volevano, anche esagerando molto, Renzi ha violato platealmente lo statuto del suo partito, gli altri, anche quelli che avevano criticato una delle tante schifezze contenute nel Rosatellum, le pluricandidature, hanno trovato utile approfittarne più che ampiamente. Ugualmente nessuno si è risparmiato promesse a vanvera. Ma non si possono qualificare come vere  proprie truffe finché non saranno tradite, e saranno tradite. “Possibile”, il gruppo di Civati ha già presentato un’analisi del programma Pd, non quello risibile d’oggi, ma quello esibito per le elezioni politiche precedenti a quelle del 4 marzo e ha sottolineato quanto fossero scritte sull’acqua. Il rapporto è anche su questo sito. Abbiamo già scritto sulla campagna servile di quasi tutti gli organi d’informazione che hanno esagerato sulle creste di una decina di grillini e hanno sottostimano le porcherie di casa De Luca. Ma tutto questo rientra comunque nella libera scelta giornalistica di cui i direttori si assumono la responsabilità di fronte ai lettori. Altro invece è truffare l’opinione pubblica “sparando” a pochissimi giorni dal voto una vera e propria bufala. È il caso del “Giornale” di oggi 27 febbraio. Sallusti, mettendosi sotto i piedi la deontologia giornalistica e ricordando bene che più che direttore è impiegato di fatto di un frodatore dello stato, non ha voluto essere da meno e lo ha voluto compiacere sparando in prima pagina vere e proprie menzogne.

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