di enzo marzo
Una settimana fa abbiamo fatto notare che in questa occasione la scheda era unica ma il valore del voto era duplice: valeva sia per l’Europa sia come sondaggio ufficiale per la politica italiana.
È proprio il voto “europeo” a darci la più importante vittoria e la più importante sconfitta. Il tanto strombazzato tsunami che avrebbe dovuto travolgere l’Unione europea (che responsabilità hanno avuto i media in questo!) si è rivelato un ruscelletto: l’assalto dei sovranisti è clamorosamente fallito, nonostante gli aiuti ricevuti, finanziari e politici, da Putin e da Trump nel tentativo, per ora non riuscito, di schiacciare l’Europa nella competizione mondiale, e soprattutto nella neocolonizzazione dell’Africa. L’Ue è più forte di prima, non tanto per i numeri acquisiti quanto perché parallelamente al mezzo fiasco dei nazionalisti si è registrata una novità di dimensioni storiche: la maggioranza resta salda nonostante l’arretramento del Ppe e soprattutto dei socialisti (nei maggiori paesi europei come Inghilterra, Francia e Germania). Il che vuol dire che l’Europa ha dimostrato la capacità di saper aprire o rafforzare nuove fucine politiche, e quindi di sapersi rinnovare.