di enzo marzo
1. Un sospiro di sollievo. Anzi, qualcosa di più di un sospiro di sollievo.
Nell’Italia Lunapark siamo usciti miracolosamente dal Tunnel dell’Orrore. Non si può ragionare sulla vicenda presidenziale senza ricordare e dare la priorità a questo dato psicologico e di fatto.
Entrino, entrino signori. Saliti sul carrello traballante abbiamo imboccato un lunghissimo corridoio di molte settimane in cui ha aleggiato concretamente il Pregiudicato e i suoi fantasmi. Con l’appoggio dichiarato della maggioranza parlamentare meno una manciata di voti. Una bazzecola per chi, i deputati, se li può anche comprare. Il rischio di un’Italia rappresentata da un truffatore dello stato drizzava i capelli in testa. Anche perché era da rabbrividire l’acquiescenza dell’intera destra nonché il mancato scandalizzarsi degli organi di disinformazione. In più, di contorno, c’era la grancassa dei pennivendoli, degli slurpisti di professione, persino degli ex estremisti di sinistra che intonavano le laudi per lo Statista di Arcore ed esortavano gli italiani a essere «riconoscenti» e a «chiedere scusa» al loro Padrone e alla sua combriccola di collusi con la mafia, di corruttori di giudici, testimoni, avvocati ecc. per aver osato uscire dal coro quando si andava compiendo lo sterminio di ogni etica pubblica nel nostro paese.
Non era fantasia perversa solo per impaurire i bambini, è stato un tragico rischio reale.