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però, alcuni passi avanti

di enzo marzo

Abbiamo perduto tutti. Il terreno degli sconfitti è pieno di cadaveri. E coloro che hanno vinto presto si accorgeranno che per loro giustamente comincerà una vita durissima. A noi resta la convinzione che non si può gestire la cosa pubblica senza la Politica. La campagna elettorale aveva dimostrato che la Politica aveva già perduto: il campo di battaglia era un deserto avaro di valori, di progetti , di tradizione ideale. E infatti ha vinto chi ha fatto copia/incolla del lepenismo e a destra è stato il solo a presentare una qualche disegno riconoscibile, e chi ha raccolto i regali provenienti per decenni dall’intera classe politica marcia e ostentatrice senza vergogna del proprio marciume. Da una Casta senza valori democratici e deresponsabilizzata dagli “inciuci” e dalle “larghe intese”. Per raccogliere i voti bastava un canestro.

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RIABILITAZIONE

Riabilitato?  E dove sta la notizia? Al massimo è una “breve” da relegare all’ultima pagina, tra le curiosità di Palazzo di giustizia. B. è stato riabilitato nella mente dei cittadini da chissà quanto tempo dalla “libera” informazione, da Napolitano, persino da Mattarella, soprattutto dall’intero Nazareno che lo ha ricevuto, omaggiato, ha stretto accordi ignobili con lui, facendo di tutto per far dimenticare che non era ( ma tale rimane, anche giuridicamente) che un frodatore  e pregiudicato che ha distrutto il paese.

la lepre marzolina 13-5-2018

un “vaffanculo” sesquipedale [di G. Vetritto]

di giovanni vetritto

 

1. La genesi

Alla fine ce l’hanno fatta.

I cosiddetti “ragionevoli”, con la loro irragionevolezza, hanno alla fine del tutto screditato la ragionevolezza, la dialettica parlamentare, il buon senso della stabilità e del confronto tra schieramenti in una qualche, variabile misura interni alla logica della liberaldemocrazia.

Perché quando queste nobili caratteristiche, che rappresentano il minimo sindacale indispensabile per cercare di ricostruire, nel medio periodo, una decente dialettica sostanziale di confronto democratico vero, vengono per decenni distorte a coprire interessi aziendali, personali, partitocratici, massonici, nessuno finisce più per vederci quel valore che nondimeno gli resta.

Quando per decenni il bon ton del parlamentarismo viene usato solo per nascondere affari e affaracci, per blindare l’immobilismo di classi dirigenti bollite e ormai senza seguito, per garantire impunità a ogni scelta illegittima, ma anche legittima e non suffragata da un vero sostegno popolare, l’esito è quel gigantesco “vaffanculo” partorito ieri dalle urne, sia stato esso grillino, leghista, fascista, “poterealpopolista”.

Un “vaffanculo”, va sottolineato, che è riuscito perfino ad arginare quella disaffezione alle urne che pareva ormai irreversibile, e che invece ieri è stata stoppata dalla voglia matta di dare un segnale di ormai totale insofferenza.

Per fare un solo esempio, quello macroscopico delle crisi bancarie, se perfino il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana si dichiara favorevole ad appurare l’unica cosa di interesse del cittadino minimamente avvertito, ovvero chi abbia intascato i denari spariti dai bilanci di tante banche e banchette, e la politica decide che non è il caso, una reazione simile è il minimo sindacale da attendersi; fossimo un popolo un po’ più avvezzo alle barricate in piazza, avremmo potuto assistere a ben di peggio.

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